Sta decadendo Berlusconi da parlamentare, o sta decadendo il Parlamento? La legge Severino farà alzare il Silvio dalla sua cadrega, ma oltre all’ex premier sembra in via di decadenza anche lo stesso Parlamento da cui verrà probabilmente sloggiato: i leader della politica italiana – che dovrebbe avere nel parlamento la sua massima espressione – sembrano infatti rifiutarsi di metterci piede, quando non sono impegnati a aborrirlo o insultarlo. Qualche esempio?
BERLUSCONI, appunto, che dall’inizio della legislatura s’è presentato in Senato solo tre (!) volte. E nelle precedenti legislature, la sua frequenza non è stata molto più alta: insomma, il Silvio non è proprio un habitué dell’aula. Curioso come ora smani per non farsi sbattere fuori, visto che già di suo a Palazzo Madama non si fa vedere mai. Berlusconi non ama il Senato – anzi, del Senato non gliene frega nulla: ma odia l’idea di lasciarlo, e il modo in cui verrebbe messo alla porta. Per non parlare della perdita della fantomatica immunità parlamentare, secondo molti maldicenti il vero motivo per il quale s’è buttato in politica. E’ un rapporto nevrotico: finiscono sempre così le relazioni più morbose, in un tira e molla da fotoromanzo — e non solo quelle con le egiziane minorenni.
GRILLO ha scagliato contro il Parlamento una raffinata gamma di insulti, la maggior parte dei quali a sfumatura olfattiva: tomba maleodorante, cimitero degli elefanti, scatoletta di tonno marcio eccetera. Sorge un dubbio: non parlerà così per invidia? Una norma interna al Movimento 5 Stelle esclude dai propri candidati chiunque abbia riportato una condanna penale, e Grillo ne ha alle spalle una nientemeno che per omicidio colposo. Dunque, Grillo non può avere un seggio in parlamento. Sono invece dolose le minacce e gli scappellotti che dispensa di consueto ai suoi parlamentari —ai quali vorrebbe togliere anche elementari attributi di democrazia come il voto segreto—ma che sono forse necessarie a governarli: sono infatti una truppa di politici principianti, legittimamente bisognosi di una guida carismatica all’interno dell’aula che li istruisca e li disciplini. Visto che per Beppe Montecitorio è off-limits e CASALEGGIO non s’è nemmeno degnato di candidarsi, i pentastellati sono in balia dei Crimi, delle Lombardi e delle dirette streaming. Ahiloro.
D’ALEMA ha scelto di ritirarsi dal Parlamento: applausi da più parti, lodato il bel gesto, largo ai giovani, vai con la rottamazione. Peccato che circa il 30% dei parlamentari del PD sia legato a D’Alema da vincoli ideali, personali, religiosi, di convenienza. Su facebook esiste una simpatica pagina, ”L’ombra di D’alema”, che pretende di vedere in ogni evento nel cosmo la lunga mano di Baffino di Ferro: che non sarà più a farsi il mazzo in aula, ma che con le sue camicie rosse si assicura una salda influenza all’interno e all’esterno del partito. Del resto, quello di fare i burattinai è un vizio diffuso nel PD.
RENZI, a sua volta, nonostante la popolarità e il protagonismo, mantiene tutt’oggi una sola poltrona: quella di sindaco di Firenze. Ma anche lui dispone di un manipolo di parlamentari fedeli e di larga influenza nel partito e non solo. Però, il sindaco d’Italia sembra soffrire di questa distanza da Roma: in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, fece di tutto per assicurarsi un posto tra i delegati che ogni regione invia in Parlamento in questa occasione. Ma i piani alti del partito gli imposero il veto, e con un colpo di mano mandarono a votare il governatore toscano Guido Rossi. Renzi può comunque consolarsi: non è stato l’unico impallinato dal suo partito, quel giorno.
Insomma, forse ha ragione Grillo: le aule puzzano, e nessuno ci vuole andare. Vale però la pena di ricordare che in Italia, almeno in teoria, è il Parlamento a emanare il governo, discutere le leggi, promulgarle – insomma, ad essere il cuore attivo della politica del Paese. Sarebbe più giusto, efficace e logico turarsi il naso e agire lì sul palco in prima persona anziché con web, videomessaggi e correnti. Ma ai nostri politici piace agire dietro le quinte: del resto, fuori scena si possono vedere le attrici mezze nude che si cambiano d’abito. E si sa quali sono i vizietti di certi nostri ex-premier…
Stefano Colombo