Del: 29 Marzo 2011 Di: Redazione Commenti: 0

Innanzitutto perché non vogliamo identificarci con nessuna fazione politica ma con tutte le persone (indipendente dal loro credo politico) che non si ritrovano nell’attuale sistema dei partiti.per poter competere e collaborare ad un livello paritario con i paesi nostri alleati come Germania, Francia, Inghiltera, Stati Uniti


1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell’ A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?
Il primo punto del nostro programma sia a livello regionale che a livello nazionale è la lotta alla criminalità organizzata. Alcuni mesi fa quando mi era venuto l’idea di creare un partito avevo inviato una mail a Frediano Manzi (fondatore di SoS Racket) per proporlo come nostro candidato sindaco, in quanto pensavo fosse la persona più adatta a contrastare il fenomeno mafia a Milano.
Purtroppo a Milano l’amministrazione pubblica ha sempre fatto finta che la mafia non esistesse (non ultima la signora Moratti), favorendo in questo modo l’infiltrazione mafiosa sul territorio. Noi proponiamo una collaborazione con tutte le organizzazioni attive nella lotta alla mafia per individuare una strategia comune da adottare per sradicare questo fenomeno una volta per tutte dal nostro territorio.
Inoltre proponiamo una politica per la sicurezza che possa dare maggiore fiducia a tutti i cittadini. Questo innanzitutto attraverso le seguenti misure:
Istituzione del vigile di quartiere
Istituzione dei comitati di quartiere, sul modello di Londra, in cui i cittadini possano partecipare per discutere dei problemi relativi alla sicurezza
Istituzione di numeri verdi per la denuncia anche anonima di crimini.
Queste misure hanno lo scopo di dare un senso di maggiore sicurezza a tutti i cittadini e quindi favorire la denuncia dei crimini da parte della collettività. Oltre a queste proponiamo procedure più sicure per l’assegnazione degli appalti, per scongiurare che queste vadano in mano alla criminalità. Tra l’altro prevediamo un maggiore trasparenza nell’assegnazione degli appalti con la publicazione di tutti i dettagli sul sito del comune. Questa semplice misura serve, inoltre, a scongiurare che tangenti possano essere pagati ai politici per l’assegnazione degli appalti.
2. Lei ha mai violato la legge?
Il nostro partito pone molta enfasi sull’onestà dei propri candidati. Ciascun candidato deve firmare l’accettazione di un codice etico e il suo comportamento deve essere tale da non mettere mai in dubbio l’imp
egno finalizzato al bene dei cittadini.
Personalmente ho qualche multa per sosta vietata ma non ho nessuna condanna penale nè alcun processo in corso.
3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?
A Milano mi sono sempre mosso con i mezzi pubblici di giorno e in automobile la sera visto che ad un certo orario i mezzi smettono di andare. Mi sarebbe piaciuto utilizzare maggiormente la bicicletta ma purtroppo a Milano l’utilizzo di tale mezzo è molto disagevole per non dire pericoloso. Infatti, in mancanza di piste ciclabili, i ciclisti sono costretti ad andare in strada con il rischio di essere travolti da qualche auto e a respirare l’aria altamente inquinata di Milano.
Noi proponiamo nel nostro programma per Milano di mantenere aperta la metropolitana per 24 ore almeno il venerdi e il sabato sera. Inoltre proponiamo la costruzione di un sistema di piste ciclabili in città per permettere finalmente a tutti i ciclisti di spostarsi in città senza pericoli.
Non ho mai calcolato la mia spesa annua per i spostamenti e quindi non posso rispondere a questa domanda.
4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Reg
ione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?
Sono nato e cresciuto in Svezia dove l’educazione sessuale viene insegnata dai primi anni di scuola senza imbarazzi. Gli insegnanti ci mostravano diversi tipi di contraccettivi e spiegavano vantaggi e svantaggi esistenti tra di loro.
Purtroppo in Italia la chiesa ha sempre impedito l’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola favorendo così la diffuzione di malattie e gravidanze indesiderate. Ovviamente i ragazzi hanno voglia di esplorare e sperimentare la propria sessualità mentre l’orientamento della politica su questo tema ha sempre seguito l’orientamento della chiesa cattolica volta ad impedire qualsiasi rapporto prematrimoniale.
