Del: 25 Novembre 2015 Di: Redazione Commenti: 0

Francesco Porta

Novak Djokovic chiude in bellezza: sono sue le ATP World Finals, il torneo che chiude il gran Tour che si tiene a Londra, sul cemento della Barclays Arena. Non è un torneo qualsiasi, infatti è l’unica competizione ufficiale che non prevede l’eliminazione diretta, ma comincia con una fase a gironi: due da quattro giocatori ciascuno. A classificarsi per questo prestigioso torneo sono solo i primi otto tennisti del mondo, quest’anno in ordine: Novak Djokovic, Andy Murray, Roger Federer, Stan Wawrinka, Rafael Nadal, Tomas Berdych, David Ferrer e Key Nishikori. Lo spettacolo non è mancato per chi ama il tennis, e quello che è interessante delle ATP World Finals 2015 è che hanno rispecchiato benissimo la stagione dei protagonisti: ecco come è andata partendo dal vincitore.

Djokovic conclude l’anno esattamente come lo ha iniziato: da numero uno del mondo

Djokovic conclude l’anno esattamente come lo ha iniziato: da numero uno del mondo. Si conferma il primo della classe con 16.585 punti conquistati giocando in 18 tornei. Murray, che è al secondo posto, pur avendone giocati 20 ne ha “solo” 8.670, poco più della metà. Quest’anno ha giocato un totale di 88 partite, perdendone solo 6 conquistando 11 trofei. Statistiche che fanno pensare a una stagione perfetta, ma “Nole” quest’anno la perfezione l’ha solo sfiorata: conquistati gli Australian Open, Wimbledon e US Open, se avesse trionfato anche a Parigi sul campo del Roland Garros avrebbe conquistato tutti e quattro i trofei degli Slam, entrando nella storia come il terzo giocatore a vincerli tutti in un anno dopo Don Budge (che completò l’impresa nel 1938) e Rod Laver, capace di vincere il grande Slam sia da dilettante che da professionista nel 69. E oltre il danno la beffa: il torneo di Francia è l’unico slam a mancare nella bacheca di Djokovic. Che cosa non è andato alle World Finals? Partendo dalla fase a gironi, in cui ha dovuto affrontare Federer, Nishikori e Berdych ha rimediato una sconfitta contro il numero uno Svizzero con un parziale 7-5, 6-2. Non tanto il risultato, che non avrebbe compromesso il prosieguo del torneo al Serbo, quanto l’uscita infelice in sala stampa, dicendo di aver lasciato vincere Federer, che in tutta risposta ha dichiarato che avrebbe potuto sportivamente ammettere i meriti del vincitore del match, che ha visto lo Svizzero esibire dei colpi fenomenali (vedi il primo set point) da Nirvana tennistico. Significa comunque cercare il pelo nell’uovo perché nella “finale delle finali” Nole si è preso il titolo proprio contro lo Svizzero, in un bellissimo match che però non ha avuto molte storie, e ha visto trionfare Djokovic 6-3, 6-4. A questo punto vien da chiedersi: «non sarà che davvero gli ha regalato la partita? »

Roger Federer: il tennista che sta facendo la storia di questo sport, da un paio di anni si parla di un imminente ritiro dello Svizzero, ma a 34 anni suonati, Federer continua a smentire sia in conferenza stampa che sul campo e dopo la finale persa alle Finals ha ribadito che al prossimo anno sarà ancora competitivo. Lo svizzero ha finito una gran bella stagione, esibendo ancora per quest’anno tutto il suo genio tennistico, la sua classe e il suo talento. Federer conclude il 2015 al terzo posto nella classifica mondiale con 8.265 punti. Ha vinto 63 partite e perse 11, ottenendo in totale quest’anno 6 trofei, l’ultimo dei quali, sul campo di casa a Basilea contro il suo nemico giurato Rafael Nadal. In queste Finals, Federer non ha mai perso, salvo in finale contro quello che quest’anno è stato l’avversario più ostico da incontrare, proprio Djokovic, che quest’anno gli ha negato di conquistare il suo diciottesimo slam sia a Wimbledon sia agli US Open. Qualche incidente di percorso nella sua stagione (vedi la sconfitta agli Australian open, contro Andreas Seppi al terzo turno, o a quella di Monaco uscito al secondo turno, o Madrid, al primo turno addirittura)proprio come nel match contro Nishikori nelle finals, che ha rischiato di perdere. James Blake, ex tennista statunitense, dopo il primo match contro Djokovic ha dichiarato «Roger, ti prego, non ritirarti mai», una preghiera che molti amanti di questo sport gli rivolgono da quando girano le voci di un suo possibile ritiro.

