Del: 27 Settembre 2016 Di: Letizia Gianfranceschi Commenti: 0

Un vento contrario al voto sembra soffiare in Europa. Che si tratti di vere e proprie elezioni o di un referendum poco importa: la Spagna è ancora senza governo e sta attraversando un’irrefrenabile crisi politica e istituzionale che potrebbe costringere gli spagnoli a recarsi alle urne il giorno di Natale. Nel frattempo, il Regno Unito fa i conti con le conseguenze della Brexit. E neanche in Austria le cose sembrano andare molto meglio.

Norbert Hofer, candidato alla presidenza del Freiheitliche Partei Österreichs (FPO), cita spesso Jorg Haider, ex leader del partito di cui è considerato il successore, e come lui è certo che sia meglio essere un lupo travestito da agnello che viceversa. Forse è per questo che dopo le elezioni dello scorso 22 maggio che l’hanno visto sconfitto dal candidato ecologista Van Der Bellen per una manciata di voti – 31.026 per l’esattezza – ha deciso, insieme al suo partito, di fare ricorso alla Corte costituzionale austriaca.

Ai tempi dell’università Hofer faceva parte della Marko-Germane, una confraternita studentesca che considera l’Austria una finzione storica e sogna l’Anschluss, roba da revival storico di pessimo gusto. Inoltre, è dichiaratamente euroscettico. «L’Unione europea – spiega – è un’unione di debito e responsabilità contro terzi».

Similmente a quanto avvenuto in Ungheria, in Francia e nel Regno Unito, negli ultimi anni sembra che anche l’Austria si sia ammalata di nazionalismo.

Colpa del fallimento dei partiti tradizionali, della crisi economica e dell’ondata migratoria. Così il partito di estrema destra nazional-populista di Hofer ha guadagnato sempre più consensi all’interno del paese. Come dimostrano i dati riportati da Freedom House nel rapporto del 2015 – che attesta lo stato di salute della democrazia austriaca valutando il livello di libertà civili e politiche – il FPO è stato protagonista di un’ascesa politica che ha dell’incredibile. O forse no. I numeri parlano chiaro: in occasione delle elezioni parlamentari del 2013, i candidati del FPO hanno ottenuto 40 seggi, 6 in più rispetto alle precedenti. L’anno successivo, alle elezioni del Parlamento europeo, al FPO è stato attribuito il 20% dei seggi.

Strano caso, però, quello delle presidenziali austriache, sentite come poche altre nella storia contemporanea del paese. Lo dimostra l’affluenza record, registrata sia al primo che al secondo turno (rispettivamente del 68 e del 72%).

Sarà che questa elezione non s’ha da fare? In una sentenza del 1 luglio, la Corte costituzionale austriaca ha invalidato il risultato di maggio che concedeva la vittoria, seppur di misura (50,3%) al candidato dei Verdi. Tutto da rifare, insomma: colpa delle irregolarità riscontrare in 94 Lander. Il Kronen Zeitung, uno dei principali quotidiani austriaci, ha denunciato casi di irregolarità che hanno dell’inverosimile.

Prendiamo Waidhofen an der Ybbs, dove è stata registrata un’eccezionale affluenza del 146,9% che ha reso popolare ben oltre confine questo comune di 11.470 anime. Oppure la Carinzia, dove in quattro collegi, invece, pare che lo spoglio delle schede arrivate per corrispondenza sia avvenuto senza che fossero trascorse 9 ore dal voto, come previsto dalla legge. C’è poi il caso dello straordinario numero di schede annullate: centomila le preferenze per Hofer contro solo sessantaquattromila per il suo avversario.

Troppo rumore per nulla? Forse.

Perché se è vero che il presidente occupa un ruolo per lo più di rappresentanza, è altrettanto vero che egli mantiene la prerogativa di revocare il governo senza passare per il Parlamento. Hofer ha già fatto sapere che, in caso di elezione, ha intenzione di utilizzare tale prerogativa se il governo non riuscirà a gestire il fenomeno dell’immigrazione.

Ma non finisce qui. Il voto che avrebbe dovuto svolgersi il 2 ottobre, è stato rinviato al 4 dicembre, a causa di alcuni difetti riscontrati nelle buste per i voti postali. Il problema è che secondo quanto previsto dall’attuale legge elettorale, il rinvio, di competenza parlamentare, non è consentito per motivi tecnici ma solo in caso di decesso di uno dei candidati.

Cosa può cambiare? Van Der Bellen si è detto convinto che a dicembre rivincerà le elezioni, sottolineando così di averle già vinte, e proverà ad attrarre i voti dei nuovi sedicenni. Senza dubbio Hofer, dal canto suo, ne approfitterà per sfruttare l’insoddisfazione degli austriaci legata alla crisi migratoria.

Letizia Gianfranceschi
Studentessa di Relazioni Internazionali. Il mondo mi incuriosisce. Mi interesso di diritti. Amo la letteratura, le lingue straniere e il tè.

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