Sono convinto che la scuola deve insegnare ai ragazzi ad affrontare la vita da adulti. Cioè li deve preparare al mondo lavorativo e li deve insegnare quei valori di convivenza civile necessaria ad una società moderna. Ai ragazzi deve quindi essere insegnato a scuola l’importanza dell’uso del preservativo nei rapporti occasionali. Sono ovviamente a favore dei distributori di preservativi a scuola ad un prezzo molto basso in modo tale da incentivarne l’uso.
Purtroppo l’insegnamento non rientra tra le competenze del comune. Ma penso che il comune possa comunque fare molto di piu’ per informare i ragazzi su temi importanti come sesso, droga, alcool etc.
5.Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?
Quale carriera politica? Io non sono un politico, sono un semplice cittadino indignato davanti agli abusi e la corruzione dei politici. Il motivo per il quale ho deciso di formare un partito e presentarmi alle elezioni comunali di Milano è che non ho nessuna fiducia nei politici attuali. Sia Moratti che Pisapia sono stati toccati personalmente dagli ultimi scandali politici e questo dimostra come tutti appartengano allo stesso sistema politico fatto di amicizie e favori. Sono tuttora un revisore contabile, laureato in economia e commercio.
6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?
Penso di aver ricevuto una educazione simile a quella di molti miei coetanei. Le differenze forse derivano dal fatto che sono secondogenito in una famiglia di sette figli. Ho quindi avuto l’esempio dei miei genitori che si sono sempre fatti in quattro per non far mancare niente ai propri figli. Mi hanno insegnato a rispettare il prossimo e che l’onestà alla lunga sempre paga. Sono nato in Svezia e ho frequentato la scuola dell’obbligo svedese e successivamente il liceo italiano. Ho studiato Economia e Commercio all’università cattolica di Milano. Ho quindi avuto la fortuna di assimilare due culture molto diverse tra di loro quella italiana e quella svedese.

7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?
Il problema a Milano non è nel numero di immigrati rispetto alla popolazionema piuttosto nel basso livello di integrazione degli immigrati nella società. In altri paesi europei il fenomeno dell’immigrazione esiste già dagli anni 50 e 60, quando erano gli italiani ad emigrare, principalmente in Germania ed in Svizzera, ma anche in sud e nordamerica. Gli immigrati hanno quindi avuto più tempo per integrarsi in queste socetà e a apprendere i valori del paese ospitante. In Italia poi i mezzi di informazione hanno dipinto l’immigrazione come sinonimo di delinquenza, per cui molti italiani hanno adirittura paura ad avvicinarsi ad uno straniero.
Noi pensiamo da un lato che la società Italiana non sia in grado di accogliere altri immigrati e quindi siamo a favore di misure che ne limitano l’afflusso. Questo in quanto l’Italia è in crisi economica e molti giovani italiani, anche neolaureati, sono attualmente disoccupati. Non vedo quindi come possiamo dedicare risorse agli immmigrati quando non abbiamo risorse sufficienti per noi.
Tuttavia il nostro partito riconosce nel proprio statuto il principio di uguaglianza di tutti i cittadini. Per questo motivo siamo a favore di politiche che favoriscano l’integrazione di tutti gli immigrati attualmente residenti in Italia.
Per stemperare la tensione esistente tra immigrati e italiani dovremmo innanzitutto favorire l’integrazione degli immigrati nella nostra società. Penso che il comune, insieme con i servizi sociali, possa lavorare per favorire l’integrazione degli immigrati, proponendo corsi sui valori della società italiana e favorendo l’inserimento degli stranieri che troppo spesso sono costretti a delinquere per tirare avanti nel nostro paese. La società italiana può imparare molto da molte culture straniere a patto di saper accogliere gli stranieri che arrivano.
