Del: 11 Dicembre 2016 Di: Elena Cirla Commenti: 0

Si svolgeranno il prossimo 23 aprile le elezioni presidenziali in Francia per eleggere il prossimo presidente della République. L’uscente Hollande non si è ricandidato, a discapito di ogni previsione – anche se ultimamente sembra poco consono affidarsi alle previsioni dei sondaggisti – e di ogni patriottismo francese: non era mai capitato che un presidente in carica decidesse deliberatamente di non difendere il proprio operato.

Non ripresentandosi, l’attuale capo dello stato lascia un vuoto anche all’interno del suo partito, il Partito Socialista, che richiederà quindi altre elezioni – fra il 22 e il 29 gennaio 2017 – per eleggere il candidato che correrà per la presidenza. E’ però notizia recente la candidatura di Manuel Valls, ex primo ministro francese – ora rimpiazzato da Bernard Cazeneuve – che il 5 dicembre 2016 ha tenuto una conferenza stampa ad Evry, a sud di Parigi (in cui è stato sindaco dal 2001 al 2012), per annunciare la sua candidatura a guida del partito, anche se la scelta spetterà comunque agli elettori di centrosinistra che perteciperanno alle primarie di inizio anno.

Chi ha già votato, invece, è l’elettorato di centrodestra che, per il partito UMP (Union pour le Mouvement Populaire, Unione per il Movimento Popolare) – che dal 2015 è semplicemente Les Républicaines (I Repubblicani) – ha già fatto la sua scelta. Tra i candidati, un indefesso ma battuto  Sarkozy, Alain Juppé e il favorito, l’ex premier François Fillon, che ha stravinto con il 44,1% dei voti. E sembra che Fillon sia il favorito anche per il prossimo turno – quello di novembre è stato solo il primo – in cui avrà anche l’endorsement di Sarkozy.

Certo è che, come è recentemente successo negli Stati Uniti, statistiche ed endorsement potrebbero non condurre ad una vittoria assicurata.

Sul fronte socialista, le cose non vanno certo meglio. Definita come “il peggiore mandato della V Repubblica”, la presidenza di Hollande è quella con l’indice di gradimento più basso dal 1958. Sembra che il presidente uscente non si sia ricandidato proprio per evitare una sicura Caporetto.

Appare quindi molto probabile, almeno per ora, che la presidenza francese si giocherà fra le due destre, quella dell’UMP e quella del Front National di Marine Le Pen, che in molti vedono vincitrice. Chiunque saranno i suoi sfidanti, sembra che Le Pen punterà comunque su una campagna elettorale aggressiva nel tentativo di cavalcare l’onda del populismo anti establishment che ha permesso a Trump, una personalità controversa senza alcuna esperienza politica, di sedersi alla Casa Bianca, e al fronte del leave di portare a casa la vittoria con il 52% dei consensi nel voto sulla Brexit del 23 giugno.

E’ difficile che contro di lei, in una Francia così esausta di Hollande e del suo operato, riescano a prevalere i socialisti o Emmanuel Macron, ministro dell’Economia leader di una nuova formazione centrista da lui appena fondata. Ennesima prova che la corsa all’Eliseo si giocherà davvero sulla rive droite.

Elena Cirla
Studentessa di Lettere Moderne, classe 1994.
Amante dell'autunno, dei viaggi e del vino rosso.

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