Del: 14 Settembre 2015 Di: Jacopo Iside Commenti: 0

Jacopo Iside
@JacopoIside

Con le immagini davanti agli occhi e il cuore colmo di emozione, abbiamo sentito Flavia Pennetta annunciare il ritiro dal tennis giocato, durante la premiazione per la sua vittoria agli U.S. Open di tennis.

La trentatreenne brindisina ha raggiunto il punto più alto di una carriera colma di successi – 11 tornei WTA vinti, 4 Fed Cup e questo acuto finale a Flushing Meadows. Vittoria resa ancora più importante alla luce del grave infortunio al polso del 2012 che aveva seriamente fatto pensare al talento pugliese di smettere in maniera definitiva.

Ha invece lavorato, tanto e bene, e non ha mollato. Ricominciando da dove aveva lasciato e centrando già nel 2013 la semifinale dell’Open americano, raggiungendo la finale del doppio l’anno dopo e arrivando quest’anno determinata a centrare un grande successo.

Successo arrivato appunto all’età di 33 anni che ne fa la giocatrice più anziana – si fa per dire – ad aver vinto il primo torneo del Grande Slam. Per questo la sua decisione di chiudere la carriera al termine di quest’anno è così importante: lascia nel momento più alto, quello della vittoria, invece di trascinarsi tra dolori e delusioni di fine carriera. Quel momento in cui tutti salgono sul tuo carro e sono molto felici per te, ma il rischio che scendano al primo intoppo è molto alto.

Come ricorda un altro grande tennista, Andre Agassi, nella sua biografia Open: “Il traguardo alla fine di una carriera non è diverso dal traguardo alla fine di un match. L’obiettivo è non perderlo di vista perché ha una forza magnetica. Quando ci sei vicino puoi sentire quella forza che ti attira e servirtene per tagliarlo. Ma subito prima di entrare nel suo campo di attrazione ne avverti una seconda, altrettanto forte, che ti respinge.”

Per fare una panoramica su quanto in realtà sia diffusa questa pratica, vi proponiamo una speciale classifica degli atleti più grandi che hanno lasciato lo sport sulla cresta dell’onda.


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Al primo posto non può che esserci l’ex re del tennis Pete Sampras, vincitore di 14 titoli dello Slam, di cui l’ultimo nel 2002 agli U.S. Open. Trionfo che rimane l’ultimo trofeo vinto ma anche l’ultima gara giocata, anche se annunciò il ritiro solo l’anno successivo, dopo non aver disputato alcun match.

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Bisogna tornare ai ruggenti Anni ’20 americani e alle foto in bianco e nero per il secondo posto, occupato d’obbligo dal golfista Bobby Jones: unico nella storia del suo sport ad aver centrato il Grande Slam – nell’era pre Masters – nel 1930, si ritirò all’età di soli 28 anni dedicandosi subito dopo alla carriera di avvocato. Per gli amanti dello sport e del cinema, nel 1931 la Warner Bros. lo ingaggiò anche per 18 corti che spiegassero le tecniche migliori del golf.

Al terzo posto quello che viene considerato uno dei più grandi giocatori di Football americano di tutti i tempi, Jim Brown. Il running back dei Cleveland Browns giocò solo otto stagioni da professionista ma gli furono sufficienti per centrare il record clamoroso di 2499 yarde corse su ricezione. Lasciò nel 1965, a soli 29 anni, dopo quattro titoli consecutivi di MVP della Lega e la vittoria del campionato l’anno prima. Ritiro dovuto anche alla preferenza per la carriera d’attore che prosegue tutt’oggi – ricordiamo sopratutto i suoi ruoli in Mars Attacks! e Ogni Maledetta Domenica.
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Indimenticabile e difficile da ripetere nella storia della boxe sarà la carriera di Rocco Francis Marchegiano, meglio conosciuto come “Rocky Marciano”. Il formidabile pugile italo-americano chiuse la sua avventura sportiva da imbattuto con un record di 49 vittorie e zero sconfitte, mentre era ancora detentore della cintura di campione dei Pesi Massimi. Si ritirò all’età di 32 anni per godersi la meritata pensione come commentatore TV.

Solo un ricordo finale per tutti, i tantissimi, sportivi che hanno dovuto abbandonare la cosa che più amavano per problemi fisici o fatalità.

“La gloria è l’ombra della virtù, la seguirà anche senza il suo volere.” Seneca.

Jacopo Iside
Appassionato di Storia e di storie. Studente mai troppo diligente, ho inseguito di più i sogni

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