Del: 23 Ottobre 2016 Di: Elena Cirla Commenti: 0

Arrivata a 22 anni di vita, non aver mai visto Star Wars – a volte perfino confondendolo con Star Trek – è un insulto alla cultura del XX secolo, oltre che una grave mancanza personale. Dopo un profondo esame di coscienza, nulla ha potuto distogliermi dall’intento di recuperare il tempo perduto e colmare questa mia irrimediabile lacuna.

Ma non è così semplice avvicinarsi ad una saga che si sviluppa nel corso di 22 anni – ebbene sì, come me, era scritto che il mio momento doveva essere questo – e che è appena stata riproposta con altri tre film, di cui uno già uscito nelle sale.

Primo problema: l’ordine in cui guardare gli episodi.

“Segui il criterio cronologico o quello di produzione? Parti dal primo della saga o dal primo che è stato girato”?

Gli appassionati di Star Wars pensano che sia semplice capire l’organizzazione degli episodi nella saga, ma non è così.

Per un totale di sei film, i primi tre (Star Wars, L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi) sono in realtà l’episodio IV, V e VI, mentre gli episodi I, II e III (La minaccia fantasma, L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith) sono i prequel, anche se girati nel 1999.

Più facile a dirsi che a farsi. Non è vero. È una guerra persa in partenza, quando capirete l’ordine esatto avrete già terminato di vedere la saga e sarete talmente appassionati da aver già comprato una spada laser per proteggervi dai Sith. Perché anche nel primo episodio pensavano che fossero scomparsi da un millennio, ma potrebbero essere dietro ogni angolo.

In ogni caso, per facilitarvi la vita, se anche voi volete iniziare a vedere la saga sappiate che dovete partire dall’episodio I: La minaccia fantasma.

Il film si apre da vera space opera, con due alieni – uno è il Vicerè, un pezzo grosso – che discutono con uno strano essere in ologramma riguardo alle sorti del pianeta Naboo, con cui non vogliono più intrattenere rapporti commerciali. Sono brutti, antipatici e parlano con un accento russo: non è difficile capire perché li abbiano scelti come antagonisti (il film è realizzato da una casa di produzione americana, NdR).

Entrano subito in azione Qui-Gon e Obi-Wan, rispettivamente Maestro e apprendista jedi: qualcuno dica a Liam Neeson che sta particolarmente bene con la tutina da guerriero intergalattico, per favore.

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Qui-Gon Jinn in un disegno di Giorgio Longhi

Nemmeno le spade laser tardano molto ad apparire: al minuto 5:04 sfolgorano sullo schermo, una blu e una verde, nelle mani dei cavalieri della galassia. Mi sento di nuovo una bambina, ne voglio assolutamente una per Natale.

Il vero colpo di scena, però, è la regina Amidala: truccata, vestita e pettinata come una sovrana mongola, è di una bellezza disarmante.

So già quale sarà il mio costume per il prossimo Carnevale.

Al minuto 31:16 la mia vita è completa: vedo per la prima volta Anakin Skywalker, il bambino più adorabile della storia (sì, anche più di George d’Inghilterra).

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Anche se adorabile si fa per dire. La sua amicizia con Padmè, l’ancella della regina Amidala, addolcirebbe anche i cuori più duri. Padmè però in realtà è la regina Amidala, ma non si capisce fino alla fine del film, momento in cui viene rivelata la verità: la regina ha una guardia del corpo che in realtà si traveste da lei – l’ho detto io che è un ottimo costume – e si finge sovrana dei Naboo per proteggerla. Io però ho passato tutto il film a non capire perché la regina Amidala avesse in una scena la faccia di Natalie Portman e in quella successiva quella di Keira Knightley.

Ma il mistero si infittisce. Quando Qui-Gon porta il piccolo Anakin davanti al consiglio e a Yoda – ORA la mia vita è completa –, il Maestro percepisce una forza oscura nel bambino. Yoda è saggio e anziano, ma nessuno dà ascolto al suo presentimento. Forse perché è verde e ha le orecchie grinzose. Comunque nessuno gli presta attenzione, alla fine si decide di addestrare il bambino e nessuno osi lamentarsi quando Anakin (*spoiler alert*) diventerà Darth Vader. Yoda l’aveva detto.

Dopo la classica battaglia cattivi vs. buoni con vittoria di questi ultimi – gran classico – arriva il momento più straziante di tutto il film (secondo solo al momento in cui Anakin deve abbandonare la madre per diventare uno jedi): Qui-Gon viene ucciso da un Sith. Fiumi e fiumi di lacrime. In punto di morte, però, Obi-Wan riesce a raggiungerlo e il suo Maestro gli chiede di promettere di addestrare Anakin Skywalker, anche contro il consenso del consiglio. Cosa che, ovviamente, non avverrà, perché a chi importa di Yoda e della sua saggezza quando possiamo allevare il prossimo signore oscuro?

La scena finale vede la conquista della pace, che però, a giudicare dai titoli degli altri cinque episodi, non deve essere poi così duratura.

L’unica soluzione è armarsi di pazienza. Che la Forza sia con me.

 

 

 

Elena Cirla
Studentessa di Lettere Moderne, classe 1994.
Amante dell'autunno, dei viaggi e del vino rosso.

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