Rafael Nadal: Un bellissimo torneo quello del maiorchino ma distrutto dallo schiacciasassi serbo nelle semifinali sconfitto con un secco 6-3 6-3 (come per Federer, è stata la sua unica sconfitta nelle finals). Ben lontano dalla condizione atletica che lo portarono alla ribalta negli ultimi anni del 2000, quest’anno “Rafa” ha dovuto fare i conti con un brutto infortunio al ginocchio, che lo a tenuto lontano dai campi da gioco tanto da farlo scendere al n. 10 della classifica mondiale. Ha ripreso a giocare ad Agosto e ha scavalcato cinque posizioni (e non cinque qualsiasi ha ripreso cinque posti ai primi dieci del mondo),  in quattro mesi. Su 81 partite giocate quest’anno ne ha perse 20, conquistando 3 titoli del tour. Mai al cento percento della sua condizione fisica, è stato sopraffatto dai top 5 (e da Fabio Fognini, quest’anno un incubo per lo Spagnolo). “Rafa” è sempre stato un osso duro, uno che non molla, sarà difficile pensare che l’anno prossimo, ginocchio permettendo, non riprovi la rimonta: talento e carattere non gli mancano.

Andy Murray: Deludenti le sue Finals, non arriva alle semifinali pur vincendo contro David Ferrer alla prima partita. Viene battuto nettamente da Nadal e sconfitto da Wawrinka. Non certo il torneo che ci si aspettava dal numero due della classifica ATP. Murray neppure quest’anno riesce a conquistare uno slam pur andandoci molto vicino in Australia, dove in finale si arrende a Novak Djokovic. Il tabellino dice 69 partite vinte a fronte delle 14 sconfitte che nella pratica dei fatti si traducono in una stagione soddisfacente (4 titoli vinti), ma senza molte partite indimenticabili. Un eterno secondo si potrebbe dire, ma secondo di molto.

Stan Wawrinka: Non l’annata migliore dello svizzero ma quasi. Stan è stato l’unico giocatore che quest’anno ha fermato Djokovic nella finale di uno slam, a Parigi, contro ogni pronostico. Cresciuto molto negli ultimi due anni (in cui è riuscito a migliorare il suo best ranked fino alla terza piazza mondiale) sia a livello tecnico che mentale, è stato così in grado di portarsi a casa uno slam (il secondo della sua carriera) e altri tre tornei ATP confermandosi alla quarta posizione dietro al suo connazionale Federer contro il quale deve arrendersi nella semifinale delle Finals dopo aver sconfitto nel suo girone il numero due del mondo Murray e vinto l’ostica partita contro Ferrer. Il suo rovescio a una mano è la dimostrazione che la vecchia scuola, tutto sommato, vale ancora qualcosa.

David Ferrer: Occupa la settima piazza mondiale ed è uno dei sfavoriti per queste Finals, ma guai a darlo per vinto. 33 anni ma la voglia di giocare di un ragazzino ed è capace di mettere in difficoltà col suo gioco tutti i giocatori del Tour mondiale. Ha studiato bene la sua stagione, giocando tornei non di primissima fascia trionfando in ben cinque competizioni, che gli hanno permesso di classificarsi tra i primi otto: non ha però il passo dei primi quattro contro i quali ha quasi sempre perso in questa stagione. Eliminato alla fase a gironi delle Finals, ha dato gran filo da torcere al suo connazionale Nadal, ma Ferrer esce sempre a testa alta.

Kei Nishikori: il più giovane del gruppo (25 anni) e fanalino di coda. Chiude l’anno da numero otto del mondo e come da previsione non passa la fase a gironi, ma come Ferrer dimostra di poter dare battaglia ai big e non è stato così raro vederlo fare lo sgambetto ai “fantastici quattro” in stagione (in particolare Federer sembra soffrilo parecchio, come si è visto nel loro ultimo scontro alle finals che lo ha visto uscire sconfitto dopo una lunga partita protratta al terzo set). 54 vittorie e 16 sconfitte significano una buona stagione anche se ora come ora non sembra poter competere per degli slam. Anche se i numeri, il nipponico ha dimostrato di averli tutti.

Tomas Berdych: si è classificato sesto alla fine dell’anno, ma era lui lo sfavorito. In tutto l’anno non ha mia vinto contro chi stava sopra di lui in classifica, tendenza che non è riuscito a invertire in questo ultimo torneo: brutti i suoi ultimi piazzamento negli slam; ha preferito concentrarsi su tornei minori (2 titoli per lui). Sebbene in stagione abbia raggiunto delle finali di tutto rispetto, non ha il passo dei giocatori più in forma del momento: nelle Finals perde tutte e tre le partite della fase a gironi. Ogni tanto illumina il campo con dei colpi da campione ma la sua carriera sembra cominciare a prendere una parabola discendente. Chissà se nel prossimo anno riuscirà a migliorarsi ancora.

Il circuito riprende a Gennaio e da anni si attende un cambio generazionale tra le prime posizioni del Ranking.

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