Per chiunque abbia visitato gli Stati Uniti esiste un termine ante e post quem: l’attentato alle torri gemelle.
Fino al settembre 2001 prendere un aereo era un modo semplice e anche economico per viaggiare; l’aeroporto non era un posto dove si poteva perdere del tempo, a meno di cancellazioni improvvise. Poi c’è stato il disastro — quello che nessuno poteva immaginare (o forse la CIA sì, ma la vicenda è ancora oscura) — e il modo di approcciarsi ai voli aerei è radicalmente cambiato; la necessità di percepire maggiore sicurezza in volo è diventata la priorità, e poco importa se sia tutta apparenza: basta bottiglie con capacità superiore ai 100 ml, troppa poca la differenza tra un liquido bomba e l’acqua, basta tagliaunghie e forbicine, obbligo di togliersi le scarpe (magari non emanando nemmeno troppo dolci fragranze), per prevenire eventuali scarpe-bomba, via la cintura, altro celebre oggetto di distruzione di massa, così da rendere più trendy anche gli anziani con un bel cavallo basso. Recentemente sono stati installati i body scanner, metal-detector super potenti che fanno una radiografia immediata del soggetto, per confermare il vecchio adagio “sotto il vestito niente”.

Tanti controlli alla partenza sono motivati, forse, da altrettanti ancora alla dogana USA: innanzitutto ti prendono le impronte digitali, non si sa mai, e poi viene effettuata un’attenta disamina del motivo del viaggio.
Disamina che è stata fatta anche a Gregory Despres, ragazzo 22enne americano, quando si è presentato alla frontiera con una borsa contenente un coltello, un’accetta, un tirapugni e una motosega sporca di sangue. Senza battere ciglio il ragazzo è stato fatto entrare su suolo americano dopo che gli erano state tolte le armi — quelle avrebbe potuto tranquillamente comprarle al Wall-Mart fuori dall’aeroporto. Il giovane ha affermato di essere andato a caccia (con una motosega!) e i severi controllori americani non hanno avuto nulla da obiettare, chi sono loro per dire a qualcuno come si debba andare a caccia?
Purtroppo il ragazzo non era andato a caccia, ma aveva appena ucciso una coppia di anziani.
Alle critiche piovute addosso all’agenzia di frontiera, il portavoce Bill Anthony ha riferito: «Nessun pregiudizio — eccetto se sei nero, giallo, caffelatte, porti il turbante, sei musulmano, sei stato negli ultimi dieci anni in un Paese musulmano o porti la barba. God bless America».
Jacopo Iside
@JacopoIside