La Saatchi Gallery di Londra, in collaborazione con Huawei, ha in programma una grande esposizione di selfie, dal 31 marzo al 30 febbraio, chiamata From Selfie to Self-Expression.
Questa mostra si articolerà come un percorso dagli autoritratti più conosciuti, da Van Gogh a Rembrandt, passando per famosi selfie contemporanei – si spazia da quelli di alcune celebrità, come Kim Kardashian o come il selfie degli oscar 2014, sino a quello di Obama e Cameron -, per approdare a quelli commissionati dalla galleria stessa a dieci fotografi britannici. Sarà inoltre possibile per il pubblico includere proprie foto a quelle esposte.
Ma il mondo è pronto per considerare i selfie alla stregua degli autoritratti di Van Gogh?
Nigel Hurst, amministratore delegato della Saatchi Gallery, descrive questo fenomeno di massa come un cambiamento nel modo di auto-espressione. Afferma che per molti versi i selfie rappresentano l’epitome della transizione della cultura contemporanea in un’età altamente digitalizzata e tecnologicamente avanzata.
L’esibizione rappresenterà una visione della storia dell’arte secondo cui il selfie sarebbe il legittimo figlio dell’autoritratto d’autore.
Questa iniziativa dimostrerebbe che la nostra, quindi, è la generazione della self-expression, dell’affermazione di un’individualità intima e al tempo stesso collettiva perché bisognosa di conferme. Se da un lato si tende a considerare il selfie come uno scatto finalizzato ad ottenere quanti più apprezzamenti sui social, dall’altro lato, con questa apertura del mondo dell’arte alla tecnologia, l’imbarazzante autoscatto si evolve ad espressione e indagine di sé, a riflessione sull’io moderno e persino il like non è più così banale, nella prospettiva di una nuova società irrimediabilmente fusa con la tecnologia.
Lo smartphone può creare arte proprio perché si costituisce, ormai, come parte di noi, come estensione del nostro corpo, della nostra mente, perché l’evoluzione dell’uomo è strettamente correlata al cambiamento tecnologico e questo è vero sin dalla scoperta del fuoco: tutto è tecnologia nel momento in cui può essere funzionale alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure per raggiungere un determinato obiettivo.
Dunque i selfie sono già da considerarsi arte? Il fine ultimo della mostra alla Saatchi Gallery è proprio tentare di rispondere a questa domanda, o perlomeno far riflettere il pubblico.