Del: 7 Novembre 2016 Di: Elena Cirla Commenti: 0

Le aule del Parlamento di Londra non sono mai state così infuocate come in questi giorni. Secondo una notizia che sta facendo il giro del mondo, la tanto odiata Brexit non s’ha da fare. O almeno, non finché il Parlamento inglese non darà una sentenza negativa alla mozione presentata dall’Alta Corte inglese. Fino a quando Westminster non darà l’ok, non si potrà dare attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona (che elenca le norme per l’uscita della Gran Bretagna dall’UE).

L’artefice della notizia, tanto amata dagli europeisti quanto odiata dagli inglesi più nazionalisti, è Gina Miller, businesswoman britannica originaria della Guyana, che si è posta in aperta sfida contro Theresa May. È stata lei a presentare ricorso all’Alta Corte contro la premier inglese, facendo proprio riferimento all’articolo 50 del trattato: il Regno Unito non potrebbe pretendere di uscire dall’UE senza attivare i meccanismi del voto parlamentare.

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Gina Miller

Il Parlamento deve necessariamente accettare il voto popolare e sfiduciare la mozione della Miller per permettere all’UK di uscire dall’UE totalmente

Non sembra essere della stessa idea Theresa May, la nuova Iron Lady, che ha risposto al Sunday con parole piuttosto dure: “Il Parlamento deve accettare la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione Europea e lasciare che il governo si occupi della questione ‘Brexit’ in toto.” La premier si è anche detta fiduciosa dell’esito della futura votazione parlamentare, che sicuramente appoggerà – e confermerà – l’uscita.

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Theresa May

L’opposizione, però, non ha tardato a farsi sentire. Il presidente del partito laburista, Jeremy Corbyn, ha dichiarato – sempre al Sunday – che tenterà di bloccare il divorzio dall’UE se non ci saranno tutti i requisiti fondamentali (ovvero l’approvazione parlamentare).

Nel frattempo, la sterlina continua la sua caduta libera – il cambio Euro/Sterlina è 1/0,89 ad oggi 7/11/2016 – con un leggero rialzo rispetto a ieri (+ 0,19%).

Secondo Jeremy Hunt – Secretary of State for Health, ovvero Ministro della Salute Pubblica – l’impatto che la decisione di lasciare definitivamente l’UE avrebbe sull’economia sarebbe terribile ed estremamente dannoso. Secondo il Telegraph, il Primo Ministro sarebbe costretto a ricorrere al voto confermativo del Parlamento, poiché, in caso contrario, potrebbe essere indetta un’altra votazione.

Hunt sostiene che “un’elezione generale sarebbe francamente l’ultima cosa che il Governo vorrebbe… è l’ultima cosa che anche i britannici vorrebbero, con tutte queste importantissime decisioni politiche e, proprio per questo, penso che sia molto improbabile che il Parlamento non decida di far eseguire l’Articolo 50”.

Nel frattempo, gli europeisti più affezionati elogiano Gina Miller, soprannominandola “Davide”, per il coraggio dimostrato sfidando Golia, ovvero il Parlamento e la May. L’esito biblico sarà riproposto? L’unica certezza è che il Conservative Party ha schierato un folto stuolo di avvocati, pronti a vincere la causa o fare ricorso. Stavolta, forse la fionda non basterà.

Elena Cirla
Studentessa di Lettere Moderne, classe 1994.
Amante dell'autunno, dei viaggi e del vino rosso.

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