(La fila per entrare, tutte le foto sono di Nicolò Piuzzi)
La Fondazione Feltrinelli, progettata dallo studio Herzog & De Meuron, ha tagliato ieri il nastro inaugurale. Le maestranze politiche rappresentate dal presidente della Regione Maroni e dal sindaco Sala hanno ripreso le parole del capo dello Stato Mattarella che l’ha definita “una sfida coraggiosa, degna di una città all’avanguardia.” Come suggerisce l’immagine di copertina, ponendo l’accento sul simbolo Feltrinelli assimilabile a delle frecce che indicano verso sinistra, lo scopo di anni di lavoro per dar vita a questo nuovo spazio – già attivo in altre sedi come proposte e progetti – sembra essere quello di provare a svoltare nuovamente a sinistra. Ad ognuno la libertà di intendere come e perché.
Da segnalare una prevedibile (senza che il termine assuma un’accezione negativa) ottima risposta della cittadinanza, che si è messa in fila per entrare nella nuova e suggestiva sede della Fondazione in viale Pasubio, dopo anni passati nella storica sede di via Romagnosi che ha dato il nome alla rivista alla rivista di cultura sociale della Fondazione.
L’evento di ieri, svoltosi letteralmente su due piani – al piano terra, nella libreria, tra libri e spritz, in perfetto stile radical-meneghino e al primo piano con letture “teatrali” in un’atmosfera “di design”- è stato un assaggio, una miscellanea di ciò che si potrà vedere e sentire fino a sabato 17 nella struttura.
Letture a cura dei giovani dell’Accademia del Filodrammatici per rendere omaggio a personalità come Che Guevara, Anna Kuliscioff, Gandhi, Salvador Allende, Malcom X, Gli studenti di piazza Tienanmen, Bakunin, Gobetti e ancora Gramsci fino al termine dei festeggiamenti suggellato in musica con il concerto di Teho Teardo intitolato Le retour à la raison.
(Libri e Spritz)
Non solo ricordo e memoria, la Fondazione si pone obiettivi concreti per il futuro politico e sociale, provando a farlo oltre che a progettarlo, studiarlo e darne una lettura, alla luce di ciò che è stato e ciò che è. Il 4 di novembre è partita una scuola di cultura politica divisa in due filoni tematici, con termine a maggio 2017, dai titoli Il nuovo mondo globalizzato e L’Italia alla prova.
Altre realtà già avviate della Fondazione sono la Sala di lettura e il bando per L’osservatorio sui lavori 4.0. Milano pare consacrata a città dell’innovazione e dello sviluppo, centro nevralgico di numerose attività che dovrebbero portare ad una sorta di “produzione collettiva cittadina”, sia pratica che analitica. Lo scopo di questa realtà tentacolare è riprendere in mano la ricerca e la cultura, riportandole nelle cosiddette “nuove piazze”, ovvero gli spazi di scambio e dibattito che producono, o provano a farlo, una nuova lettura – alternativa o mainstream, staremo a vedere – del presente e dell’imminente futuro.