Del: 25 Ottobre 2013 Di: Redazione Commenti: 1

Andy Warhol è uno di quegli artisti di cui tutti, nei grandi musei americani o in una delle varie mostre organizzate in Europa ogni anno, hanno avuto la fortuna, prima o poi, di ammirare le opere.

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Figura emblematica della scena culturale mondiale nella seconda metà del XX secolo, Andy Warhol è al tempo stesso una delle figure più amate e più controverse del panorama artistico degli ultimi sessant’anni: quella inaugurata giovedì scorso non è certo la prima mostra che Milano ospita sul maggiore esponente della Pop Art americana, ma meriterebbe una visita per più di una ragione.

Inserita nell’ambito delle celebrazioni organizzate dal Comune per l’Autunno Americano (http://www.autunnoamericano.it/) varata il mese scorso con la mostra su Pollock e gli Irascibili, quella dedicata a Warhol è un’esibizione allestita con opere provenienti dalla collezione privata di Peter Brant, amico intimo dell’artista e protagonista di primo piano della vita culturale americana negli anni ’60 e ’70.

Più di 160 i pezzi esposti, tra quadri, fotografie ed oggetti-simbolo di un’epoca, come le bottiglie di Coca-Cola e le lattine di zuppa Campbell’s.

20131023_131331Tra le opere più significative, oltre alle immancabili serigrafie policromatiche di Elvis e Liz Taylor, Mao Tse-Tung e la Gioconda, spiccano un divertente acquerello raffigurante un asino a cui attaccare la coda come nei giochi dei bambini,e un ritratto di Richard Nixon (corredato dall’ironica didascalia “McGovern”) i cui colori sono stati ossidati mediante l’uso di urina, a simboleggiare il rifiuto dell’arte intesa come espressione dell’interiorità umana.

E’ significativo richiamare come l’ultima mostra organizzata quando Warhol era ancora in vita, nel 1987, venne allestita proprio a Milano, città che, nelle parole dello stesso Peter Brant “amava Warhol ed era da lui amata, al punto da essergli rimasta profondamente nel cuore.” Un legame testimoniato anche dalla presenza di due reinterpretazioni dell’Ultima Cena leonardesca, che significativamente chiudono l’esibizione.

Degno di nota anche il quadro Shot Light Blue Marylin, celebre per il segno del proiettile che nel 1964 un’amica di Warhol esplose contro il ritratto della più famosa attrice americana. All’epoca, Brant lo acquistò per $5000 dollari, mentre oggi ne vale milioni. D’altronde, per usare le stesse parole di Andy Warhol “making money is art, and working is art, and good business is the best art”.

Frase discutibile, se si vuole, ma folgorante se si vuole farsi un’idea dell’atmosfera che regnava nei circoli della Pop Art.

Ed è proprio questo, la presenza dell’uomo Warhol, e non solo dell’artista, che viene messa in luce grazie all’opera di un amico e di un collega come fu Peter Brant, oltre che dall’ottimo lavoro del curatore artistico Francesco Bonami. Il lavoro personale di Andy Warhol è presentato ponendo in evidenza il lato più intimo e quasi ludico di un’attività professionale che ha coinvolto un’intera vita e condizionato il movimento dell’arte mondiale sino ai giorni nostri.
Per una volta, a Palazzo Reale si apre un’opportunità straordinaria per Milano e per i milanesi, che chi si interessa di cultura non dovrebbe perdersi.

Giovanni Masini

Andy Warhol
Palazzo Reale, Milano
24/10/13-09/03/14
Biglietto intero €12

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