Per quanto riguarda i quartieri a rischio sono assolutamente contrario a misure di coprifuoco come invece predisposto dalla giunta Moratti. Tali misure sono, infatti, penalizzanti per tutti i cittadini del quartiere, non solo per i stranieri. Noi proponiamo maggiore sicurezza dei quartieri con un maggiore utilizzo di telecamere e con l’istituzione del vigile di quartiere. Noi perseguiamo un obiettivo volto a minimizzare la delinquenza e il crimine in città indipendentemente dalla nazionalità del colpevole.
8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (Erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?
Nel nostro programma ho proposto diversi punti per migliorare il traspoprto pubblico di Milano. Innanzitutto i mezzi pubblici dovrebbero svolgere un servizio continuato per 24 ore almeno il venerdì e il sabato sera come avviene oggigiorno nella maggior parte delle città europee.
Inoltre dobbiamo migliorare la rete della metropolitana per poter raggiungere non solo tutti i quartieri di Milano ma anche tutta la provincia. In tal modo molti studenti potrebbero vivere in periferia dove i costi degli affitti sono molto inferiori.
Prevediamo inoltre di intervenire sui prezzi per permettere a studenti e pensionati di poter utilizzare i mezzi ad un prezzo ragionevole.
Vogliamo anche lavorare insieme con le organizzazioni per i disabili per studiare come rimuovere tutte le odiose barriere architettoniche che non permettono ai disabili di muoversi agevolmente in città.
Per quanto riguarda l’integrazione degli studenti stranieri, io personalmente penso che l’insegnamento universitario debba essere svolta in inglese. La conoscenza dell’inglese è fondamentale per affrontare con successo il mondo del lavoro e gli studenti italiani sono molto indietro rispetto ai ragazzi francesi e tedeschi. In un mondo globale la conoscenza dell’inglese è fondamentale in ogni settore e se i giovani non conoscono bene questa lingua sono già tagliati fuori da molte opportunità di lavoro.
9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?
Sono sempre stato contrario all’Expo che penso sia una manifestazione sopravalutata ed eccessivamente costosa per i cittadini. L’expo non è una manifestazione di interesse mondiale che possa giustificare gli investimenti che si stanno facendo in tempi di crisi. Insomma non stiamo parlando di un evento come le Olimpiadi o i mondiali di calcio. Basti pensare che siamo riusciti a strappare l’organizzazione dell’evento ad una città come Izmir, con tutto il dovuto rispetto.
In secondo luogo, come già avvenuto in occasione di Italia 90 si rischia di costruire cattedrali nel deserto che una volta finita la manifestazione verranno abbandonate e lasciate nel degrado. Inolte i numerosi lavori necessari per l’evento hanno già attirato l’attenzione della criminalità organizzata come dimostrano i recenti arresti.
Noi se vinciamo le elezioni faremo ovviamente di tutto per rendere la manifestazione un successo, per mostrare al mondo le capacità organizzative dei milanesi e per mostrare al mondo intero la bellezza della nostra città. Molti stranieri non conoscono Milano dato che i turisti raramente passano dalla nostra città. L’expo diventa quindi un’opportunità per promuovere l’immagine di Milano.
Penso inoltre che l’Expo possa essere una grande opportunità per molti giovani studenti che possano lavorare e trovare un impiego almeno temporaneo nell’organizzazione dell’evento.
10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?
Come detto in precedenza nel nostro programma poniamo molta enfasi sul problema dell’inquinamento a Milano. Penso che uno dei compiti di un sindaco sia di salvaguardare la salute dei propri cittadini e quindi il problema dell’inquinamento dovrebbe essere una priorità per ciascun candidato sindaco.
Nel nostro programma proponiamo diverse soluzioni al problema dell’inquinamento dell’aria. Innanzitutto vogliamo disincentivare l’utilizzo dell’auto a Milano tramite l’estensione dell’ecopass a tutte le vetture inquinanti (solamente auto elettriche e simili saranno esentati) e il miglioramento dei trasporti pubblici. Nella cerchia in cui l’ecopass è attivo non è necessario utilizzare l’auto in quanto il trasporto pubblico è già adesso abbastanza efficiente e con i miglioramenti che proponiamo non servirà affatto utilizzare l’auto in centro. Quindi chi vorrà entrare all’interno della cerchia dei bastioni con l’auto dovrà pagare.
