Del: 24 Giugno 2012 Di: Redazione Commenti: 0

Si sa che le soluzioni più semplici sono spesso le migliori, e il progetto Desertec non fa eccezione. L’idea di base è produrre energia solare dove c’è più sole, e trasportarla dove ce n’è di meno. Come? Costruendo giganteschi impianti fotovoltaici nel deserto del Sahara, dove in sei ore si irradia l’energia consumata nel mondo in un anno, e trasferendo l’energia prodotta in Europa.1

Il progetto, nato nel 2003, da utopia futuristica sta diventando pian piano una possibilità concreta . Vediamo alcuni limiti realizzativi e quali risposte si sono trovate finora.

Spazio necessario: il fotovoltaico richiede pochissimo spazio. Si è calcolato che nel Nord Italia (non proprio baciato dal sole), un MW di potenza, che produce circa 1200 kWh annui, necessita di 7000 m2. Per soddisfare il fabbisogno italiano sarebbero quindi necessari circa 1800 Km2 di terreno, circa la metà della Val d’Aosta (il deserto del Sahara ha una superficie di 9.000.000 di Km2)2.

Picco dell’energia: l’energia solare non è più necessariamente intermittente. Il solare termodinamico non produce energia solamente durante il giorno, ma anche in assenza di sole; una serie di specchi, infatti, riflette la luce, creando il calore necessario per produrre vapore e azionare così turbine e generatori. Il calore in eccesso può essere poi accumulato in serbatoi contenenti particolari sali fusi e venir utilizzato di notte. Un importante risultato “collaterale”, specialmente in zone desertiche, sarebbe la produzione di acqua dolce.

 

Il problema del “picco”
Il picco di energia corrisponde al momento di massimo consumo di energia. Le energie rinnovabili dipendono di norma da fattori climatici intermittenti ed esporrebbero quindi la rete a possibili black-out. Le tipologie di energia rinnovabile non intermittente al momento sono l’idroelettrico, il solare termodinamico e le biomasse.

 

Trasporto: l’energia attraverserebbe il Mediterraneo attraverso cavi sottomarini. Già adesso le attuali tecnologie consentono infatti il trasporto di energia su lunga distanza con una perdita del 3% ogni 1000 chilometri3.

Allora cosa si aspetta? Innanzitutto l’area interessata è attraversata da un’instabilità politica di cui è impossibile oggi prevedere la fine. Secondariamente, l’annoso problema dei costi: il prezzo di produzione dell’energia solare, pur in caduta libera, è ancora tale da costringere gli stati a incentivi non sostenibili. Attualmente il costo dell’investimento raggiungerebbe i 400 miliardi di euro.

 

Filippo Bernasconi

 

NOTE

1http://www.desertec.org/

2 http://energiaemotori.wordpress.com/2011/05/10/i-numeri-dellenergia-senza-propaganda/

http://forum.corriere.it/fotovoltaico-ed-eolico/04-05-2010/superficie-necessaria-per-il-fotovoltaico-1535465.html

L’autore raddoppia la cifra considerando uno spazio vuoto tra i pannelli.

3 http://energiaemotori.wordpress.com/2011/05/10/i-numeri-dellenergia-senza-propaganda

 

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