Del: 13 Giugno 2009 Di: Redazione Commenti: 0

“Ha vinto il partito della vita ed ha perso il partito della morte!” Afferma trionfante Gasparri dopo l’approvazione, in senato, della legge sul testamento biologico. Circa la puerile faciloneria e al cattivo gusto dell’affermazione è inutile esprimersi, il contenuto del decreto di legge però è cosa che ci interessa, ed è sostanzialmente il seguente. Divieto di disporre circa alimentazione e idratazione forzata, mentre la validità della “dichiarazione anticipata di trattamento” è da considerarsi a discrezione dei medici, figura professionale che, ultimamente, si trova ad affrontare laceranti dubbi etici: tener conto o meno della volontà di un paziente? Denunciare o no i malati clandestini?
Per il governo la decisione, in entrambi casi, è scontata. Michele Ainis, docente di diritto pubblico a Roma Tre, sostiene che il provvedimento, oltre ad essere contrario alla logica, offende almeno tre diritti costituzionali e pare scritto sotto dettatura delle gerarchie cattoliche. La Chiesa stessa non crede alle proprie orecchie: il titolo del quotidiano Avvenire, Troppa grazia, è più che eloquente. Ma è stato davvero per compiacere le sfere ecclesiastiche che si è approvato un decreto così miope e impopolare? Forse, più che un disegno ordito dalla pur storica alleanza destra-chiesa cattolica, ci troviamo semplicemente di fronte ad un prodotto frutto della pochezza intellettuale, del provincialismo e dell’arretratezza culturale di una classe politica abituata a ragionare sull’onda dell’emotività e della propaganda facile. Siamo un paese arretrato e pensare di avere un governo al passo coi tempi… che dire? Troppa grazia.

Laura Carli

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