Del: 2 Marzo 2007 Di: Redazione Commenti: 3

Paul McCartney. L’ ex membro dei Beatles è da anni al centro delle chiacchiere e sempre alla ribalta. La leggenda della morte presunta del musicista è forse la più famosa “ teoria del complotto” della storia del rock. Che si voglia credervi o meno, nel corso degli anni questa diceria, che presenta non poche difficoltà e qualche evidente discrepanza, ma anche parecchi indizi intriganti, ha appassionato moltissimi ricercatori di queste chimere.

La tesi iniziò a circolare ormai un quarantennio fa. Era il 12 Ottobre 1969 ed una radio del Michigan annunciava in diretta, tramite la telefonata di un ascoltatore anonimo, la morte del cantante. La voce all’altro capo della cornetta rivela al mondo che Paul sarebbe morto nel 1966 in un incidente stradale e che il resto della Band e il loro manager, una volta appresa la funesta notizia ed avere organizzato un anonimo funerale, in fretta e furia l’avessero sostituito con un sosia, tale William Campbell, un ex poliziotto sosia di McCartney. Gola profonda vagheggiava anche alcune tesi riguardo ai repentini pentimenti degli altri Beatles, e che rosi dal senso di colpa avessero disseminato nelle copertine dei loro dischi, indizi e prove. Consigliò anche a Gibb, il conduttore radiofonico, di ascoltare i finali di alcune canzoni e di ascoltarle attentamente al contrario. La telefonata scatenò una caccia alla traccia senza precedenti. Questi ricercatori produssero tesi interessanti avvallate da numerosi indizi presenti nei dischi dei Beales dal 1965 fino al definitivo scioglimento del gruppo. I ragazzi di Liverpool da parte loro non smentirono ne confermarono la fantasiosa tesi e la cosa accrebbe i sospetti in molti ricercatori e fans. D’altraparte le prove erano sotto gli occhi di tutti. Le copertine dei loro album erano e sono piene di allusioni, riferimenti a simboli esoterici e personaggi dalla dubbia fama, come Alister Crowley, che appare sulla copertina del cd più famoso della band: “Sgt. Pepper’s Lonley Heart Club Band”. Come mai uno dei più sinistri personaggi del novecento, legato ad ambienti di esoterismo e satanismo appare sulla copertina del gruppo più famoso del momento ?. E sempre nello stesso disco, forse uno dei più importanti della storia del rock, una esplosione di suoni nuovi e diversi che mai nessuno aveva scritto e suonato, gli indizi non si sprecano. In una intervista Ringo Starr afferma che nella copertina sono ritratti numerosi personaggi che loro stimano e ammirano. Il gia citato Crowley, Edgar Allan Poe, Marlon Brando, e molti altri. Ma è innegabile che alcuni di questi presentino storie piuttosto inquietanti. Gli stessi Beatles sono raffigurati sulla copertina nella loro versione “origini” quasi a lutto , dove sembrano guardare sconsolati la composizione floreale in terra. Questi fiori sono però sospettosamente simili ad una corona funebre e i fiori in primo piano raffigurerebbero un basso, strumento di Paul, addirittura così preciso da raffigurare un basso mancino come era Mc Cartney. E ancora la testa di Paul “nuova versione” è sormontata da una mano che secondo alcuni è simbolo funebre nelle culture orientali, a cui i quattro si erano avvicinati. Ma c’è stato chi ha cercato di scavare più a fondo e guardando la copertina allo specchio, trovò nella cassa al centro la scritta 1ONE IX HE DIE” ossia 11 IX ,9 Novembre, data della presunta morte, con delle frecce che indicherebbero proprio in direzione di Mc Cartney. Ma nella copertina sono celati ancora molti inizi, come una statua di Sheeva, dea indù della morte e della distruzione, che nel retro del disco indica con un dito la canzone che dice nel testo “ Wednesday morning at 5 o’ clock”, il giorno e l’ora della morte ( La canzone è She leaving ).

La ricerca però continua in ogni copertina dei dischi e per citarne alcune:

– la copertina di “Yesterday and Today”, dove i quattro apparivano sporchi di sangue e con in mano pezzi di bambole, viene cambiata con una ancora più criptica copertina, dove Paul sta dentro ad un baule molto simile ad una cassa da morto.

– Nella copertina di Magical Mistery Tour , la parola stellata “Beatles”, guardata allo specchio, sembra un numero di telefono (2317438). Leggenda voglia che negli anni ‘60 chiamando quel numero a Londra, rispondesse una voce registrata che diceva “ti stai avvicinando”.

La ricerca potrebbe snodarsi ancora per ogni copertina e per parecchie canzoni, alla fine di “I’m so Tired” ( sull’album bianco) una voce al contrario, forse di Jhon Lennon sembra dire “ Paul is dead, miss him miss him”. Ma si potrebbe continuare ancora per pagine e pagine. Queste dicerie però presentano parecchie incongruenze, prima tra tutte il proseguo della carriera di Paul, autore di alcune delle più famose canzoni dei beatles, per tacere il fatto che continuasse a cantare, sia studio che live, anche dopo la sua presunta morte. Leggenda o verità? Gli stessi Beatles potrebbero avere volontariamente disseminato i loro album di indizi, creando una delle più grandi operazioni commerciali della storia. A Lennon era riconosciuto in particolare un certo humor nero: una foto degli esordi lo mostra come morto mentre gli altri lo vegliano. La leggenda del PID avrebbe quindi solamente sosituito il beatles morto. Nel 2000 è stato realizzato, in Germania, addirittura un film su questa leggenda intitolato Paul is Dead. E nel 2005 in Italia è stato realizzato persino un musical. Verità o leggenda? Che ci si voglia credere o meno è innegabile che le dicerie abbiano portato ulteriore successo ai “Fab Four”. Brillante ed irripetibile operazione commerciale?. Di certo c’è solamente che se ne parlerà ancora per anni e che a meno di qualche repentino e tardivo outing, probabilmente la verità non verrà mai a galla.

Pablo Bernocchi

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