Del: 6 Ottobre 2014 Di: Redazione Commenti: 0

La mattina di domenica 5 ottobre, a Milano, un eterogeneo gruppo di persone manifesta in silenzio, immobile, con un libro in mano. Sono le Sentinelle In Piedi, un movimento ispirato al gruppo di protesta dei Veilleurs Debout francesi, che rivendicano essenzialmente la libertà di opporsi alle coppie omosessuali e ai loro diritti. Nascono nel 2013, in reazione alla proposta di legge Scalfarotto — approvata alla Camera e in discussione al Senato — che dovrebbe introdurre la pena detentiva per atti di discriminazione etnici, religiosi e legati all’orientamento sessuale. È proprio questo ultimo punto ad infastidire le Sentinelle, profondamente convinte dell’importanza della famiglia tradizionale, e della pericolosità di altri tipi di coppie nell’educazione di un ipotetico figlio adottivo. Testi simili sono stati già approvati in Francia e Inghilterra, dove hanno permesso di punire attacchi scritti e atti discriminatori rivolti agli omosessuali — ovviamente non senza suscitare numerose proteste.

Uomini, donne, giovani, adulti e anziani si sono dati appuntamento in Piazza XXV Aprile. Lo stesso giorno, fa sapere un giovane ragazzo al megafono, le Sentinelle In Piedi si raduneranno in altre novantanove piazze in tutta Italia. Annuncia poi ai partecipanti milanesi che i responsabili li aiuteranno a disporsi in modo ordinato, a due metri l’uno dall’altro, per dare il via alla loro manifestazione “pacifica e silenziosa”. Il metodo delle Sentinelle, ripreso dal gruppo di protesta francese, consiste nello stare in piedi, senza fare alcuna azione se non quella di leggere un libro. All’inizio della riunione, i suddetti responsabili hanno distribuito opere letterarie a chi non ne fosse già munito. Gli scrittori a disposizione sono variamente assortiti: da libri di argomento religioso a Philip Dick, piuttosto che Oriana Fallaci, Michail Bulgakov, Isaac Asimov. A quanto pare non ha importanza l’ideologia o il messaggio contenuti all’interno di un’opera.

È il libro in sé, come oggetto, come simbolo, che conta. Esso rappresenta la cultura, l’informazione, la libertà di espressione contro gli “oscurantisti” che vogliono impedire alle Sentinelle di manifestare la loro omofobia.

Al proposito, uno dei responsabili fa addirittura il paragone con le dittature che in passato hanno promosso roghi di libri, per impedire al popolo di pensare con la propria testa. “Liberticidio” è il termine ricorrente della mattinata.

La libertà d’espressione vuole essere l’insegna sotto cui si muovono le Sentinelle. Sui loro volantini, sul loro sito web, non c’è punto in cui tale valore non venga ribadito. In questo modo la situazione è deliberatamente ribaltata: non sono più gli omosessuali, da anni vittime di violenza e odio, a non potere esprimersi. Le vere vittime sono loro, gli aderenti alle Sentinelle, che si sentono minati nella loro libertà di azione e discriminazione. E questa non è l’unica contraddizione su cui si regge il gruppo. A partecipare alle loro riunioni sono invitati, tra gli altri, “persone di qualunque orientamento sessuale”; si dichiarano apartitici e aconfessionali difendendo, nelle loro “preghiere collettive”, la sacralità della famiglia tradizionale basata sul vincolo del matrimonio.

barbie sentinella

Oltre al “liberticida” disegno di legge Scalfarotto, un altro avvenimento che indigna le Sentinelle è il recente riconoscimento di adozione del Tribunale per i Minorenni di Roma ad una coppia di donne. Il fatto viene discusso e criticato nel discorso finale del direttore della manifestazione. Quello della famiglia tradizionale è un tema particolarmente centrale per il movimento, che vede nell’adozione da parte di coppie gay un vero e proprio rischio per la crescita del bambino, nonché un puro atto di egoismo da parte dei genitori adottivi. “Un figlio non è una cura” dice il direttore della manifestazione alla fine del raduno, urlando nel megafono per sovrastare i cori di dissenso creatisi nel frattempo.

Attorno alle Sentinelle In Piedi, domenica mattina a Milano, ha infatti marciato il gruppo della contro-protesta, meno numeroso di quanto avrebbe potuto essere. Organizzato in quasi tre giorni da un’iniziativa di poche persone sul web, si è basato sostanzialmente su un passaparola che ha richiamato un centinaio di manifestanti.

Radunati in cerchio intorno al gruppo degli intenti lettori, hanno esposto sul petto cartelli con messaggi spiritosi e ironici sulla discriminazione — da “Io sono contro al mondo rotondo” a “Io sono contro all’uso causale del congiuntivo”, passando per “Io sono contro la frutta secca”.

Per andar contro ad un movimento con cui la discussione sarebbe difficile, hanno scelto la via della leggerezza e dell’ironia. Ma nonostante lo scherzo e le risate, le Sentinelle In Piedi non sono da sottovalutare: è risaputo che un movimento del genere, per quanto contraddittorio e per ora relativamente contenuto, possa diventare molto pericoloso.

Martina Rossi
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martinamattie

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