Elena Buzzo
@ele_buzzo
Silvia Camporesi, Terza Venezia 2011
L’Italia è uno dei Paesi più fotografati al mondo. La prova ci viene fornita da 42 tra i più grandi fotografi italiani che ci mostrano i loro luoghi nativi, luoghi di protesta, luoghi di dolore e di gioia.
Dalla luminosa Pompei di Claudio Sabatino ai cupi paesaggi marchigiani di Mario Giacomelli, dai volti in bianco e nero dei bambini di Toni Thorimbert alla nebbiosa e onirica Venezia di Silvia Camporesi. Questi e molti altri i nomi protagonisti del percorso allestito a Palazzo della Ragione, che propone una mostra collettiva tutta dedicata all’Italia.
«Questa mostra raccoglie idealmente il testimonial delle due precedenti esposizioni dedicate ai due grandi maestri della fotografia Salgado e Bonatti, che hanno raccolto un grande successo, e racconta il nostro Paese proponendo le fotografie di grandi fotografi che hanno colto gli aspetti principali dell’Italia e dei suoi abitanti» afferma Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura.
ITALIA INSIDE OUT, curata da Giovanna Calvenzi, si sviluppa in due momenti distinti: la prima parte (INSIDE), visitabile dal 21 marzo al 21 giugno, offre scatti di artisti italiani, mentre la seconda parte (OUT), visitabile dal 1 luglio al 27 settembre, mostrerà ciò che l’obiettivo di fotografi stranieri ha saputo cogliere del Belpaese, per un totale di circa 600 scatti.
Il risultato di questo progetto distinto in due allestimenti successivi è la creazione della più grande mostra fotografica mai dedicata all’Itali
Claudio Sabotino, Pompei 2000
Il percorso è volutamente sviluppato secondo un criterio tematico e non cronologico, ma trasmette ugualmente tra le righe l’evoluzione progressiva avvenuta dagli anni Cinquanta a oggi nel nostro Paese.
La mostra ricopre, dunque, circa sessant’anni di Storia durante i quali la fotografia si è resa portavoce di lotte, pensieri, evoluzioni, tragedie e trasformazioni.
Anche le tecniche fotografiche sono cambiate nel tempo, e dal suggestivo bianco e nero di Gianni Berengo Gardin si arriva agli scatti fuori fuoco di Marina Ballo Charmet, interprete dell’inconscio dell’uomo nei gesti quotidiani.
Gianni Berengo Gardin, Venis des Saisons, 1958-1960
Il punto di vista è molto vario, come la tipologia dei paesaggi e il modo che hanno i diversi artisti di cogliere la peculiarità dell’Italia e dei suoi abitanti, creando però un unico percorso d’indagine.
Infatti, l’allestimento della mostra, curato da Peter Bottazzi, presenta gli scatti su pannelli che ricordano i vagoni di un treno — come a esplicitare la metafora del viaggio dell’Italia dal dopoguerra a oggi.
Gabriele Basilico, Roma 2007
Vario è anche il motivo che ha spinto tutti questi artisti a focalizzarsi per un momento della loro carriera sui paesaggi del proprio Paese: c’è chi l’ha inserito in progetti più ampi come Luca Campigotto che, incaricato dalla Presidenza della Repubblica, ha fotografato i paesaggi trentini dove la Grande Guerra ha lasciato il segno, c’è chi ha svolto un’indagine sul proprio luogo d’origine e chi si è reso portavoce di drammi collettivi, come Marta Sarlo che ha fotografato i terremotati dell’Aquila.
Vincenzo Castella, Milano 2013
Protagonista indiscussa della mostra è la città, fotografata in tutte le sue sfaccettature: dall’elegante Roma di Gabriele Basilico, alle grandi immagini dei palazzi milanesi fotografati da Vincenzo Castella.
Milano, che apre e chiude il percorso narrativo dell’esposizione, assume volutamente un ruolo primario nella mostra che, infatti, si inserisce all’interno del palinsesto di Expo in città, promosso dal comune di Milano, dalla Camera di Commercio e sostenuto da Expo Milano 2015, un progetto pensato per coinvolgere la città durante il semestre dell’esposizione internazionale.