
Nel tardo pomeriggio di ieri, un folto drappello di studenti s’è presentato sotto a Palazzo Lombardia, la nuova sede di vetro della Regione, per opporsi ai tagli ai fondi per il diritto allo studio annunciati dalla giunta Maroni. I manifestanti – chiamati a raccolta da alcune sigle studentesche come UDS, Link e UniSì, appoggiate anche dalla CGIL – hanno poi consegnato le 3533 firme di studenti della Statale e della Bicocca che hanno messo nome, cognome e numero di matricola per opporsi a quello che da molti viene visto come un atto discriminatorio verso i meno abbienti.

Già l’anno scorso avevamo parlato dei tagli di Maroni, ma avevamo avuto rassicurazioni dall’assessore Valentina Aprea sul fatto che le quote universitarie per il diritto allo studio non sarebbero state toccate. Evidentemente però l’assessore non terrà fede alla sua promessa: è in programma una riduzione del 40% dei finanziamenti al CIDIS, l’ente che ”persegue l’interesse pubblico dell’effettività del diritto allo studio per gli studenti meritevoli, ma privi di mezzi” — in altre parole, l’ente che eroga le borse di studio. Il CIDIS è una struttura pubblica, non ha scopo di lucro, e un taglio simile alle sue finanze equivarrebbe ad assestargli un colpo durissimo. E se il CIDIS dovesse chiudere, o fosse costretto a cercare fondi per altre vie, a rimetterci sarebbero gli studenti che hanno bisogno di un sostegno finanziario per potersi permettere di continuare a studiare.

Complessivamente, la Regione Lombardia ha intenzione di stanziare per l’Università 13 milioni in meno rispetto al precedente bilancio. «La situazione del Diritto allo Studio Lombardo è già critica ed eccezionale» ha dichiarato Davide Martucci, rappresentante studentesco in CdA CIDiS per UniSì e coordinatore di Link. «Da un lato l’Assessore Aprea ha firmato un protocollo con il MIUR circa l’inasprimento dei criteri di merito per l’accesso ai benefici, con l’unico obiettivo di tagliare il numero degli idonei; dall’altro la Regione non copre più dell’85% degli idonei alla borsa, costringendo gli atenei a coprire le borse mancanti con le tasse degli studenti».

La giunta sta confermando la sua mancanza di interesse per il diritto all’istruzione pubblica e alla cultura in generale: la chiusura dei rubinetti al CIDIS fa il paio con il probabile prosciugamento dei fondi alle biblioteche pubbliche — i tagli lineari alle Regioni decretati dal governo si ripercuotono sui cittadini anche e soprattutto così. Forse è ancora possibile opporsi a questa serrata: il bilancio regionale verrà approvato durante i giorni lunedì 22 e martedì 23 dicembre e le associazioni studentesche hanno fatto sapere che il 22 saranno nuovamente davanti a Palazzo Lombardia. Vi terremo aggiornati.
Stefano Colombo
@granzebrew
Foto di Martina Battocchio