Del: 25 Novembre 2013 Di: Giulia Pacchiarini Commenti: 0

Lei è quella buffa ragazza che hai incrociato correndo per le scale poco fa, quella a cui hai sorriso.
Lui è il suo ex ragazzo che ancora le scrive (troppo), che ancora la vuole vedere (sempre), che si apposta sotto casa sua e minaccia di attaccarsi al citofono fino all’alba, se continuerà a non rispondere alle sue chiamate.
Lei è la signora che abita al piano di sopra, quella schiva ma educata, magari un po’ sciatta con quei capelli sempre in disordine, i chili di troppo, le maniche tirate fino ai polsi, anche ad agosto.
Lui è suo marito, tanto simpatico e gioviale, la battuta pronta, l’aria distinta.

6.743.000

Lei è quell’avvocatessa con cui prendi il treno tutti i giorni, indossa capi firmati, occhiali scuri e un’ombra di fard sulle guance.
Lui è il suo fidanzato che dice di amarla ma la chiama puttana.
Lei è l’attrice di quel film che ti ha fatto tanto ridere, lui è il padre manesco. Lei la promoter, lui il vicino che la filma e la minaccia. Lei la tua insegnante, lui il marito che le sequestra lo stipendio. Lei la signora della mensa, lui lo sconosciuto che l’ha stuprata alla fermata dell’autobus. Lei la barista, lui il fidanzato che la svaluta. Lei la casalinga, lui il marito che l’ha costretta ad abbandonare il lavoro e le critica la famiglia. Lei l’animatrice, lui il capo che la molesta. Lei la parlamentare, lui il cittadino che non la vota perché donna.
Lei e Lui potrebbero essere chiunque accanto a te.
Potresti essere tu e non saperlo.

La violenza sulle donne è, precisamente, un qualsiasi sopruso, fisico, sessuale, psicologico, economico, compiuto ai danni di una donna in quanto tale, in quanto essere vivente pensante, indipendente da quella che viene definita l’altra metà del Mondo, in ogni aspetto che l’indipendenza possa sfiorare.
Non si tratta di un evento recente, non è un’emergenza degli ultimi mesi. È un male antico mai passato: radicato al centro del rapporto tra uomo e donna, avvantaggia il primo e nuoce alla seconda. Questa il più delle volte, trascura sintomi e segnali, li ignora, più o meno coscientemente, ed è forse questo il peggio.

Il numero di questi abusi compiuti oggi in Italia, Paese considerato civile e moderno, è alto, si stima che 6.743.000 donne ne siano vittime, eppure ufficioso perché coloro che decidono di denunciare sono solo la metà di chi subisce.
Perché? Perché l’omertà? Vivere, anzi, sopravvivere in silenzio in una situazione di maltrattamento è, nella maggior parte dei casi, una scelta dettata dalla paura: il timore per una vendetta, per la realizzazione delle minacce ricevute, la paura che le istituzioni non siano in grado di dare l’aiuto, la protezione, il sostegno indispensabili —ansia non del tutto ingiustificata, data la quantità di denunce necessarie prima di un’eventuale azione legale, le pochissime risorse dei centri antiviolenza, baluardi per coloro che vi si rivolgono, le luci e le ombre legate al recentissimo decreto legge contro la violenza di genere, emanato alla vigilia di Ferragosto.
Soprattutto però vi è la paradossale angoscia data dall’idea di una vita senza il mostro, l’uomo che ancora promette e ripromette amore (eterna giustificazione, eterno desiderio umano), la paura di separarsi da questo sentimento in cui si è creduto per molto tempo, in cui sono state investite speranze, per il quale è stato sacrificato tanto, troppo, primi fra tutti orgoglio e dignità.
Paura che ciò che si è perso non farà più ritorno.
Paura di rimanere per sempre spezzate, spezzate e sole.

Ciò che però sgomenta ultimamente psicologi, avvocati, medici, volontari e tutti coloro che lavorano in questo vasto campo, è il notevole abbassamento dell’età di chi si rivolge ai centri antiviolenza.
Giungono ragazze di 17, 21 anni, studentesse universitarie, liceali, giovani lavoratrici precarie, istruite, figlie di una generazione che dovrebbe aver donato loro libertà di espressione, possibilità di scegliersi un’esistenza priva di condizionamenti. A volte sono giovani vittime di violenza assistita (sono ciò testimoni di atti di sopruso tra i famigliari), a volte invece non hanno precedenti. Ognuna di loro si ritrova però invischiata una relazioni che lentamente la induce ad allontanarsi da coloro che la amano e ad abbandonare desideri e aspirazioni, la rende responsabile di colpe immaginarie, oggetto di una gelosia ossessiva, all’inseguimento della favola di un amore che di amorevole non ha nulla. Spesso si tratta addirittura del cosiddetto “Primo amore”, quello più folle e incosciente anche nelle relazioni normali perché mosso da istinto e passione, dalla convinzione che sarà per sempre, che sarà perfetto. Nei casi di violenza le stesse certezze sono applicate ad un fondamento erroneo perché dispotico, segnato da una dipendenza esagerata, da insulti più o meno mascherati, dalla distruzione della personalità della vittima e dal tentativo di appropriarsi della sua volontà, della sua vita, perché non sia più donna ma proprietà.

