Durante la seduta del 23 maggio, il Senato Accademico ha deciso che, a partire dall’anno 2017/2018, la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università Statale di Milano introdurrà il numero programmato. Questa misura è stata adottata per poter rientrare nel parametro AVA 2.0, ad oggi non rispettato, che stabilisce che per ogni 200 studenti siano necessari 9 docenti di riferimento.
L’intera vicenda si rivela, però, poco chiara sia in relazione alle modalità per cui si è giunti a questa scelta, sia alle motivazioni che ne stanno alla base.
Se è vero che il decreto AVA 2.0 non è rispettato, è altrettanto vero che le soluzioni a questo problema sarebbero potute essere meno drastiche – come l’introduzione di un test di autovalutazione – e più ponderate. Contestate sono state anche le azioni del Rettore Gianluca Vago, il quale ha scavalcato il parere dei Dipartimenti, contrari al numero programmato, rimettendo la questione ai voti del Senato.
Ne parliamo con Gianfranco Mormino, professore di storia della filosofia morale in Statale, Riccardo Rogliani, rappresentate di UNILAB-UNIMI e membro del Senato Accademico, Giacomo Aresi, rappresentante di Link-Studenti Indipendenti e membro del Comitato di Direzione di Studi Umanistici e Pietro Savastio di Altrementiblog.it .
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