Del: 28 Settembre 2015 Di: Alessandra Busacca Commenti: 1

Alessandra Busacca 
@AleBusacca1

Per celebrare la chiusura delle danze on the runway, vorrei accennare alla storia di due donne – molto diverse tra loro, ma ugualmente importanti – che hanno dato una svolta significativa all’universo della moda del XX secolo. Sto parlando di Elsa Schiaparelli e Gabrielle Chanel, più nota al pubblico con l’intramontabile soprannome di Coco.

I mondi creativi delle due stiliste sembrano agli antipodi: la prima inventa la cerniera lampo e un nuovo colore, il rosa shocking, che da lei prende il nome di “rosa schiaparelli”; la seconda, al contrario, è più austera nelle tinte e fa del bianco e nero il suo punto di forza.

Les femmes pensent à toutes les couleurs, sauf à l’absence de couleur. J’ai dit que le noir tenait tout. Le blanc aussi. Ils sont d’une beauté absolue. C’est l’accord parfait. Mettez les femmes en blanc ou en noir dans un bal : on ne voit plus qu’elles

Le donne pensano a tutti i colori, tranne che all’assenza di colore. Ho detto che il nero ha tutto. Come il bianco. La loro bellezza è assoluta. É la perfetta armonia. Fate indossare alle donne un abito bianco o uno nero ad un ballo: non si vedrà nient’altro se non loro.

La scelta cromatica affonda le sue radici nelle passate esperienze di Coco, costretta da bambina a vivere con le sorelle in un orfanotrofio gestito da suore.

La famiglia era di umili origini e Coco affronta le critiche di un pubblico proveniente dallo sfarzo della Belle Époque, inizialmente diffidente nei suoi confronti. La stessa cosa non si può dire di Elsa che vanta antenati della famiglia Medici. Elsa nasce a Roma ed entra presto in contatto con la Ville Lumière. Qui artisti del tempo quali Salvador Dalì ispirano le sue collezioni. La collaborazione con gli esponenti del surrealismo è foriera delle idee più stravaganti per cappelli (il cosiddetto cappello-scarpa) e abiti decorati di aragoste e giganti soli, lontani anni luce da quelli Chanel, sobri ed eleganti.

elsa-schiaparelli

La moda francese del XX secolo vede le due donne come antagoniste. Ma entrambe sono portatrici di un ideale di donna moderno e all’avanguardia.

Coco libera la donna dalle costrizioni dei corpetti e fa indossare alle sue modelle anche i pantaloni, che fino a quel momento erano indumento esclusivamente maschile. Per questo è stata spesso considerata dal movimento femminista come la detentrice del fuoco di Prometeo per la protesta. Così Elsa libera la donna dalle costrizioni sociali e la sua passerella si riempie di estro. Non teme di scioccare il pubblico, anzi è la prima ad accorgersi che le sfilate oltre ad essere esposizioni d’arte sono anche vetrine per futuri compratori. L’indipendenza dagli schemi dell’epoca e la libertà della donna sono il filo rosso che connette le stiliste e le fa lavorare su piani diversi e convergenti.

Dunque non è necessario trovare i punti in cui le due donne differiscono per sostenere la tesi che entrambe potrebbero esprimersi in un’unica donna, quella contemporanea. Tradizione, rigore ma anche creatività e movimento, caratteristiche queste anche della moda stessa, che sempre si rinnova e sempre ritorna. E il periodo del suo materializzarsi al pubblico è settembre.

Quest’anno, tra le collezioni più originali sulle passerelle di Milano troviamo ancora una volta Moschino, che sceglie un’atmosfera metropolitana. La pochette di Barbie, della collezione scorsa, diventa un cono per il traffico dai colori catarinfrangenti.

Degni di nota sono anche gli abiti firmati da Massimo Giorgetti per Emilio Pucci. Sfilano le “sirene urbane”, così come lui stesso le definisce, donne che vestono fondali marini da indossare, creati appositamente per potercisi immergere.

Alessandra Busacca
Nata a Milano il 20 Febbraio 1993.
Professione: studentessa.
Non so dire altro di me che non possa cambiare; e del nome non sono poi così sicura.

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