Del: 28 Gennaio 2015 Di: Giulia Pacchiarini Commenti: 0

Giulia Pacchiarini
@GiuliaAlice1

Jesús Murillo Karam, procuratore generale della repubblica messicana, ha dichiarato poche ore fa la morte – per certezza giuridica – dei 43 studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa, scomparsi nella notte tra il 26 e il 27 settembre dopo uno scontro con agenti di polizia corrotti.

A causa delle condizioni in cui sono stati recuperati i resti umani – ritrovati carbonizzati all’interno di sacchi posti sul fondo del fiume San Juan – qualche giorno fa il laboratorio di Innsbruck a cui erano stati inviati per effettuare i test del DNA, aveva ammesso la propria incapacità di giungere a risultati concreti rispetto alle identità di 42 dei 43 studenti scomparsi — i resti di Alexander Mora sono stati gli unici su cui è stato possibile compiere accertamenti e di cui è stata certificata la morte scientificamente.

Tuttavia, a seguito di ulteriori dichiarazioni di colpevolezza da parte di sicari e recentemente dal leader dell’organizzazione criminale Guerreros Unidos Felipe Rodríguez Salgado, conosciuto come “el Terco” o “el Cepillo”, è stato possibile affermare che tutti i 43 studenti sono stati uccisi . A sostenere le molteplici dichiarazioni dei sicari vi sono anche 416 perizie scientifiche effettuate sui luoghi in cui si presume siano avvenuti i sequestri e gli omicidi.

Il cartello colpevole degli omicidi risulta oggi profondamente legato all’ex sindaco di Iguala José Luis Abarca e soprattutto alla moglie, Maria de Los Angeles Pineda Villa, ora entrambi agli arresti. Secondo la ricostruzione della procura, infatti, sarebbe stata proprio la coppia a ordinare prima alle forze di polizia e poi al gruppo criminale di fare il modo che gli studenti – e così le loro idee, la loro volontà di non arrendersi allo status quo corrotto della nazione messicana e in particolare dello stato del Guerrero – non fossero più un problema.

Mexican Student Collage

I ragazzi uccisi il 27 settembre si chiamavano: Abel García Hernández; Abelardo Vázquez Periten; Adam Abrajan de la Cruz; Antonio Santana Maestro; Benjamin Bautista Ascencio; Bernardo Flores Alcaraz; Carlos Iván Ramírez Villarreal; Carlos Lorenzo Hernández Muñoz; Cesar Manuel González Hernández; Christian Alfonso Rodríguez Telumbre; Colon Christian Tomas Garnica; Cuthbert Ortiz Ramos; Dorian González Parral; Emiliano Alen Gaspar de la Cruz; Everardo Rodriguez Bello; Arnulfo Felipe Rosas; Giovanni Galindes Guerrero; Israel Caballero Sánchez; Israele Jacinto Lugardo; Jovany Jesús Rodríguez Tlatempa; Jonas Trujillo González; Jorge Alvarez Nava; Jorge Anibal Cruz Mendoza; Jorge Antonio Tizapa Legideño; Jorge Luis González Parral; Jose Angel Campos Cantor; José Ángel González Navarrete; José Eduardo Bartolo Tlatempa; José Luis Torres Luna; Joshvani Guerrero de la Cruz; Julio César López Patolzin; Leonel Castro Abarca; Luis Angel Abarca Carrillo; Luis Angel Francisco Arzola; Magdaleno Lauro Ruben Villegas; Marcial Pablo Baranda; Marco Antonio Gómez Molina; Martín Sánchez García Getsemany; Mauricio Ortega Valerio; Miguel Ángel Martínez Hernández; Miguel Angel Mendoza Zaccaria; Bruno Saúl García; Alexander Mora Venancio.

Come loro morirono quella notte anche lo studente Julio César Mondragón Fontes (El Chilango) e gli insegnanti Daniel Solis Gallardo e Julio Cesar Ramirez Nava, oltre che Blanca Sanchez Montiel che viaggiava su un taxi nei pressi del luogo in cui è avvenuto il sequestro.
Su cosa sia accaduto realmente quella notte, sulle implicazioni dell’amministrazione locale e nazionale vi sono ancora molti dubbi, e le indagini rimangono aperte.

Uno degli slogan gridati in questi mesi appare oggi un monito a non smettere di cercare una verità non solo per i 43 studenti ma per la popolazione messicana, che non può e non deve continuare a convivere con corruzione, sparizioni e omicidi: “Nos enterraron sin saber que eramos semillas”, li seppellirono senza sapere che erano semi.

Giulia Pacchiarini
Ragazza. Frutto di scelte scolastiche poco azzeccate e tempo libero ben impiegato ascoltando persone a bordo di mezzi di trasporto alternativi.

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