Del: 12 Maggio 2013 Di: Redazione Commenti: 0

Una nuova vita non vuol dire soltanto accogliere un neonato  in casa, quando arriva un bebè comincia una nuova vita anche per la neomamma e la famiglia in generale .
Purtroppo però non tutti i bambini nascono in un contesto  favorevole per il loro sviluppo. In alcune situazioni  può essere più difficile allevare e far crescere un bambino.
Sono molte le ragazze madri,  le coppie giovani che non sanno bene come cavarsela o anche coppie mature che non sono in buone condizioni economiche, queste e altre situazioni, come l’assenza o la lontananza di amici e parenti o l’eventuale mancanza di un partner, possono far vivere l’attesa di un figlio con ulteriore paura, ansia e preoccupazione .

Cosa può fare una neomamma in una situazione difficile?

Al Mangiagalli è presente “Il Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli” (CAV)  che  è una associazione di volontariato impegnata nel sostegno alla maternità difficile, il centro è stato fondato a Milano nel 1984, per volontà di Paola Marozzi Bonzi, consulente familiare e madre.
L’obbiettivo dell’associazione è offrire un aiuto concreto a donne che si trovano in difficoltà durante tutto il periodo della gravidanza e starle accanto fino al compimento di un anno da parte del bambino. Viene offerta la consulenza di un’ostetrica e di un’educatrice, per aiutare la mamma ed il bimbo ad affrontare al meglio i piccoli problemi che si presentano che possono però sembrare ostacoli insormontabili se si da sole; è anche garantito il sostegno psicologico alla donna, per aiutarla ad fare fronte alla nuova situazione.

Materialmente, il centro offre la fornitura di tutto ciò che è necessario per il neonato:  pannolini, giochi, attrezzature, body, completini e tutine. Quando risulta necessario ed è possibile il CAV cerca di aiutare anche sul lato economico fornendo la “borsa della spesa”  o sussidi in denaro per garantire il benessere della famiglia.

Inoltre, questa onlus attua alcune importanti iniziative. Per esempio, “Una casa, una culla” è un progetto pensato per aiutare donne sole o a coppie in attesa di un figlio prive di una abitazione ed in difficoltà economica. Il Centro di Aiuto alla Vita offre a queste persone l’accoglienza gratuita in un appartamento per il periodo della gravidanza e dopo la nascita del bambino. L’obbiettivo resta quello di far raggiungere a queste neomamme l’autonomia. Infatti durante il periodo della accoglienza un operatore in collaborazione con i servizi sociali individua le soluzioni più idonee per l’ottenimento di un alloggio popolare e dell’inserimento sociale e lavorativo dei genitori.

Alla famiglia viene sempre garantito quanto occorre per vivere in maniera dignitosa e per allevare il proprio bambino. Il centro ha a disposizione sette piccoli appartamenti, pensati per accoglie una sola famiglia, ed un appartamento più grande, che può ospitare fino a tre mamme con i loro bambini.
Un’educatrice effettua regolarmente delle visite per aiutare le neomamme con i loro bambini.
L’accoglienza dura in genere sei mesi, ma può essere protratta fino al raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto.

È risaputo come a Milano si difficile mandare il proprio bambino al nido, ci sono liste di attesa e procedure complesse. Questo è dovuto allo scarso numero di nidi presenti, inoltre il numero di nidi accessibile per le famiglie in forte condizione di disagio è realmente esiguo. Sono però soprattutto queste le famiglie che hanno più bisogno di poter affidare il proprio bambino a un nido per poter lavorare e superare le difficoltà contingenti. La situazione è molto più complessa e grave quando si tratta di donne rimaste da sole che devono con il proprio lavoro provvedere sia a se stesse che al proprio bambino. Per aiutare le famiglie in questa situazione Il CAV ha lanciato nel 2004 il progetto “Nidi Famiglia”. Attualmente è attivo un nido situato in zona Buenos Aires in cui lavorano in qualità di educatrici alcune mamme seguite della associazione, opportunamente selezionate e formate dai professionisti del CAV Mangiagalli. L’obbiettivo, oltre a fornire ai genitori la possibilità di lavorare, è anche quello di creare e favorire una rete di solidarietà fra le donne.

Elena Sangalli

 

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