
Autonomia, integrazione e realizzazione personale: sono questi i temi principali su cui ruotano i progetti promossi da Associazioni e Cooperative sociali come La Quercia Onlus del comune di Magenta, in provincia di Milano, e Namasté della provincia di Bergamo, unite dall’obiettivo di far conoscere e promuovere la realtà delle persone disabili, tentando di spezzare quella catena di pregiudizi a cui spesso si ricorre per ignoranza.
La Quercia è un’organizzazione di volontariato nata, nel 1990, dalla necessità di alcune famiglie di condividere e affrontare assieme la disabilità dei propri figli. La sede dell’Associazione, costituita nel 1991, è utilizzata anche come centro diurno operativo dalle 9 alle 16 ed è composta da educatori, dipendenti, volontari e da dieci utenti che vivono la struttura come se fosse una casa. «Ci sono turni per apparecchiare e sparecchiare la tavola, caricare la lavastoviglie e turni di pulizia insieme agli educatori» spiega il presidente Roberto Ravani, che lavora nella Onlus da sedici anni e la dirige da cinque: «Mi sono laureato in scienze motorie e ho cominciato a lavorare qui in qualità di insegnante di ginnastica per due ore alla settimana».
L’obiettivo del centro è quello di sviluppare un buon livello di autonomia personale tenendo conto delle specificità di ognuno dei ragazzi ospitati.
Per raggiungere tale scopo, il personale lavora attraverso laboratori creativi, attività cognitive, corsi di yoga, equitazione integrata, pet therapy, attività in piscina e nel laboratorio di musicoterapia dal quale è nata una vera e propria band, la OOO BAND (Old Odd Oak band), che anima e rallegra alcune case di riposo del territorio.
Sempre con l’obiettivo di raggiungere un buon livello di autonomia è nato il progetto “Cosa succede se prendo casa?” che vede coinvolti ragazzi con disabilità lievi inseriti all’interno di un appartamento residenziale situato nel comune di Corbetta durante il fine settimana. Capita spesso che la persona disabile non possa più usufruire delle cure dei propri parenti a causa di lutti o malattie gravi, ritrovandosi così a dover provvedere a se stessa senza alcuna preparazione. Questa iniziativa permette di preparare i ragazzi ad affrontare questa possibile realtà mentre la famiglia è ancora presente nella loro vita contribuendo, insieme all’Associazione, allo sviluppo della loro indipendenza.
Altro programma coerente con l’obiettivo prefissato dalla Onlus è “Un ponte per l’autonomia” che si rivolge sempre a persone con disabilità non importanti di età compresa tra 16 e i 35 anni ed è composto da una parte teorica, mirante all’insegnamento della gestione della casa, dei soldi personali, l’utilizzo e la lettura delle etichette di prodotti chimici e da altre conoscenze che sfrutteranno per la successiva parte pratica del progetto, ovvero il lavoro. Vengono, infatti, ingaggiati da asili per preparare i tavoli della mensa, da cascine didattiche come una vera e propria impresa di pulizia e portano la spesa a domicilio a persone anziane o con difficoltà di movimento.
Questi progetti sono stati resi possibili non solo grazie all’impegno dei membri de “La Quercia” ma anche grazie all’aiuto del comune di Corbetta, alla Fondazione Ticino Olona e alla ASD Polisportiva SuperHabily di Abbiategrasso con la quale si sta lavorando per la realizzazione del progetto “Baskin” che partirà a gennaio. Il Baskin prevede squadre miste composte da uomini e donne disabili e non, che si scontrano su un campo da basket regolamentare con quattro canestri.
Tra gli altri risultati ottenuti dall’Associazione ricordiamo: l’inserimento dell’altalena inclusiva, cioè l’altalena per carrozzine, all’interno del parco di Villa Ferrario a Corbetta, e l’acquisto di due cargobike, ovvero biciclette da carico dotate di tre ruote ciascuna e di un cassone anteriore con dei freni di stazionamento per assicurare la carrozzina al mezzo. Esse sono accessibili gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno.
Più ampia e articolata è invece la Cooperativa sociale “Namasté”. Nata nel 2001, opera nei settori famigliare, di anzianità, disabilità e inserimenti lavorativi. Al suo interno lavorano educatori, psicologi, volontari e molte altre figure importanti. Il polo della disabilità ha proposto una serie di attività che coinvolgono non solo la persona disabile ma anche chi e ciò che lo circonda. È con questa premessa che viene creato il progetto “Finalmente prendo casa” concretizzato nel 2005 con l’acquisto di un appartamento di un condominio nel centro di San Paolo d’Argon, abitato a tempo indeterminato da cinque utenti e da due assistenti famigliari. Il complesso condominiale è costituito da quattordici appartamenti totali abitati da qualsiasi tipo di persona.
L’iniziativa ha poi, in maniera lungimirante, previsto di coinvolgere anche gli altri condomini dimostrando concretamente come le persone con disabilità potessero essere una risorsa per la collettività. I ragazzi si sono infatti offerti di pulire le scale, di curare il giardino e di occuparsi di altre piccole mansioni creando così un’atmosfera di collaborazione reciproca che ha portato alcuni dei condomini ad occuparsi a loro volta degli utenti. Questo risultato ha portato all’acquisto di altri tre appartamenti destinati sempre alle persone con disabilità lievi. Uno di essi è dotato di una cucina in grado di preparare pasti anche per gli altri due appartamenti e per gli anziani del condominio. Nel progetto, infatti, ci si prende cura anche delle persone anziane e i loro appartamenti sono stati collegati con un citofono interno agli appartamenti delle persone disabili cosicché anche loro possano disporre del sostegno degli operatori.
Con questi progetti, Namasté e La Quercia Onlus hanno cercato di andare oltre alla visione e considerazione della persona disabile come non produttiva al di fuori della sua realtà e isolata dal resto della società perché, come afferma Roberto Ravani, «Il disabile potrebbe dare tanto ma va seguito. Non tutti ne hanno voglia perché l’attività di cura richiede tempo».