
Nella propria carriera universitaria, ogni studente della Statale si è imbattuto nel personale delle biblioteche. A volte l’incontro si rivela roseo, altre volte meno. E dato che, di solito, si ricordano con più vividezza gli esiti spiacevoli rispetto a quelli felici e che, almeno da Aristotele in poi, noi occidentali nutriamo una sorta di ossessione per le classifiche delle esperienze, ecco un pentalogo dei momenti più snervanti nel rapporto studente-bibliotecario:
- Cordialità
Il bibliotecario medio vi accoglierà con la stessa gentilezza di Jabba the Hutt in Star Wars ep. VI. Sudicio, senza il minimo senso del pudore e spesso blaterante sillabe incomprensibili, alla vostra richiesta di un libro o di una indicazione sulla collocazione, spesso reagirà con lentezza e ghigni inconsulti. E sarà tutta colpa vostra, stupidi giovani ribelli.
- Libri fantasma e quid pro quo
State scrivendo la tesi e vi occorre un determinato libro che sapete essere in Statale? Speranzosi vi recate in biblioteca con la certezza di reperirlo? Poveri illusi! Il libro in questione, anche se figura nel catalogo, non sarà disponibile per qualche oscura ragione. Invasioni barbare, topi affamati, logorio del tempo e calamità naturali come Diego Fusaro avranno contributo alla sua scomparsa. Il bibliotecario si limiterà a comunicarvi — con la cartella clinica in mano — che è stato fatto il possibile, ma il libro purtroppo non ce l’ha fatta. Condoglianze a voi che avete deciso di iscrivervi in Università anziché dedicarvi ad attività più remunerative, tipo lo spaccio di droga nel chiostro di storia.
https://www.youtube.com/watch?v=nMS6H78Ah3s
Diego Fusaro, il primo filosofo che si fa le lampade
Vi serve per caso un libro su Platone? Ma non ne stavate cercando in realtà uno su Eschilo? Il bibliotecario medio si stupirà, sgranando gli occhi, della vostra pedanteria, se gli farete notare che si tratta in realtà di autori diversi.
- Astio tra colleghi
Le biblioteche, si sa, sono un ambiente competitivo. Scalare la gerarchia sociale che dalla sedia girevole destra porta a quella sinistra, più larga e confortevole, è un desiderio comprensibile. Ogni occasione è quindi buona per cercare di dimostrare di essere migliori degli altri. Sia nelle pause, a mo’ di pettegolezzo, sia durante il lavoro, il bibliotecario medio sottolineerà a chi gli sarà vicino quanto lui sia più bravo degli altri, più attento degli altri e più efficiente degli altri, quei brutti lavativi (mica come lui, eh). Il migliore in assoluto viene eletto bibliotecario del mese e vince l’occasione di leggere un capolavoro della letteratura senza vociare a tutto volume disturbando chi cerca di studiare. E indovinate un po’ quanti ritirano il premio? Esatto, nessuno.
- Ricette
Manicaretti, brodo di pollo, pizzoccheri, panzerotti, ravioli al vapore: il bibliotecario medio, nei momenti di noia, elencherà l’intero menù che ha intenzione di gustare a cena, risvegliando in chi sta studiando e ha un esame imminente l’atavico desiderio di cruda violenza.
- Chiusura
Finalmente tutto tace, tutto sembra filare per il verso giusto. Nessuno fiata e lo studente ha fiducia che, sì, questa volta riuscirà a finire almeno un paragrafo senza ulteriori distrazioni quando… Dal fondo della biblioteca giunge l’acuto e roboante grido: «Si chiudeeeeee!» Ma come? Non si doveva chiudere tra mezz’ora? Com’è possibile? Ma i bibliotecari non sentono ragioni: stasera a casa li aspetta una bella carbonara e non ci sono davvero suppliche che tengano.