Matteo Torri
Se avete un pomeriggio libero e volete scoprire la storia di Milano dovete assolutamente fare un salto a Palazzo Morando, via sant’Andrea numero 6, nel pieno centro del quadrilatero della moda.
Da Novembre nelle sale del palazzo è stata allestita la mostra “Milano – storia di una rinascita” che ripercorre la storia della città dal 1943 al 1953, dieci anni fondamentali per il capoluogo lombardo.
Probabilmente pochi sanno che la città ambrosiana fu gravemente danneggiata dai bombardamenti degli alleati nel biennio ‘43/’44, che non solo fecero più di 2mila vittime, ma si portarono via per sempre grandi palazzi nobiliari e meravigliose chiese.
Il danno al patrimonio culturale fu immenso: si calcola che circa il 50% degli edifici presenti nel centro storico fu gravemente lesionato e in seguito demolito.
Del resto la guerra non risparmia proprio nessuno e così furono gravemente danneggiate la Scala, Sant’Ambrogio, la Cà Granda-oggi sede della Statale-, Santa Maria delle Grazie con il cenacolo vinciano (miracolosamente sopravvissuto), Palazzo Reale e in parte ma con danni minori lo stesso Duomo.
Erano anni bui, anni in cui la Milano che oggi conosciamo, quella che va di corsa e si proietta al futuro, si scontrava con un altissimo tasso di emigrazione verso le campagne, considerate più sicure e meno esposte agli attacchi nemici.
Chissà cosa avranno pensato gli ormai pochi milanesi rimasti in città nella notte fra il 12 e il 13 Agosto del ’43, quando 504 aerei inglesi gettarono più di 2000 tonnellate di bombe sulla città. Quando nei giorni successivi tutto sembrava perduto, Milano s’è scoperta forte e combattiva, estremamente determinata verso una rinascita.
E così la mostra dopo una prima parte che illustra tramite spettacolari foto d’epoca distruzione, macerie e rovine, lascia spazio a quelle foto in cui ritroviamo la Milano che conosciamo, fatta di moda, nuove architetture, design e arte.
E se il 1943 può essere considerato un annus horribilis, sicuramente dal 1945 (dopo la liberazione) è stato un crescendo di innovazione, recupero e costruzione.
In un batter d’occhio la Scala viene completamente rimessa a nuovo e già nel ’46 il teatro lirico più famoso del mondo è pronto ad aprire la stagione presenziata dal maestro Arturo Toscanini. Dopo la Scala fu la volta delle numerose chiese, del Duomo con le nuove vetrate variopinte e soprattutto della riapertura di Palazzo Reale.
Sarà proprio nelle sale del Palazzo Reale che dagli anni ‘50 saranno ospitate mostre di carattere internazionale dedicate a grandi maestri dell’arte, come Caravaggio, Van Gogh e Picasso inaugurando una stagione artistica che continua tutt’ora.
E’ legata al pittore spagnolo una delle ultime fotografie dell’allestimento, una grande gigantografia che ritrae la Guernica, capolavoro indiscusso del maestro, all’interno della sala delle Cariatidi. Un simbolo dentro un simbolo: la Guernica che illustra la distruzione della piccola cittadina spagnola ospitata nella sala gravemente danneggiata dai bombardamenti e volutamente non ricostruita, seguendo un consiglio dello stesso Picasso, ma conservata nell’aspetto post-bellico.
E poi ancora, fra le sale della mostra si parla di Brera, della mitica Lambretta, di Lucia Bosè, dei primi grattacieli di Milano, della poltrona Lady, della Pirelli, di tutto ciò che in un modo o nell’altro ha segnato il futuro della città.