Del: 26 Maggio 2014 Di: Redazione Commenti: 0

Nonostante il titolo, La Primavera Araba – graphic novel edita da Bao Publishing – è molto lontana dalla confusa idea che la maggior parte delle persone si è fatta dell’insieme di rivolte, rivoluzioni e scontri che hanno sconvolto la vita sociale e politica di gran parte dei Paesi nord africani e medio orientali. Infatti la fortunata espressione giornalistica, nonostante il suo appeal necessariamente buonista (obbligatorio per far presa sull’opinione occidentale), non può fare a meno di evocare gli avvenimenti degli ultimi anni in termini troppo semplicistici, generalizzando contesti e cause molto diverse.
L’incontro tra Jean-Pierre Filiu, professore di Storia del Medio Oriente presso l’Istituto di Studi Politici di Parigi nonché saggista di fama internazionale, e Cyrille Pomès, disegnatore conosciuto soprattutto per le sue doti di autore completo, ha visto nascere un libro che riesce a raccontare con chiarezza gli avvenimenti di questi ultimi tre anni. Narra i fatti attraverso momenti e luoghi, riportando i nomi e – ancora più importante – i volti di tutte quelle persone che hanno avuto un ruolo in queste difficili vicende.

«La primavera araba è la storia di queste persone. Uomini e donne che si sono alzati per riprendersi il loro destino.»

Nessun titolo, nessuna introduzione, nessun indice, il libro si apre su una mappa raffigurante il mondo arabo; per ogni Paese una vignetta collegata con una linea in rosso: un ritratto. Fa eccezione solo il Mediterraneo, da cui spuntano le Torri Gemelle in fiamme — monito per l’Occidente dell’impossibilità di ignorare la Storia che lo lega a questa parte del mondo.
La graphic novel si divide in capitoli (ognuno dedicato ad uno stato), che raccontano la storia recente, riportano con precisione gli avvenimenti, le implicazioni e come queste si riflettono sul quadro generale. Allo stesso tempo, però, i capitoli hanno un protagonista: coniugano la loro natura saggistica con una più narrativa, e chi legge si sente vicino agli ideali e alle azioni di chi protesta senza bisogno di patetismi.

la primavera araba

Questo compito è svolto quasi completamente dalle illustrazioni, che commentano in modo straordinario i testi, troppo freddi e distaccati per essere autonomamente efficaci, spesso con una splendida amara ironia. Pomès riesce a creare delle immagini suggestive che diventano la vera forza innovativa di una pubblicazione come questa; i suoi disegni affiancano in modo molto efficace le descrizioni estremamente curate di Filiu e riescono, con un dosaggio curato del colore, a far risaltare all’occhio il dettaglio voluto.
Nell’ultimo capitolo, “La fine dei complotti”, gli autori cambiano in qualche modo focus e direzione, puntando su uno stile diverso dal resto del libro: due diversi registri dialogano e riescono a dare efficacia ad un epilogo che in realtà epilogo non può essere.

Bao pubblica un libro nuovo, sotto molti aspetti, e lo fa con quella cura per i dettagli e la qualità a cui siamo ormai abituati. L’unica nota dolente è da ascrivere probabilmente al lavoro di traduzione: qualche frase non fila come dovrebbe e si è fatto un uso troppo affrettato di alcuni termini.
Nonostante l’impronta retorica data alle ultime frasi dell’opera – esonerata per il resto da facili buonismi – La Primavera Araba è una graphic novel con il nobile intento di informare, sottolineato dalla presenza di una breve bibliografia tra le ultime pagine, che riesce ad aprire un sentiero, perfetto per chi decidesse di approfondire questo delicato periodo storico.

Mattia Fumagalli
@TiaTiaFuma

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