Del: 14 Dicembre 2016 Di: Gaia Lamperti Commenti: 0

Ieri sera ca’ Granda si è illuminata dei colori sgargianti di Exoteric Gate, installazione inaugurata il 13 dicembre alle h.18.00 e protagonista della seconda edizione di “La Statale Arte”, progetto che punta a rendere la nostra università un vero e proprio museo a cielo aperto.

L’installazione, in esposizione nel Cortile d’Onore fino all’11 marzo, è opera di Nanda Vigo, artista, designer e architetto milanese di fama ormai internazionale. Si tratta del suo primo progetto-luce ideato per uno spazio esterno e composto da 8 piramidi a specchio di altezze diverse, che circondano un cilindro centrale percorso da un complesso sistema di 400 metri di LED luminosi.

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Le forme scelte non sono casuali, come l’artista ha voluto specificare: si tratta di forme primordiali, cerchi, triangoli, quadrati che, grazie all’interazione fra luce, colore e superfici, sono in grado di comunicare in modo molto immediato.

Obiettivo della struttura diventa, quindi, quello di avviare un’esperienza sensoriale attraverso un linguaggio transdisciplinare carico di cromatismi e giochi di luce, che vada oltre quello del semplice oggetto artistico o architettonico.

Infatti, sono proprio il continuo movimento della luce e la variazione cromatica a creare un effetto quasi ipnotico che arriva a disorientare lo spettatore fino a catapultarlo in una dimensione spazio-temporale nuova, dilatata, che ben si collega al concetto di cronotopi, già analizzato dalla stessa artista a partire dagli anni Sessanta.

Il titolo dell’opera deriva da una volontà di esprimere con essa la somma di una ricerca, il coronamento un percorso di conoscenza in senso umano. Non a caso, infatti, l’ispirazione sembra essere derivata dai numerosi viaggi di Nanda Vigo in giro per il mondo a partire dal 1972, toccando tappe quali Algeria, Egitto, Afganistan, India, Nepal, Guatemala, Yucatan e Messico.

Un viaggio che però non solo fisico e geografico, ma anche filosofico e spirituale, attraverso i piani del reale e dell’irreale, e che riesca ad instaurare un intreccio fra spazio e tempo.

La cerimonia di apertura ha visto presente anche l’artista stessa che, dopo il conto alla rovescia, ha attivato i LED luminosi dell’opera e ha ringraziato l’ateneo come ospite della sua creazione.

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Foto di Gaia Lamperti

Ad intervenire anche la Presidente dell’Archivio dell’Università, che ha ribadito i ringraziamenti per “tutti coloro che hanno collaborato a quest’impresa ciclopica, realizzata in dei tempi miracolosi e con l’allestimento della struttura interna molto complessa”.

Il progetto di Statale Arte, alla sua seconda edizione, dopo la mostra Durk di Mikayel Ohanjanyan a gennaio, sta riscontrando ottimi risultati. L’idea è proprio quella di invitare artisti contemporanei a realizzare installazioni appositamente pensate per la sede seicentesca di Festa del Perdono, innestando un efficace dialogo fra moderno e antico che riesce a valorizzare ancora di più un luogo di per sè già molto amato dagli studenti e dai cittadini milanesi.

Gli studenti di Beni Culturali, inoltre, si sono messi a disposizione per delle piccole visite guidate gratuite tutti i giovedí e venerdí alle 17.30 per tutta la durata dell’esposizione. Per maggiori informazioni si rimanda al sito dell’università.

 

Gaia Lamperti
Studentessa di lettere moderne. Ho il vizio di comprare voli low-cost quando mi annoio. Sono per il buon rock, i locali chiassosi, i pomeriggi al mare, le menti fresche e gli animi caldi.

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