Del: 26 Gennaio 2017 Di: Roberta Pasetti Commenti: 0

La Saatchi Gallery di Londra, in collaborazione con Huawei, ha in programma una grande esposizione di selfie, dal 31 marzo al 30 febbraio, chiamata From Selfie to Self-Expression.

Questa mostra si articolerà come un percorso dagli autoritratti più conosciuti, da Van Gogh a Rembrandt, passando per famosi selfie contemporanei – si spazia da quelli di alcune celebrità, come Kim Kardashian o come il selfie degli oscar 2014, sino a quello di Obama e Cameron -, per approdare a quelli commissionati dalla galleria stessa a dieci fotografi britannici. Sarà inoltre possibile per il pubblico includere proprie foto a quelle esposte.

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Ma il mondo è pronto per considerare i selfie alla stregua degli autoritratti di Van Gogh?
Nigel Hurst, amministratore delegato della Saatchi Gallery, descrive questo fenomeno di massa come un cambiamento nel modo di auto-espressione. Afferma che per molti versi i selfie rappresentano l’epitome della transizione della cultura contemporanea in un’età altamente digitalizzata e tecnologicamente avanzata.

L’esibizione rappresenterà una visione della storia dell’arte secondo cui il selfie sarebbe il legittimo figlio dell’autoritratto d’autore.

Questa iniziativa dimostrerebbe che la nostra, quindi, è la generazione della self-expression, dell’affermazione di un’individualità intima e al tempo stesso collettiva perché bisognosa di conferme. Se da un lato si tende a considerare il selfie come uno scatto finalizzato ad ottenere quanti più apprezzamenti sui social, dall’altro lato, con questa apertura del mondo dell’arte alla tecnologia, l’imbarazzante autoscatto si evolve ad espressione e indagine di sé, a riflessione sull’io moderno e persino il like non è più così banale, nella prospettiva di una nuova società irrimediabilmente fusa con la tecnologia.

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Lo smartphone può creare arte proprio perché si costituisce, ormai, come parte di noi, come estensione del nostro corpo, della nostra mente, perché l’evoluzione dell’uomo è strettamente correlata al cambiamento tecnologico e questo è vero sin dalla scoperta del fuoco: tutto è tecnologia nel momento in cui può essere funzionale alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure per raggiungere un determinato obiettivo.

Dunque i selfie sono già da considerarsi arte? Il fine ultimo della mostra alla Saatchi Gallery è proprio tentare di rispondere a questa domanda, o perlomeno far riflettere il pubblico.

Roberta Pasetti
Studentessa di lettere. Nisi Alexander essem, ego vellem esse Diogenem.
Può bastare così.

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