Vogliamo inoltre incentivare l’utilizzo di mezzi non inquinanti come le biciclette costruendo piste ciclabili in città e in provincia. A Milano esistono molte strade larghe in cui c’è sufficiente spazio per costruire anche piste ciclabili.
Proponiamo inoltre di convertire il parco auto del comune di Milano in mezzi elettrci non inquinanti. Per quanto riguarda il trasporto pubblico prevediamo di convertire i pullman inquinanti con mezzi alimentati a biodiesel.
Oltre alle misure di limitazione dell’inquinamento prodotto dalle auto prevediamo di dotare ogni tetto di ogni edificio publico di pannelli solari per contribuire alla produzione di energia elettrica pulita per l’amministrazione pubblica.
11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100?
Ovviamente! Come detto penso che ogni sindaco abbia l’obbligo di salvaguardare la salute dei propri cittadini. Quindi ogni misura che possa mostrare la qualità dell’aria deve essere monitorata e devono essere intraprese delle azioni per migliorarne il livello. Noi ci poniamo obiettivi particolarmente impegnativi per migliorare l’aria dei cittadini. Ovviamente vorremmo eliminare del tutto il PM2,5 PM10 e PM100 ma saremo comunque soddisfatti se saremo riusciti a dimezzarne le quantità in 5 anni.
Ovviamente non ci poniamo solo l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ma anche quello di ridurre o azzerare il carbon footprint dell’amministrazione comunale.
12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?
Bevo l’acqua del rubinetto in tutta Europa e Nord America tranne che in Italia. In Italia non esistono dati certi sulla qualità dell’acqua potabile e quindi preferisco acquistare l’acqua. Ho in previsione di acquistare un filtro per l’acqua per poter bere più tranquillamente l’acqua del rubinetto, ma come detto al momento bevo l’acqua in bottiglia.
13. A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?
Purtroppo rispetto agli studenti europei gli italiani sono fortemente svantaggiati. Non esistono borse di studio o queste sono comunque molto limitate e gli appartamenti costano un occhio della testa. Il risultato è che non tutti si possono permettere di studiare all’università. Io vorrei una università più moderna in cui gli studenti con maggiore merito possano ottenere borse di studio che possano coprire i costi delle rette e i costi degli affitti.
A lungo termine vorrei costruire campus universitari sullo stile americano ed europeo in cui gli studenti possano avere diritto ad un piccolo appartamento, ad un prezzo modico. Comunque una prima azione facilmente attuabile potrebbe essere quella di istituire delle borse di studio per i studenti maggiormente meritevoli.
Un’altra idea potrebbe essere quella di utilizzare gli appartamenti sfitti o posseduti dagli enti e che sono in mano agli amici dei politici. Uno degli obiettivi del nostro partito è la promozione di una politica più trasparente. Un caso come affittopoli non sarebbe potuto succedere perchè gli elenchi sarebbero stati publicati su internet alla disposizione di tutti. Invece in Italia la politica ha sempre cercato di nascondere tutto (basta cercare di leggere un bilancio del comune di Milano per vedere come si cerca di nascondere l’informazione verso i cittadini) per poter proteggere tutti coloro che godono di benefici particolari.
14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?
Non ho mai fatto attività di volontariato. Nel corso del mio periodo universitario ho fatto diversi lavori per guadagnare qualcosina e quindi gravare il meno possibile sui miei genitori.
15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Nulla. Prima di tutto perchè siamo un partito nuovo e quindi abbiamo pochissime risorse. Noi siamo convinti che la nostra forza stia nelle nostre idee. Se le idee sono buone saremo premiati dagli elettori altrimenti sceglieranno un candidato con idee migliori delle nostre. Per promuovere le nostre idee faremo largo uso di internet che è gratis e raggiunge la maggior parte dei cittadini milanesi.
Sento parlare di enormi quantità di soldi spesi per la campagna politica di un singolo candidato e mi chiedo come può amministrare i soldi dei contribuenti una persona che permette tale spreco, ma evidentemente in Italia siamo abituati a questo.
