
Seconda settimana, secondo episodio. L’attacco dei cloni è il secondo film (il quinto girato da George Lucas) che vede come protagonisti Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker, la regina Amidala, più la sfilza infinita di antagonisti che ogni volta raddoppiano rispetto all’episodio precedente.
Anakin, da bambino adorabile, si è trasformato in un giovane jedi. È bello, alto, biondo e ha quel che di oscuro che piace a tutte le ragazze. Sarà per questo che sta tanto antipatico a Yoda? Il maestro non è convinto, continua a sentire una forza oscura che prevale in lui, ma tutti continuano ad ignorarlo. Intanto, ogni due scene parte il motivetto di Darth Vader.
Dopo 10 anni, ormai cresciuto e addestrato, il giovane Padawan viene insignito di una missione importantissima: portare la regina Amidala – ora senatrice – al sicuro, sul suo pianeta Naboo.
Detto fatto, i guai all’ordine del giorno sono due: Anakin e Amidala si innamorano – uno jedi non può assolutamente innamorarsi né avere alcun rapporto fisico – né tantomeno trasgredire agli ordini. E infatti prima di arrivare a Naboo i due fanno in tempo a girare mezza galassia e innamorarsi perdutamente. Galeotta fu la nave spaziale.
Giungono perfino a Tatooine, pianeta d’origine di Anakin, che sta cercando la madre, che non vede da 10 anni. La trova, ma ormai Shmi è in fin di vita, dopo essere stata rapita e torturata dalla tribù dei Tusken. Il giovane jedi non ci pensa due volte: uccide tutti, senza pietà. Tan-tan-tanan, Darth Vader is coming.
Nel frattempo, qualcuno che sta facendo effettivamente quello che gli è stato ordinato – da buon jedi – effettivamente c’è. Obi-Wan ha raggiunto un pianeta che non compare nemmeno negli archivi più aggiornati della biblioteca della Repubblica Intergalattica.
Illustrazione di Giorgio Longhi
Nel pianeta invisibile, a Kamino, sotto una pioggia incessante, Kenobi viene informato che l’esercito dei cloni che aveva ordinato il defunto Sifo-Dyas è pronto. Obi-Wan cade dalle nubi, ma non lo dà certo a vedere perché un bravo jedi non si fa mai cogliere impreparato. Per cui ringrazia e si intasca l’esercito di cloni, che ricomparirà solo alla fine, tra il combattimento pseudo-gladiatorio di Kenobi, Anakin e Amidala (che è Padmè, ma non capirò mai la differenza) e il matrimonio di questi ultimi due.
Uno dei filoni principali del film è la storia d’amore fra Anakin e Padmè (inspiegabilmente Amidala si fa chiamare Padmè da Anakin, probabilmente ha qualche complesso di inferiorità nei suoi confronti). Non si sono più visti né parlati da quando Anakin ha iniziato il suo addestramento da jedi, ora si rivedono dopo 10 anni e lui rimane folgorato. Al “mi sei entrata nell’anima” anche la regina di un intero pianeta e senatrice della Repubblica Intergalattica cede. E infatti, in punto di morte – ma secondo voi possono morire i protagonisti di una saga al secondo film? – anche lei rivela il suo amore e finalmente arriva il bacio tanto atteso per due ore. Prevedibile e fin troppo sdolcinato.
Gli antagonisti sono sempre di più e sempre più infimi. Darth Sidious, il capo dei Sith, compare ogni volta con il cappuccio sugli occhi che neanche un frate cappuccino del Duecento. Dooku, ex Padawan di Yoda, è tutto carino e diplomatico fino alla fine, quando sfodera la sua spada laser rossa e combatte contro il suo maestro. Jango Fett, ideatore dell’esercito di cloni, è talmente antipatico che gli tagliano pure la testa.
Il maestro Yoda è comunque una delle figure più cool di tutta la saga: quando non cammina con il suo bastone, fluttua su una piattaforma che sembra la nuvola speedy di Goku. È sempre dolorante, ma appena si mette a combattere è più agile di Kenobi e Anakin messi insieme. L’unica spiegazione possibile è che faccia yoga tutti i giorni.
Nonostante il loro patto di non cedere alla passione, comunque, Anakin e Amidala nell’ultima scena del film si sposano, lei di bianco vestita, lui con il braccio meccanico (Dooku gli aveva tagliato un braccio durante il combattimento) e la scena termina con loro due che guardano all’orizzonte, alla ricerca di chi sa cosa. Al diavolo l’onore, l’addestramento di 10 anni per diventare jedi e le ferree regole del Consiglio.