È partito il mese scorso il laboratorio Critici in erba, organizzato dalla Scuola Civica d’Arte Drammatica Paolo Grassi, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. Il progetto, coordinato da Tatiana Olear e Stefania Tagliaferri, è una vera e propria fucina di critica teatrale: da qui a settembre i partecipanti – una quindicina tra studenti della Statale e allievi della Paolo Grassi – si cimenteranno nella recensione dei saggi degli allievi registi e drammaturghi del secondo e terzo anno della Scuola.
È terminata nei giorni scorsi la parte teorica del laboratorio, un percorso formativo durante il quale gli aspiranti critici hanno incontrato alcune tra le personalità più importanti del panorama giornalistico italiano, nonché docenti della Scuola.
Claudia Cannella (direttrice di Hystrio), Sara Chiappori (giornalista de La Repubblica), Maddalena Giovannelli (fondatrice della rivista Stratagemmi), Ira Rubini (giornalista, conduttrice radiofonica e autrice televisiva), Maria Grazia Gregori (critico de L’Unità), Maria Maderna (docente di Storia del teatro alla Scuola Paolo Grassi), Renata Molinari (dramaturg, già redattrice del Patalogo) e Margaret Rose (docente di Storia del teatro inglese presso l’Università degli Studi di Milano) si sono avvicendate nel raccontare la critica teatrale di ieri e di oggi.
È emerso il profondo cambiamento a cui è andata incontro la figura del critico negli ultimi anni: che sia conseguenza della parcellizzazione del teatro, del progressivo chiudersi della critica su se stessa o del mancato dialogo tra questa e lo spettatore, sta di fatto che il critico tout court non esiste più, mentre si fa strada il giornalista dello spettacolo, una figura poliedrica e multidisciplinare, che preferisce alla critica il lavoro di presentazione dello spettacolo. Con altrettanta chiarezza è emersa la lenta scomparsa della critica dalla carta stampata, e il suo conseguente rapido diffondersi su riviste online e siti web. Leitmotiv degli incontri è la necessità di una critica che accompagni lo spettatore e che sia tramite fra gli artisti e il pubblico (che è poi il fulcro stesso del laboratorio).
Dalla teoria alla pratica: primo banco di prova è Boston Marriage, selezionato per il playFestival del Teatro Ringhiera, in scena giovedì 16 maggio. A seguire Mamiù presso la Scuola Paolo Grassi dal 3 al 6 giugno, Il cane la notte e il coltello, in scena al Piccolo Teatro Studio il 25 e il 26 di giugno, le quattro riscritture di Amleto Interrogatorio a Elsinore – dopo la trappola per topi, Amleto il lunatico, Amleto e/o la fiamma del peccato, Forse sognare? e lo spettacolo-installazione Hamlet without eyes dal 3 al 6 luglio al Teatro Franco Parenti, Tamburino presso la Scuola Paolo Grassi dall’11 al 13 luglio e The Borderline al Teatro Paolo Grassi il 18 settembre, in occasione del Festival Tramedautore curato da Outis Centro Nazionale della Drammaturgia Contemporanea.
Agli aspiranti critici l’arduo compito di comunicare l’attualità del linguaggio teatrale trovando nuovi modi per parlare al pubblico, agli artisti e alla città.
Vulcano segue il progetto Critici in erba pubblicando le recensioni degli spettacoli sul sito online.
Buona lettura! O buona visione?
Valentina Berardi, critico in erba