16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?
In tutta Italia la cultura sta morendo. A Londra molti musei sono gratuiti e fanno a gara per proporre mostre interessanti. A Milano purtroppo esistono pochi spazi in cui fare attività culturali. Non esistono gallerie in cui esporre le opere dei giovani artisti ed i teatri non ricevono il sostegno di cui hanno bisogno. Inoltre l’ingresso ai musei è eccessivamente caro. A tutto ciò si aggiunge la scarsa valorizzazione delle biblioteche che invece dovrebbero fungere da centro culturale di quartiere.
Quando ero in università andavo la sera alla biblioteca di Bonola perchè era l’unica biblioteca della zona a rimanere aperta anche la sera.
Il comune di Milano spende un sacco di soldi in attività culturali ma in queste attività non sono adeguatamente coinvolti i cittadini milanesi.
Noi proponiamo di dedicare maggiori spazi all’arte e alla cultura coinvolgendo maggiormente i cittadini e le università. Per esempio si potrebbbe lavorare insieme con Brera per esporre i lavori dei giovani artisti per le vie cittadine oppure predisporre rassegne di teatro gratuiti. Sarei anche favorevole alla proiezione in piazza duomo della prima della scala che penso debba essere un’evento per tutti i milanesi e non solo per i VIP.
Vorrei coinvolgere i studenti e i cittadini nella progettazione della città e nel miglioramento degli spazi comuni, nelle progettazione delle mostre, dei concerti e nelle attività sportive.
17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l’Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?
Come detto intendo coinvolgere maggiormente i cittadini nella gestione dell’amministrazione pubblica e in questo ruolo ovviamente le università dovranno svolgere un ruolo fondamentale. Penso per esempio di coinvolgere gli studenti di architettura e i loro docenti in progetti di miglioramento della città, ma ovviamente è possibile coinvolgere i studenti di ogni percorso di studio. Mi vengono in mente i studenti di ingegneria che possono collaborare nel progetto di rendere Milano più verde. Ma anche agli studenti di storia dell’arte che potrebbero dare una mano ad allestire mostre, ingegneri potrebbero partecipare in diversi altri progetti di miglioramento e automazione della città, studenti di economia potrebbero contribuire in progetti di marketing della città per incrementare il turismo etc.
Mi sono sempre lamentato del fatto che le università italiane sono troppo teoriche. Vorrei quindi dare una opportunità agli studenti di applicare le loro conoscenze (come avviene all’estero) a servizio della ricerca e al servizio della città.
18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Innanzitutto intendo convocare i rappresentanti dei giovani, dei pensionati, di greenpeace, associazioni antimafia, associazioni di genitori etc per capire come migliorare la città insieme. Come indicato in precedenza nel nostro programma è fondamentale la collaborazione di tutti i cittadini. Come prima cosa quindi intendo ascoltare i problem dei cittadini, e le loro proposte di soluzione. Non si possono proporre delle soluzioni senza sentire i cittadini che ne saranno impattati.
A Milano purtroppo non esistono strutture per i giovani per il tempo libero. Ho intenzione di utilizzare alcune delle aree dismesse di Milano per costruire dei centri di aggregazione in cui i ragazzi possano praticare sport, attività culturali (sale di prova musciali a prezzi accessibili, o palchi in cui allestire concerti). Queste strutture dovrebbero anche informare i ragazzi sul mondo del lavoro e sul mondo degli “adulti”. Strutture di questo tipo esistono in molte città europee ma non in Italia dove non si è mai dato attenzione alle esigenze dei giovani.
Per il lavoro non posso fare molto ma intendo liberalizzare l’orario di apertura dei negozi. Questo darebbe la possiblità a molti studenti universitari di lavorare part time cosi come avviene in America e nel resto d’europa. Inoltre, come detto, vorrei coinvolgere i studenti nei progetti di miglioramento della città. Questo aiuterebbe a preparare meglio i studenti per il mondo del lavoro.
Denis Trivellato
Redazione on FacebookRedazione on InstagramRedazione on TwitterRedazione on Youtube

Commenta