Del: 11 Marzo 2017 Di: Greta Fossati Commenti: 0

Rosso Istanbul, il nuovo film di Ferzan Ozpetek, è appena uscito nelle sale cinematografiche. Attraverso il colore rosso, il regista ha abilmente costruito i dettagli e le sfumature dei luoghi come i caratteri dei protagonisti di questa storia. Questa tonalità tinge il ponte sul Bosforo e la casa dove le vicende prendono vita. Rossa è anche la vecchia auto familiare che sfreccia per le strade dell’antica città con a bordo i due protagonisti, lo scrittore Deniz (l’attore Nejat Isler) e l’editore Orhan (l’attore Halit Ergenc).

Quest’ultimo è appena arrivato nella città in una calda sera d’estate del 2016. Sono questi i dettagli che accolgono l’enigmatico editore co-protagonista che di rosso non ha nulla, ma ha invece dei profondi occhi azzurri ed una personalità inquieta. A spingerlo a tornare in patria, dopo un voluto trasferimento a Londra a causa di un doloroso passato familiare, sono delle esigenze di lavoro. Egli ha infatti accettato di aiutare Deniz a terminare il proprio libro. Questi è d’altra parte, deciso a far conoscere l’editore ai suoi conoscenti ed amici più intimi in quanto protagonisti della sua opera. Orhan fa dunque presto conoscenza della restauratrice Neval (Tuba Buyukustun) e l’impulsivo Yusuf (Mehmet Gunsur). Questo film è anche una storia d’amore, questo sentimento emerge infatti in modo prepotente nella vita dei protagonisti in diversi modi e tonalità.

Ciò che emerge è in primis, l’impossibilità che essi riscontrano nel vivere per davvero questo sentimento.

Certi appuntamenti vengono mancati, altri rimangono sospesi e permangono nell’immaginario meravigliosi proprio per questo motivo. I piani non vanno come era stato previsto: le vite di chi abita la casa rossa vengono infatti scombussolate in modo irrimediabile dopo l’improvvisa e misteriosa scomparsa di Deniz. Evento che cambierà i piani anche a Orhan costretto infatti a posticipare il rientro a casa. Istanbul diviene in questo film metafora di una città che prepotente, vuole fare i conti con chi la abita. Ogni personaggio è visione di questo luogo ed un suo riflesso con cui gli attori devono scendere a compromessi.

La madre di Deniz confessa all’editore appena conosciuto di non amare più quella città e di uscire di casa solo se costretta, essa ha già in mente di andare via, ecco perché l’ospite è arrivato proprio in un momento sbagliato, confessa al proprio secondogenito di cui si intuisce subito, il grande legame che li unisce. Anche la donna ha del rosso in sé e sulle unghie, sempre laccate di questo colore e che inizialmente è Deniz stesso ad aiutarla a stenderlo sulle dita della madre, operazione che avviene con grande naturalezza e complicità. Nel film si assiste anche al dramma di una delle cameriere della casa, i suoi problemi familiari sono intrisi in modo diretto con le attuali vicende di guerra del paese. Rosso è anche la tonalità che maggiormente rispecchia la personalità di Yusuf, un rosso che è causa di numerose incomprensioni durante le vicende con gli altri protagonisti. Istanbul è soprattutto lo specchio fedele di una brillante figura femminile in questo film: l’elegante Neval che diventa accompagnatrice gentile del viaggio spirituale di Orhan, ma è essa stessa inquietudine e riflesso di moti indescrivibili, ma sempre portatrice di un grande dono: quello di saper trasformare in bellezza tutto ciò che tocca come le dice il marito durante un cena in cui indossa un vestito estivo rosso.

FERZAN OZPETEK

Rosso brillante è invece la personalità enigmatica di Deniz, il vivace scrittore che impersonifica in modo completo la vita delle vie di Istanbul. I temi della riscoperta e dell’amore non sono gli unici ad emergere in questo film: in esso troviamo infatti una profonda compenetrazione del presente, passato e futuro. Inizialmente Orhan guarda con interesse le foto di famiglia dell’amico. Deniz lo riporta invece alla realtà esortandolo a non perdersi nel passato. Le scene successive si compongono però di reminiscenze e di un passato instabile fino a quando la madre di Deniz, non invita Orhan a rimanere nella casa rossa anche dopo il loro trasferimento imminente, con l’abbraccio finale dei due e l’esortazione secca della cameriera a chiudere bene porte e finestre, si apre anche un nuovo orizzonte nella vita dell’editore, egli è finalmente deciso a mescolare e contaminare la profondità dei suoi occhi al rosso della città e del fiume contribuendo così alla sua rinascita. Questa trama cinematografica è tratta liberamente dal libro “Rosso Istanbul” scritto dal regista stesso, in Italia è edito da Mondadori ed è uscito nel 2013.

Greta Fossati
Laureanda in Beni Culturali e tata part-time. Penso ai temi degli articoli mentre preparo torte ed improbabili frullati Detox. Da grande mi piacerebbe girare per il mondo e scrivere reportage.

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