 

Per interrompere la successione degli eventi che tracciano il profilo di una relazione violenta, innanzitutto è necessaria quella che in gergo viene definita Rete. Una Rete è la naturale tela di legami forti e presenti che si instaurano intorno ad ogni donna e ad ogni uomo, composta da amici e famigliari, insegnanti e conoscenti, che alle prime avvisaglie, al primo sospetto, al primo inconsueto sacrificio “per amore”, stringa le proprie maglie e diventi paracadute, morbido tappeto, salvagente, e non molli la presa. Poiché l’obiettivo primario dell’uomo violento è creare il vuoto intorno alla propria vittima, in modo che questa possa fidarsi solo di lui, aggrapparsi solo a lui, dipendere da lui. È quindi essenziale prestare attenzione a chi ci circonda, non lasciare che si allontani perché in preda all’estasi amorosa, osservarne lo sguardo, i cambiamenti fisici e caratteriali, le rinunce, ascoltare i racconti, se ve ne sono, e i silenzi quando abbondano.
Comprendere.
Esserci.

Giulia Pacchiarini
foto Aracelota

Alcuni dei Centri Antiviolenza presenti in regione:

Milano
Cerchi d’acqua cooperativa sociale A.R.L contro la violenza alle donne contro la violenza in famiglia Onlus
Via Verona, 9 20135 Milano
Tel. 02.58430117
info@cerchidacqua.orgwww.cerchidacqua.org

Soccorso Violenza Domestica (SVD)
c/o Fondazione Ospedale Maggiore
Policlinico Mangiagalli e Regina Elena
Via della Commenda, 12 20122 Milano
Tel. 02.55038585
svd@policlinico.mi.it

Soccorso Violenza Sessuale (SVS)
c/o Fondazione Ospedale Maggiore
Policlinico Mangiagalli e Regina Elena
Via della Commenda, 12 20122 Milano
Tel. 02.55032489
svs@policlinico.mi.it

Casa di accoglienza delle donne maltrattate (CAFMI)
Via Piacenza, 14 20135 Milano
Tel. 02.55015519
cadmmi@tin.it www.cadmi.org

end_of_the_skype_highlightingBergamo
Associazione Aiuto Donna Uscire dalla Violenza
c/o Consiglio delle Donne
Via San Lazzaro, 3 24122 Bergamo
Tel. 035.212933
info@aiutodonna.it www.aiutodonna.it

Brescia
Casa delle Donne
Via San Faustino, 38 25122 Brescia
Tel./Fax 030.2400636
casa@casadelledonne.191.it

Como
Telefono Donna Como
Via Zezio, 60 22100 Como
Tel 031.304585
segreteria@telefonodonnacomo.itwww.telefonodonnacomo.it

Cremona
Associazione Donna Contro la Violenza Onlus
Via XX Settembre, 115 26013 Crema
Tel. / Fax 0373.80999
assocdonne@alice.itwww.controlaviolenza.it

Lecco
L’Altra Metà del Cielo
Via Trento, 26
Sede operativa: via Sant’Ambrogio, 17 23807 Merate (LC)
Tel. 039.9900678
Telefono Donna Merate Tel. 340.6348501 Tel. 340.48502 Tel. 348.1430297
altrametadelcielo@yahoo.it

Lodi
Centro Antiviolenza “La Metà di Niente”
c/o L’orsa Minore Onlus
Via Vistarini, 13 26900 Lodi
orsaminoreonlus(at)gmail.com www.orsaminoreonlus.org
Tel. +39 331 3495221 begin_of_the_skype_highlighting

Mantova
Telefono Rosa Associazione Volontarie di Telefono Rosa
Via Tassoni, 14 46100 Mantova
Tel. / Fax 0376.225656
telefonorosa@tin.itwww.telefonorosamantova.it

Monza
Centro Aiuto Donne Maltrattate (C.A.DO.M.)
Via Mentana, 43 20052 Monza
Tel. 039.2840006
cadomonza@centrodonnemaltrattate.191.itwww.cadom.it

Pavia
Cooperativa Liberamente Percorsi di Donne contro la Violenza Olus
Corso Garibaldi, 37/b27100 Pavia
Tel. / Fax 0382.32136Tel. 0382.040195
liberamente@centroantiviolenzapv.itwww.centroantiviolenzapv.it

Varese
Eos Onlus Centro di Ascolto e Accompagnamento contro la violenza le molestie sessuali e i maltrattamenti alle donne e ai minori
Via Staurenghi, 2421100 Varese
Tel. 0332.231271
eosvarese@virgilio.it

Giulia Pacchiarini
Ragazza. Frutto di scelte scolastiche poco azzeccate e tempo libero ben impiegato ascoltando persone a bordo di mezzi di trasporto alternativi.

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