Del: 9 Dicembre 2015 Di: Redazione Commenti: 0

Francesca Bertuglia

In Piazza della Scala le Gallerie d’Italia dell’Intesa SanPaolo e della Fondazione Cariplo ospitano uno dei pittori italiani più celebri, Francesco Hayez,  protagonista – dal 7 novembre al 21 febbraio – di un’esposizione elegante e ammirevole (ad un prezzo più che valido).

Si entra nella sala principale: un tripudio di armonia, un gusto classico, ma mai retrogrado o eccessivo. Sfumature d’oro, d’argento e il bianco dominano l’intero spazio, incorniciato da ampie vetrate luminose, dando l’impressione all’osservatore di sentirsi cullato in questo ambiente così ricco.

All’ingresso sono poste le statue Danzatrice con i cembali e La Maddalena Penitente, di Antonio Canova, e le statue di Vincenzo Vela tra cui Preghiera del mattino.

Proprio al maestro Canova Hayez si ispirò per la sua pittura, iniziando a riscuotere il successo e le simpatie della critica nei primi dell’Ottocento, ad esempio vincendo – grazie al Laocoonte – un concorso promosso dall’Accademia di Brera (il dipinto ovviamente è incluso nella presente mostra milanese).

laocoonte

La mostra riprende la biografia del pittore nelle sue fasi artistiche – storica, sacra, mitologica, orientalista, ritrattistica – abbinandole alle sue opere più significative.

Hayez nacque nel 1791 a Venezia, originario di una famiglia molto povera, ma Milano fu la sua città, nella quale restò sino alla morte, nel 1882. La sua opera contribuì a sensibilizzare il panorama culturale del Romanticismo e il nascente Risorgimento italiano — fu anche grande amico di Alessandro Manzoni, di cui riportò il più celebre ritratto.

manzoni

Ricollegandosi a Canova, Hayez rappresentò una propria versione dell’opera La Maddalena Penitente, in cui spiccano la perfezione e la maestria nella definizione del viso, dello sguardo, della bocca della donna. I suoi capelli lunghi e castani sembrano evanescenti, sembrano fuoriuscire dalla stessa cornice del quadro.

La Maddalena è solo un esempio dei numerosi nudi femminili, tutti accomunati da una potente quanto fine sensualità.

Ma, in generale, ciò che di Hayez emerge sono i particolari. I dettagli di ogni dipinto, che i visitatori esperti d’arte (o almeno suoi amanti) dovrebbero notare e apprezzare. Il blu intenso di alcuni abiti, le mani aggraziate e delicate di donne e di bambini, reali come se si potessero sfiorare, veli trasparenti ma non per questo invisibili, che coronano l’eleganza di un personaggio. La profondità, l’inquietudine, la depressione e l’ansia che traspaiono da Meditazione, Malinconia, Pensiero Malinconico sono quasi indicibili.

maddalena penitente

Le altre diramazioni espositive culminano nell’accostamento delle tre versioni de Il bacio (1861, 1859 quella ufficiale, 1867), l’opera più famosa di Hayez.

Proprio qui i visitatori si soffermano maggiormente, per l’atmosfera rassicurante e al contempo vaga e misteriosa che quel bacio tra due persone comuni suggerisce, per la semplicità perfetta con cui è realizzato.
Non sfuggono la sensualità e la tenerezza del dipinto: il ragazzo sembra avere fretta, ha un piede già sullo scalino, un’arma nascosta nella veste, un’ombra inquietante sullo sfondo li osserva, mentre la ragazza si mostra abbandonata tra le braccia di lui, forte del momento fuggevole e romantico.

Francesco Hayez è un’artista che della pittura trasmette tutto, grazie alla sua tecnica e alla sua sensibilità poetica. E, come disse Goethe in maniera altrettanto poetica, “non vi è alcun metodo più sicuro per evadere dal mondo che seguendo l’arte, e nessun metodo più sicuro di unirsi al mondo che tramite l’arte”.

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