Del: 16 Maggio 2014 Di: Maria C. Mancuso Commenti: 0

È di poche ore fa la notizia del rinvio a giudizio nel processo, rimandato a settembre, dei sette giovani tra i 23 e i 30 anni protagonisti degli scontri con la polizia avvenuti il 6 maggio scorso presso la sede di via Festa del Perdono dell’Università Statale di Milano.

I ragazzi, tra i quali solo due effettivamente studenti dell’università, vennero messi agli arresti domiciliari il 19 giugno scorso, mentre altri trenta furono denunciati con accuse di resistenza e di violenza a pubblico ufficiale, di danneggiamento, di lesioni aggravate, di travisamento, di porto di oggetti atti a offendere e di istigazione a delinquere. I sette giovani risultavano già conosciuti alle forze dell’ordine.

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Tra gli arrestati e i denunciati soprattutto membri del gruppo Ex-CUEM, un collettivo di studenti che il 16 aprile 2012 aveva occupato lo spazio all’interno dell’università, vuoto da mesi, che aveva ospitato per decenni la storica libreria CUEM, fallita per bancarotta fraudolenta in circostanze non del tutto chiarite e chiusa nel settembre 2011.
Il locale, completamente autogestito dal collettivo, voleva essere un analogo all’interno dell’ateneo di una libreria storica della città di Milano, la Calusca, fondata da Primo Moroni nel 1972. Il proposito che trainava il progetto era principalmente quello di fornire servizi necessari agli studenti, tra i quali la vendita di libri usati e non, di dispense, la creazione di un archivio digitale contenente le scannerizzazioni di libri universitari, la possibilità di fotocopiare donando un’offerta libera. Si aggiungevano a questi la messa a disposizione di un microonde e di una macchinetta per il caffè.
Tuttavia, a causa delle condizioni di illegalità in cui versava lo spazio, il rettore Vago stabilì lo sgombero: oltre all’occupazione, illecita in sé, e all’organizzazione al suo interno di festini difficilmente ammissibili in un’università, il collettivo non aveva voluto partecipare al bando di assegnazione regolare dello spazio, non era provvisto di un registratore di cassa e non rispettava i diritti d’autore.

L’ultimo sgombero, il quarto e definitivo, avvenne tra il 4 e il 5 maggio 2013. Fu così che la mattina di lunedì 6, al posto della libreria autogestita, i ragazzi di Ex-CUEM trovarono l’aula completamente vuota, il pavimento divelto e tutto ciò che era al suo interno ammassato nel corridoio attiguo.
Poche ore dopo la scoperta, in un’assemblea pubblica ad alta partecipazione, i ragazzi presero la decisione di manifestare strenuamente il dissenso contro la decisione del rettore e di occupare il giorno stesso un secondo locale. Vago, in risposta alle proteste, chiamò le forze dell’ordine, arrivate nel primo pomeriggio in tenuta antisommossa.
Gli scontri tra la polizia e gli studenti non tardarono a verificarsi — scene che da decenni non si vedevano all’interno delle università italiane. Difficile a dirsi chi abbia dato il via agli atti di violenza, ma si può certamente affermare che essi furono perpetrati da entrambe le parti – come attestano vari video e foto di quel giorno –, la polizia utilizzando i manganelli, alcuni ragazzi servendosi di oggetti presenti nel chiostro: una bacheca annunci, dei cassonetti, un sanpietrino e un ombrello.
Nel bilancio si registrarono quattro poliziotti e quattro studenti feriti e tra questi ultimi uno riportò la frattura di un braccio.

Maria Catena Mancuso
@MariaC_Mancuso
Maria C. Mancuso
Scrive di agricoltura, ambiente e cibo. Mal sopporta chi usa gli anglicismi per darsi un tono.

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