Del: 31 Ottobre 2006 Di: Redazione Commenti: 0
Vulcano intervista la Hack, la donna di scienza più conosciuta in Italia

Abbiamo pensato che il modo migliore per inaugurare le nascenti pagine dedicate alla scienza fosse quello di pubblicare un’intervista alla celebre astrofisica Margherita Hack. In fondo chi meglio di lei può parlarci di scienza?

Signora Hack, terminato il liceo si iscrisse alla facoltà di lettere ma, dopo aver seguito la prima ora di lezione, cambiò indirizzo e andò a fisica, incontrando la sua vera vocazione e passione. Possiamo dire che questo cambio è stata la fortuna e la storia dell’astrofisica nazionale e internazionale?
Semmai fortuna mia che lettere non mi piacque.

Perchè studiare fisica e nello specifico astrofisica?
La fisica, in fondo, è ciò che governa tutto il mondo. Tutte le leggi fisiche sono fondamentali per capire il mondo, la natura e il funzionamento di tutte le cose. Dalla pentola di acqua che bolle alle fiamme del gas che diventano gialle se ci si butta del sale sopra. Sono tutti fenomeni fisici.

Cos’è l’universo per un’astrofisica del suo livello?
L’universo è tutto ciò che esiste, l’importante è riuscire a capire come è fatto, cosa sono le stelle, cosa sono i pianeti, le forze che li muovono, ovvero la forza gravitazionale; che le stelle brillano grazie alle reazioni nucleari che avvengono al loro interno; che l’universo si evolve continuamente e tutti i corpi che lo costituiscono si formano, invecchiano e alla fine muoiono. Possiamo dire che è una geografia in grande scala che ci permette di capire a fondo l’ambiente in cui viviamo.

Rispetto agli studenti e ai giovani della sua generazione come vede l’interesse e l’approccio a questa particolare materia nel nuovo millennio?
Oggi c’è molta più possibilità dal punto di vista della ricerca, ci sono strumenti che ai miei tempi sembravano fantascienza. Si conosce molto di più dell’universo, ma allo stesso tempo ci sono ancora molte cose da scoprire, come la materia oscura o l’energia oscura. Tutto sommato ora è più appassionante lo studio dell’universo, anche perché è una completa palestra di fisica. In passato, soprattutto nel XIX secolo, l’astronomia consisteva più che altro nel misurare i moti delle stelle, invece oggi è fisica. Noi applichiamo tutte le branche della fisica per capire la struttura dei corpi celesti ed è molto più interessante di una volta.

“Un pianeta è un corpo celeste che è in orbita intorno al Sole, ha sufficiente massa perché la sua stessa gravità gli faccia assumere una forma sferica e abbia puliti i dintorni della sua orbita.” Con questa definizione i delegati all’Assemblea generale dell’Unione astronomica internazionale hanno declassato Plutone da pianeta a “pianeta nano”. Cosa significa? Adesso cambierà qualcosa nel mondo dell’astrofisica internazionale?
Si tratta di una nuova categoria di pianeti. Recentemente è stato scoperto “Xena”, un pianeta poco più grande di “Plutone” che si trova ad una distanza doppia dal “Sole” e probabilmente se ne scopriranno tanti altri ancora più lontani. Hanno delle caratteristiche un po’ diverse dagli altri pianeti, sono molto più piccoli, hanno orbite più allungate ed è stato deciso di chiamarli “nano-pianeti” e sono stati messi tutti in serie “B” come la “Juventus”….

Molte di queste ricerche le dobbiamo al telescopio Hubble?
Non solo, ma anche a tutti gli altri satelliti che ci sono che speculano nei settori dei raggi gamma, di quelli “X”, dell’infrarosso, e ai grandi telescopi a terra: sono tutti complementari. Il telescopio spaziale Hubble ha soprattutto permesso di vedere gli oggetti più lontani.

Trova che i mass media ci propongano un mondo un po’ troppo fantascientifico rispetto alle effettive conoscenze e al lavoro di ricerca degli scienziati?
Spesso la fantasia galoppa, lo si vede anche dai titoli dei giornali. Ho letto recentemente che fra 20 anni sapremo se esistono gli extraterrestri oppure no, quando più di una volta è stato detto che molto probabilmente scopriremo, anche prima di 20 anni, grazie ai grandi telescopi in progetto, altri pianeti simili alla Terra dove la vita è possibile. Questo non vuol dire che troveremo gli extraterrestri.

Nel 1997, lei è andata in pensione e da allora non ha più avuto un momento libero. Scrive libri di divulgazione scientifica, tiene conferenze in tutta Italia e addirittura è stata candidata da un partito di centro sinistra alle regionali in Lombardia. Niente più ricerca?
Ho un gruppo di lavoro internazionale che si occupa delle stelle chimicamente peculiari le quali hanno delle anomalie di composizione chimica. Ma comunque faccio soprattutto divulgazione.

Se dovesse spiegare la sua materia ad una persona completamente a digiuno di scienza?
Farei degli esempi presi dalla vita di tutti i giorni, che in fondo è regolata dalla scienza anche se i più non se ne rendono conto. Tutto quello che noi conosciamo è arrivato nel corso dei secoli dall’esperienza della vita comune e pian piano ci siamo resi conto delle ragioni per cui tutto questo accade.

A cura di Marianna Piacenza e Magali Prunai

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