Chi di noi, sudando le proverbiali sette camicie sui capitoli dei Promessi Sposi, non ha desiderato che Alessandro Manzoni si fosse dato all’ippica, invece di tormentare generazioni di studenti con le disavventure di Renzo e Lucia? Molti, probabilmente.
Ai miei tempi ancora non c’era la possibilità, ma è facile che i liceali del 2013 passino le ore di letteratura italiana concentrandosi sui propri smartphone più che sulle pagine del capolavoro manzoniano.
Facebook, Instagram e Twitter, soprattutto. Ed è proprio dall’incontro tra i grandi capolavori della letteratura e il social network dell’uccellino blu che nasce Twitteratura, progetto che vuole presentare una materia talvolta ostica come quella rappresentata dai classici letterari tramite uno dei medium più popolari tra gli utenti del web.
Si tratta, in parole povere, di riscrivere in soli 140 caratteri le grandi opere che hanno formato la nostra cultura di intellettuali post-novecenteschi.
“Twitteratura nasce nel 2012, quando il blogger Hassan Bodgan Pautàs propone #TweetQueneau, ovvero la riscrittura su Twitter degli Esercizi di Stile di Queneau: l’esperimento è innovativo, ma i partecipanti sono ancora pochi. – ci raccontano Hassan, Pierluigi e Paolo, responsabili del progetto – Dopodichè, il direttore della Fondazione Cesare Pavese, Pierluigi Vaccaneo, propone di sperimentare la formula sui testi dell’autore piemontese, dando vita a #LunaFalò. Il successo di pubblico spinge Pautàs e Vaccaneo, cui si unisce Paolo Costa, a lanciare anche l’hashtag #Leucò, allargando poi l’esperimento a Pasolini e Calvino, di cui sono stati riscritti gli Scritti Corsari e le Città Invisibili. “
Dopo l’approdo al Salone del Libro di Torino nel 2013, l’ultimo progetto, che è iniziato il 25 novembre, è dedicato ad Alessandro Manzoni.
Per la prima volta, l’esperimento è rivolto anche alle classi delle scuole secondarie, che sono invitate a twittare l’hashtag #TWSposi, dedicando tre giorni ad ogni capitolo. Esistono già profili come @TWDonAbbondio e @TWAgnese, ma anche i capponi di Renzo tengono ad avere un proprio account (@TWCapponi).
Già nei giorni dedicati ad #Invisibili erano stati proposti dialoghi immaginari tra Marco Polo e il Kublai Khan, pubblicati in un post con il bel titolo “Un tremendo bisogno di condividere”.
Anche con #TWSposi se ne vedranno delle belle, e non potremo stupirci leggendo le risposte irriverenti di Don Rodrigo a Fra’ Cristoforo, o i retroscena dei dialoghi segreti tra la Monaca di Monza ed Egidio.
Gli utenti che twittano e ritwittano i capolavori della letteratura sono sempre di più, e così capita di trovare fedeltà al testo originario, ma anche tweet ironici e goliardici, che magari rielaborano la pagina scritta aggiungedovi immagini, video e musica. La componente ludica è fondamentale, ma molti utenti raccontano che il progetto di Twitteratura si è rivelato un ottimo pretesto per riprendere in mano classici acquistati in età adolescenziale, mai amati davvero e lasciati per anni a prendere polvere in cantina. Isolaria Pacifico (@isopaci) ha twittato ad esempio, nell’ambito di #Leucò: “Se fossi stata a un convegno su Pavese, magari mi sarei annoiata. Per la riscrittura, ho letto per cinque volte tutti i Dialoghi con Leucò”.
Certo quello del 140 caratteri – meno di un sms – costituisce un limite invalicabile, ma, nelle parole dei responsabili di Twitteratura, obbliga alla sintesi, e costringe a “imparare a condensare, facendo emergere il senso più immediato del testo o scoprendone aspetti solitamente poco considerati ma assai significativi.”
E i numeri paiono dare ragione agli ideatori del progetto: se per #LunaFalò i tweet complessivi erano stati circa 5mila, l’hashtag dedicato a Calvino, #Invisibili, ne ha generati più di 80mila, tra cinguettii originali e retweet. Il trend è confermato anche in termini di provenienza geografica dei tweet, da una diffusione limitata al Centro-Nord fino ad includere il Mezzogiorno, che raccoglie addirittura la maggior parte delle scuole che partecipano a #TWSposi. La contaminatio tra forme di cultura a volte ingiustamente considerate accessibili solo alle élites e media di massa come Twitter stimola apprendimento e creatività insieme, consentendo uno scambio intergenerazionale che è al tempo stesso sperimentale e appassionante. Resta da vedere come reagiranno gli studenti dei licei e degli istituti che prenderanno parte all’iniziativa, ma per ora la risposta del pubblico pare entusiasta.
Anche perché, come spesso accade, il progetto di twitteratura si presta a veicolare messaggi diversi da quelli per cui è stato concepito: il 25 novembre, ad esempio, Lucia Mondella (@TWLuciaM) twittava: “La violenza sulle donne è una storia antica, non una favola. E’ vera, è fatta di gesti, scelte, parole e silenzi.”