
Oggi apre la nuova stagione del Teatro alla Scala durante la quale verrà proposta Giovanna D’Arco, di Giuseppe Verdi. Per l’occasione il Comune di Milano ha deciso di proporre l’iniziativa Giovanna D’Arco torna in città, una serie di più di cinquanta eventi per celebrare l’opera di Verdi e in generale la Pulzella d’Orléans dal 26 novembre al 13 dicembre in tutta la capitale lombarda.
Ma quella lunga lista di manifestazioni non dà giustizia all’influenza che le gesta di Giovanna d’Arco hanno avuto nella cultura, non solo nei livelli più alti come l’opera lirica, ma anche in quella più popolare e addirittura in quella che possiamo definire senza ombra di dubbio “nerd”.
Non sono pochi infatti i videogiochi e i fumetti – non solo europei od occidentali, ma anche orientali – che hanno preso ispirazione dalla storia più o meno romanzata di Giovanna d’Arco per dar vita ad una grande quantità di prodotti, in generale abbastanza riusciti ma spesso molto lontani dal materiale originale. Se siete dei nerd appassionati di videogiochi o fumetti e – per qualche strano motivo – di Giovanna d’Arco, ecco alcuni consigli per rivivere la sua vita che il Comune di Milano non ha voluto darvi.
Molti videogiocatori per esempio si ricordano la campagna di Francia di Age of Empire II, famoso strategico in tempo reale per Playstation 2 e PC del 1999 a sfondo storico, nel quale venivano riproposti alcuni degli avvenimenti più importanti del Medioevo in diversi luoghi del mondo; nella suddetta campagna la protagonista era proprio Giovanna d’Arco, della quale era raccontata l’intera vita: dalla decisione di combattere contro gli inglesi alla morte sul rogo e la successiva battaglia di Castillion combattuta in sua memoria.
Ma se non è il realismo storico quello che cercate, allora potete recuperare Joan d’Arc, un altro RTS pubblicato per Playstation Portable nel 2006, nel quale l’impronta giapponese si fa sentire parecchio, non solo dal punto di vista artistico (tutti i personaggi sono disegnati nello stile tradizionale degli anime) ma anche della storia: durante la Guerra dei Cent’Anni, lo zio del principe Enrico VI risveglia un demone che aveva imperversato sulla Terra secoli prima, e grazie alle sue armate di mostri muove guerra contro la Francia. Mentre il suo villaggio si trova sotto attacco, una voce ultraterrena – che lei scambierà per quella di Dio – proveniente da un amuleto magico comunicherà a Giovanna d’Arco di essere una dei guerrieri prescelti per sconfiggere una volta per tutti il signore del male.
Se invece non siete dei bravi strateghi e preferite qualcosa di più movimentato potete scegliere Wars and Warriors: Joan of Arc, un action 3D del 2004 uscito in esclusiva per PC. Il gioco si presenta subito al meglio, con un’introduzione di tutti i comandanti dell’esercito francese (con tanto di fermo immagine e nome in sovraimpressione) per chiudere su Giovanna d’Arco che, dopo aver concluso la sua preghiera quotidiana, esce da una chiesa diroccata e si prepara a massacrare ogni singolo soldato inglese sulla sua strada – potendo per altro appropriarsi delle loro armi, sempre più mastodontiche nell’avanzare dei livelli, dopo averli uccisi.
Anche tra i fumetti e i cartoni animati troviamo delle opere ispirate a Giovanna d’Arco molto interessanti, soprattutto in Giappone. Il Medioevo europeo ha sempre esercitato un grande fascino sui i fumettisti nipponici, e una storia peculiare come quella della Pulzella d’Orléans, unita alla loro distanza sia geografica che culturale dalla religione cristiana, ha permesso la nascita di alcune delle rivisitazioni più fantasiose.
Maron Kusakabe è la protagonista di Jeanne, la ladra del vento divino – manga pubblicato in Giappone tra il 1998 e il 2000 – nonché la reincarnazione di Giovanna d’Arco. Grazie alla sua illustre ascendenza, la ragazza per qualche motivo è in grado di trasformarsi nella ladra acrobata Jeanne e grazie ai suoi poteri magici è in grado di combattere i demoni annidati dentro le opere d’arte. Essendo un manga dedicato ad un target prettamente femminile, Maron non potrà che incontrare un ragazzo di nome Chiaki Nagoya, a sua volta in grado di trasformarsi nel ladro Sinbad: il resto della storia potete immaginarlo – o leggerlo – da soli.
Ma la rielaborazione più divertente e al contempo meno fedele di Giovanna d’Arco è da cercarsi in un anime molto più recente – è infatti del 2012 – e tratto da un videogioco. Si tratta di Inazuma Elevn GO: Chrono Stone. Già la trama di Inazuma Eleven è piuttosto particolare, in quanto è un anime calcistico, in cui sono presenti tiri speciali come palle di fuoco, fulmini e tormente di neve, e nel corso delle stagioni si può assistere all’arrivo di spiriti guerrieri che possiedono i giovani protagonisti e alieni desiderosi di conquistare la Terra a colpi di pallone. Ma la serie Chrono Stone raggiunge tutto un altro livello: per sconfiggere una squadra proveniente dal futuro, il gruppo dei protagonisti è costretto a viaggiare in diverse epoche storiche per incontrare alcuni personaggi illustri con i quali fondere i propri spiriti per diventare più abili nel gioco del calcio, e uno di questi è ovviamente Giovanna d’Arco.
Difficile a credersi, non è l’incipit narrativo la parte più spassosa, bensì il modo in cui Giovanna viene rappresentata: come il cliché vivente della ragazza moe, uno degli stereotipi più diffusi e più amati degli anime giapponesi. Per rientrare in questa categoria, un personaggio deve essere carino, estremamente timido, fragile e delicato sia nell’apparenza che nel modo di agire, e in questa versione Giovanna d’Arco è proprio questo, in quanto non si sente in grado di guidare le truppe francesi in battaglia e di intraprendere una guerra – oltre a parlare un giapponese fluente e portare un bel paio di occhiali, altro tratto distintivo per essere moe.
Attenzione: nessuna delle opere citate si può definire “brutta”, anzi, sono tutte quantomeno godibili. Ma è divertente notare come una storia in realtà così tragica come quella della Pulzella d’Orléans possa essere stata rielaborata in così tanti modi differenti. D’altra parte, nulla dice “martirio” quanto diventare uno stereotipato personaggio animato.