Del: 4 Marzo 2015 Di: Maria C. Mancuso Commenti: 0

Maria Catena Mancuso
@MariaC_Mancuso

Abbiamo già visto l’anno scorso quanto candidarsi per un Erasmus possa essere faticoso per uno studente comune ancora impreparato all’oscuro mondo della burocrazia — soprattutto per la lunga trafila da seguire, tutta fatta di scadenze, documenti, firme, approvazioni, certificazioni, email e uffici, a volte complicata dalle stesse università.
Una volta selezionati per partire, bisogna prepararsi a vivere in una nuova città e quindi, prima di tutto, bisogna trovare un alloggio. In alcuni casi, soprattutto quando la meta è una capitale, i rischi che si corrono sono diversi: prezzi troppo alti, tentativi di truffa, inadeguatezza delle camere, distanze esagerate dalla sede universitaria — è poi quasi un miracolo trovare un posto in studentato.
Citando il nostro articolo: «La risposta dell’Università, in questo caso come in molti altri, è senza dubbio finalizzata ad aiutare lo studente a crescere e a gestire i propri affari con responsabilità, e si può più o meno sintetizzare nell’esortazione:“Arrangiati!”».

In nostro aiuto potrebbe però venire già dall’anno prossimo una piattaforma: HousingAnywhere.com, un progetto nato a Rotterdam nel 2009, creato e gestito da giovani studenti, attivo in molti Paesi — anche fuori dai confini europei.

Abbiamo incontrato Niels van Deuren, 26 anni, fondatore di HousingAnywhere.com e Giuseppe Amoruso, suo Country manager, 24 anni, studente in management all’Università Cattolica.

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Ciao Niels, parlaci di Housing Anywhere.
Si tratta di una piattaforma student-to-student che mette in contatto studenti outgoing e studenti incoming, per uno scambio internazionale – quindi soprattutto Erasmus – che possono cercare o offrire posti letto per brevi periodi. Basta registrarsi con l’indirizzo mail universitario e inserire o cercare annunci.

Com’è nata l’idea?
Nel 2009, mentre studiavo e da Rotterdam dovevo partire per studiare un semestre a Singapore. Volevo affittare la mia camera e prenderne in affitto una lì, ma mi sono reso conto di quanto fosse difficile farlo per un solo semestre. Così mi è venuta l’idea di creare una piattaforma che mettesse in contatto gli studenti e che li aiutasse a cercare un alloggio adeguato senza il rischio di imbattersi in truffe e soprattutto a prezzi onesti.

E come vi finanziate?
Per gli studenti è tutto gratuito, ma le università pagano una tassa membership di qualche migliaio di euro: dai 1200 ai 3500 euro all’anno.

Quanti sono i Paesi che prendono parte al progetto?
Sono 21: abbiamo accordi con 92 università in tutta Europa, ma anche nel resto del mondo: in Canada, Messico, Brasile. In Italia lavoriamo con le università di Bologna, Pavia, Pisa, Parma, Trento, Trieste, Firenze, Torino e Ancona.

E a Milano?
Al momento a Milano non lavoriamo con nessuna università, ma in questi giorni stiamo incontrando vari atenei: Cattolica, Iulm, Bocconi, Bicocca, oltre alla Statale e our feeling is good. Qui è davvero molto difficile trovare un alloggio: we really hope to help students from Milan soon!

Housing Anywhere è un buon esempio, come ci dice Giuseppe, di come degli studenti possano far impresa e creare qualcosa di concreto: ad oggi rispetto al 2013 sono cresciuti di più del doppio, da 40 università partner a 92.
Ogni anno sono sempre di più gli studenti che decidono di partire per un’esperienza di studio all’estero, anche a Milano. L’incontro e lo scambio di stili di vita, di culture e di saperi diversi sono un momento di grande arricchimento personale: le università devono essere consapevoli che sono loro le prime a poterne trarre beneficio – sia in termini di prestigio, che in termini economici – ed è per questo che devono impegnarsi a rendere queste esperienze più semplici e sicure.

Maria C. Mancuso
Scrive di agricoltura, ambiente e cibo. Mal sopporta chi usa gli anglicismi per darsi un tono.

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