Da lunedì 16 Aprile i locali di quella che era la libreria Cuem, in via Festa del Perdono, non sono più vuoti. Dopo circa due mesi di perparativi, un gruppo eterogeneo di studenti della Statale li ha occupati, creando al loro interno un ambiete dinamico, adibito ad aula studio, libreria e semplice luogo di ritrovo dove prendere un caffè e fermarsi a mangiare al riparo dalla pioggia.
Dopo la chiusura definitiva della Cuem, il semestre scorso, causa fallimento, l’Università ha indetto una gara di appalto per la riassegnazione degli spazi, e le più favorite ad aggiudicarseli erano le due case editrici Cortina e Melampo; tuttavia, almeno per il momento, l’Università ha declinato entrambe le offerte, probabilmente per la situazione particolare in cui si trova: il prossimo autunno si eleggerà il nuovo rettore, quindi ai vertici non sarà sembrato il momento più oppurtuno per far entrare in Università soggetti esterni. Ovviamente con l’inizio del nuovo anno accademico i locali non potranno rimanere vuoti e tanto meno occupati. I ragazzi che adesso gestiscono questo spazio ne sono consapevoli e cercheranno di trovare una soluzione il più possibile compatibile con gli interessi dell’Università. Per il momento però cercano di sfruttare al meglio la situazione.
Com’è nata l’idea di occupare questo posto?
Vittorio: L’idea è nata più di due mesi fa, quando abbiamo saputo che questi locali sarebbero rimasti vuoti fino al prossimo ottobre. Abbiamo fatto girare tra gli studenti un questionario, per capire quali sono i loro bisogni, e cercare di venirgli incontro con questa iniziativa. Non volevamo che fosse la solita occupazione da militanti per militanti, ma che fosse rivolta a tutti gli studenti. Dal questionario sono emerse esigenze varie: dal trovare i libri a buon mercato ad avere un posto dove studiare la sera e dove mangiare, visto che la mensa è in sciopero. Per questo motivo abbiamo messo il microonde e la macchinetta per il caffè. Per quanto riguarda l’aula studio serale siamo in buone trattative con l’Università: per il momento rimaniamo aperti fino alle 20.30 ma l’idea sarebbe quella di prorogare l’orario fino alle 22.
Quali servizi offrite adesso?
Sara: Abbiamo un archivio in consultazione digitale di libri unversitari e non, vendiamo libri di testo usati e libri di case editrici indipendenti, abbiamo uno scanner se qualcuno vuole fare delle fotocopie e una piccola emeroteca per chi vuole leggere giornali e riviste.
Vittorio: Questo giovedì ci sarà la presentazione del libro “Bigger than hip hop” mentre il 2 maggio terremo un incontro con case editrici indipendenti, tra cui Calusca, Utopia e la Libreria del Mondo Offeso. Organizzeremo qualche aperitivo ed eventi sociali per farci conoscere, per far conoscere questa reltà. Per ora sta andando molto bene, c’è un sacco di gente nuova e di singoli: non siamo solo dei gruppi “specifici”. In questa prima settimana di apertura è passata moltissima gente e mi fa molto piacere.
Quali sono i vostri obiettivi a lungo termine?
Vittorio: Il massimo sarebbe aprire una case editrice per studenti della Statale e sarebbe bello anche far riassumere almeno un ex dipendente della Cuem. Per fare queste cose però dovremmo cominciare a vendere come minimo le dispense, ma servirebbe il supporto dei professori, e in una situazione conflittuale come questa ci darebbero solo un appoggio informale.
Sara: Secondo me è importate soffermarsi a pensare quanto comunque siamo già riusciti a costruire, anche nel caso in cui non dovessimo portare avanti questo progetto; in una Università che è vuota, zitta e noiosa da un sacco di anni, siamo riusciti a fare una cosa che cerca di andare incontro agli studenti in un clima diverso. Questa è la nostra risposta a un’ insoddisfazione generale: troppo spesso l’Università non offre a sufficienza, e forse è anche sbagliato aspettare che sia l’Università a venirti incontro; quello che come sapere universitario non ci viene dato, lo siamo andati a cercare.
Come pensate di tenere aperto fino ad ottobre, con la chiusura estiva?
Sara: E’ un bel problema. Il progetto è ancora tutto in divenire ma nelle assemblee di gestione stiamo già cercando qualche soluzione.
Che riscontri avete avuto dagli studenti e dall’Università?
Sara: Siamo rimasti piacevolmente sorpresi della risposta dell’Università, che si mostra attenta a quello che stiamo facendo e disposta ad ascoltare. Per quanto riguarda il corpo studentesco siamo molto contenti: c’è iniziativa, hanno capito che non è la solita occupazione, costituita dall’evento in sè, e che è invece un progetto vivace e costruttivo.
Uscendo dalla libreria mi cimento in un mini exit-poll per testare come gli studenti valutino questa iniziativa nel complesso.
Comprensibilmente, il punto più controverso resta quello dell’occupazione in sè: “Sono contrario alle occupazioni a prescindere, perchè sono atti contrari alla democrazia e al libero pensiero e quindi preferirei che ci fosse una gara di appalto, in modo da avere un’alternativa all’interno dell’Università rispetto all Cusl, però secondo i termini di una concorrenza legale” (Giulio, Giurisprudenza). Anche Giovanni (studente di Filosofia) ritiene che:” Le occupazioni vanno condannate in quanto atti illegali”, inoltre crede utile “pensare di destinare questo spazio a servizi di libreria, cartoleria e simili occupandosene però in prima persona, con la partecipazione di professori e soprattuto di studenti e non affitandola a esterni. Però è difficile che l’Università riunci all’introito che l’affitto di un tale spazio comporta.”.
Tuttavia, non mancano i giudizi positivi: secondo Alessio di Démos, i ragazzi della Cuem “Stanno portando avanti un progetto importante di riappropriazione degli spazi in un’Università che va verso una tendenziale privatizzazione e in cui lo studente viene concepito sempre più come un elemento di troppo. Aprono al’associazionismo universitario e alla partecipazione degli studenti, e per questo motivo abbiamo deciso di supportarli”.
In particolare, sembrano aver riscosso successo i servizi altermensa e aula studio; come dice Carlo:”Sono passato oggi per la prima volta dopo aver letto un volantino e sono rimasto piacevolmente stupito: ho letto un libro in consultazione, abbiamo usato il microonde, poi c’è anche il caffè. Offrono anche piccole cose molto utili come piatti, bicchieri di carta ecc. perchè magari uno non pensa a portarli da casa. Insomma, è un bel servizio”. A Marta, di Lettere, piace “L’idea di uno spazio gestito da studenti e soprattutto un’aula studio aperta fino alle 22” ma pensa che “Forse sarebbe meglio collaborare con le biblioteche e prorogare il loro orario. Sarebbe più fattibile e risulterebbe più accettabile”.
Mi sembra che ci sia ancora molta confusione intorno all’ “affare Cuem”, riassumibile nelle parole di Luca, che iniziamente dice dubbioso: “Non ho ancora ben capito il progetto che hanno in mente”. E poi aggiunge più deciso: “Certo c’è speranza, ma fiducia non so”.
Gemma Ghiglia