Del: 21 Febbraio 2015 Di: Marta Clinco Commenti: 0

Marta Clinco
@MartaClinco

La “frode ai lettori” è costata cara all’inglese The Telegraph che, oltre a quelli, ha perso anche il suo principale commentatore politico Peter Oborne, reporter per Channel4, editorialista dell’anno per i Press Awards del 2013, assunto dalla testata nel 2010.
L’accusa rivolta alla storica testata britannica – tra le più autorevoli, nonché conservatrici in UK – riguarda in particolare la copertura riservata alla grande inchiesta sull’evasione fiscale della banca, anch’essa inglese, HSBC: sarebbe stato dato poco spazio a SwissLeaks, l’indagine durata otto mesi e coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), condotta di fatto dai colleghi di Guardian, BBC, Daily Mail, Times, Le Monde, Suddeutsche Zeitung, L’Espresso e altri riguardo la cosiddetta “Lista Falciani”, intestatari di conti presso la filiale svizzera di Ginevra di HSBC, trapelata proprio dagli archivi segreti della banca per mano di un dipendente, il tecnico informatico Hervé Falciani.
Tra i documenti relativi all’inchiesta, molte informazioni riservate e scomode; soprattutto, oltre ai numeri e ai nomi dei coinvolti, in evidenza il fatto che il meccanismo di elusione ed evasione fiscale fosse accettato, accordato e infine incoraggiato da HSBC stessa.

Hsbc - Telegraph


Nell’articolo pubblicato il 17 febbraio su OpenDemocracy dopo aver rassegnato le proprie dimissioni, Oborne racconta inizialmente di quanto sia stato un onore e motivo d’orgoglio per lui ricevere la notizia dell’assunzione al Telegraph: è infatti noto il prestigio che ha sempre distinto la testata, “letta da tutto il Paese, non solo nel mondo della finanza o della politica, molto legata ai suoi valori e da tempo riconosciuta per la sua accuratezza nel riportare le notizie”. Ciononostante qualcosa stava cambiando già nel 2010, nello stesso periodo in cui era stato assunto, come riporta anche la BBC : le vendite del giornale erano calate drasticamente fino a dimezzarsi, al termine di in una drammatica escalation durata dieci anni; inoltre, a inizio 2014 l’allora direttore Tony Gallagher viene licenziato e sostituito dall’americano Jason Seiken, il nuovo Head of Content devoto più al numero di click che alla qualità dei contenuti. Scrive infatti Oborne: “Gli articoli non sembravano essere più giudicati per la loro rilevanza, accuratezza, o per il livello di interesse che potevano suscitare per chi acquista il giornale. L’indice più importante era diventato il numero di visitatori raggiunti sul web. Il 22 settembre il Telegraph ha pubblicato una storia riguardo a una donna con tre tette. Un giornalista del Telegraph mi ha riferito che si sapeva che la storia era falsa ancor prima che venisse pubblicata. Non ho dubbi sul fatto che sia stata pubblicata per aumentare il traffico online, cosa che poi probabilmente è accaduta. Non sto dicendo che il traffico online non sia importante, ma sul lungo termine, comunque, episodi di questo genere provocano danni incalcolabili all’autorevolezza di un giornale”.

Peter Oborne

L’articolo più recente di Oborne riguardo HSBC non sarebbe stato pubblicato per motivi legali – fatto poi smentito dagli stessi avvocati del Telegraph dopo richieste di chiarimenti da parte di Oborne stesso. Pare tuttavia che il suo sia solo uno dei diversi casi di pubblicazioni inspiegabilmente mancate che hanno interessato ottimi giornalisti – come li descrive l’articolo su OpenDemocracy — alle prese, purtroppo, con le notizie “sbagliate”.

È il caso di Harry Wilson, corrispondente bancario del Telegraph, che aveva pubblicato una pezzo online riguardo HSBC sulla base di una relazione di un analista di Hong Kong, il quale sosteneva ci fosse un enorme “black hole” nei conti HSBC. L’articolo è stato rapidamente rimosso dal sito del Telegraph, nonostante non vi fossero gli estremi legali. Quando Oborne ha chiesto alla HSBC se si fosse lamentata per il pezzo di Wilson, o se avesse giocato alcun ruolo nella decisione di rimuoverlo, non ha ottenuto altro che un laconico “no comment”.

D’altra parte la replica dalla redazione del Telegraph non si fa attendere, e non delude le aspettative: “This newspaper makes no apology for the way in which it has covered the HSBC group and the allegations of wrongdoing by its Swiss subsidiary, allegations that have been so enthusiastically promoted by the BBC, the Guardian and their ideological soulmates in the Labour Party. We have covered this matter as we do all others, according to our editorial judgment and informed by our values. Foremost among those values is a belief in free enterprise and free markets”. Insomma, niente scuse, anzi: un monito per i colleghi – BBC, Guardian e “anime gemelle” – che si sono dimostrati subito tanto entusiasti nel promuovere le accuse rivolte al gruppo HSBC.

Molti sono infatti gli articoli di analisi, in gran parte in sostegno alla presa di posizione e alle dichiarazioni di Oborne, comparsi in questi giorni sulla stampa straniera, in particolare su quella inglese. Il citato Guardian dedica ampio spazio alla vicenda: “La migliore garanzia di integrità editoriale rimane un’organizzazione abbastanza stabile per proteggere il proprio personale e il loro lavoro dalle tempeste del mercato – advertisers compresi. […] I giornali e le emittenti hanno ancora le risorse e le competenze per digerire, elaborare e trasmettere masse di informazioni in modo tale da guadagnare la fiducia dei lettori. Questa è una democrazia vitale. [ … ] L’unico campione di una stampa libera non è un regolatore, o commissione, o una mappa di bordo. È la libertà di stampa in sé. La pluralità, la rivalità, la divulgazione, l’esposizione e talvolta la rabbia sono i migliori custodi. Questo è ciò che abbiamo visto questa settimana.

“Un Oborne vale 10 Levesons”

afferma Simon Jenkins nell’editoriale del 18 febbraio. E il giorno seguente Peter Greenslade sempre sul Guardian : “Peter Oborne può essere un cane sciolto, una pecora nera, ma le sue rivelazioni sul Telegraph sono dinamite”.

Ciò non toglie che – per usare le parole di Osborne – “there is only one word to describe this situation: terrible”.

Marta Clinco
Cerco, ascolto, scrivo storie. Tra Medio Oriente e Nord Africa.

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