Del: 7 Ottobre 2016 Di: Redazione Commenti: 0

Francesco Porta

Finisce con un pareggio la super sfida allo Juventus stadium, gremito in occasione del match tra Italia e Spagna, valido per la qualificazione dei prossimi mondiali. Il risultato finale è un uno a uno che sta stretto a entrambe le squadre, costrette ad accontentarsi di dividere il bottino.

Fino al primo tempo la partita  sembrava in mano agli ospiti, forti del 70% di possesso palla nei primi quarantacinque minuti: la squadra di Lopetegui, composta da un vero e proprio dream team (8 giocatori su 11 giocano in champions league, senza contare le riserve, anche esse per la gran parte partecipanti alla massima competizione europea per club) ha mosso la palla con tale maestria da incantare tutti gli esteti del calcio che per un intero tempo hanno potuto assistere a virtuosismi di qualità mentre gli azzurri, guidati da Ventura, cercavano di strappare loro la palla mettendo tanta corsa e rimanendo sempre ordinati, rendendo la vita dura alle furie rosse.

Azzurri mai pericolosi nella prima frazione di gioco, ma dall’altra parte neppure gli spagnoli sono riusciti a impensierire seriamente un’ottima difesa guidata da Bonucci, non nella sua serata migliore, e Barzagli che al contrario del suo compagno bianconero, si è fatto trovare in gran forma e in una condizione atletica a dir poco invidiabile. Da ricordare anche un eccezionale Romagnoli, certamente  uno dei migliori in campo e vera sorpresa del match.

Iniesta, il “prestigiatore” del Barcellona, pur dando spettacolo non è riuscito a incidere granché. Nel secondo tempo qualcosa cambia: i ritmi si abbassano e gli azzurri riescono a muovere palla a metà campo ma, dieci minuti dopo la ripresa, arriva una doccia fredda che cambia del tutto il match.

Iniesta lancia Vitolo, bravissimo a farsi spazio tra i centrali italiani. A rendergli la vita troppo facile è Buffon che sbaglia il tempo dell’anticipo al limite della propria area, così da lasciare l’attaccante iberico libero di segnare un gol facile facile a porta vuota.

Lo schiaffo sveglia l’Italia che si rende subito pericolosa dalle parti di De Gea, praticamente mai chiamato in causa in tutta la partita, con un colpo di testa di Pellé che, se fosse stato corretto da Parolo, in ritardo solo di qualche centesimo di secondo, sarebbe certamente finito in rete.

Il ct azzurro ha quindi optato per nuove soluzioni offensive facendo entrare l’attaccante che ai tempi di Torino ha lanciato nel grande palcoscenico Europeo: Ciro Immobile ha sostituito un furioso Pellé decisamente poco felice per il cambio che, a suo malgrado, però si è rivelato fondamentale. L’attaccante della Lazio mette in campo una grinta fuori dal comune e tanta, tantissima corsa.
L’Italia, sospinta dai numerosissimi tifosi riesce finalmente a tener testa agli spagnoli, rubando qualche pallone e giocando una gara tatticamente quasi perfetta.

Al minuto 76 ecco l’ultimo cambio di Ventura, che nel primo tempo era stato obbligato a sostituire Montolivo, infortunato, con Bonaventura, lanciando l’attaccante granata Belotti al posto del centrocampista Parolo, sbilanciando in avanti il baricentro della squadra. Il neo entrato, come l’ex compagno Immobile, ha dimostrato di meritarsi la chance di giocare: con il coltello tra i denti è riuscito a spostare fisicamente Sergio Ramos e Piqué (i quali hanno finito la gara entrambi ammoniti) e dando molto dinamismo alla manovra azzurra.

L’inerzia della partita cambia completamente fino a quando a dieci minuti dalla fine Eder non viene steso da Ramos in area: l’arbitro inizialmente è stato restio a dare il rigore, nonostante non ci fossero molti dubbi sul contatto in area, ma lo ha concesso dopo una breve consultazione con il giudice di porta; dagli undici metri De Rossi spiazza il portiere spagnolo riportando il match in parità.

La squadra di Ventura, così galvanizzata, ha continuato a difendere con ordine e si è resa pericolosa lanciando i propri attaccanti in contropiede ma senza che questi potessero concludere in porta. L’Italia sfiora anche la vittoria con Belotti che a due passi calcia in porta violentemente un pallone controllato in qualche modo da Immoblie a pochi metri da De Gea ma purtroppo l’azione era viziata dal fuorigioco del laziale.

Al novantatreesimo minuto l’arbitro tedesco Brych, abbastanza generoso con gli spagnoli, graziati in due occasioni in cui sarebbe potuta arrivare, prima per Diego Costa poi per Ramos, una seconda ammonizione, chiude il match di Torino, dove è andata in scena una sfida che ha il sapore di un derby .

Pareggio che condanna al terzo posto gli azzurri e al secondo gli spagnoli, scavalcati nel girone G dall’Albania che ha sconfitto per 2 a 0 il Liechtenstein e che ora si trova a punteggio pieno in testa a tutti. La strada per il mondiale è ancora molto lunga, si tratta solo della seconda partita giocata per la qualificazione a Russia ‘18. Vedremo se il debuttante Ventura, soprannominato “Mr libidine”, sarà in grado di far crescere un gruppo che pian piano si sta rinnovando e che ieri ha affrontato una delle migliori formazioni al mondo, uscendone a testa alta.

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