Del: 1 Marzo 2018 Di: Sheila Khan Commenti: 0

Foto di Paolo Cruciatti/La Presse

Essere Vago significa essere il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Milano, il direttore di un’istituzione pubblica e statale, il “responsabile del perseguimento delle finalità dell’Università […] nel rispetto dei princìpi di efficacia, efficienza, trasparenza e promozione del merito” – così si legge nello Statuto dell’Università, articolo 25 comma 1.
Essere vago significa non rispettare il principio della trasparenza nei confronti degli studenti, imponendo tasse fuorilegge; significa rilasciare tramite ufficio stampa una dichiarazione evasiva, senza degnarsi di farlo personalmente; significa rifiutare ogni tipo di confronto con gli studenti, che meritano, come minimo, una spiegazione o delle scuse.

Abbiamo provato più volte a contattare Gianluca Vago, prima per invitarlo al nostro programma radio e poi per un’intervista, ma ha rifiutato entrambe le volte. Anzi, ha inizialmente accettato la prima, specificando però che in studio non voleva gli studenti di UdU, che hanno esposto il ricorso. Poi ha cambiato idea e ha declinato l’invito.

Il desiderio espresso di non volere contraddittori in studio (tendenza già verificatisi recentemente sempre nel nostro Ateneo) e il silenzio totale che dura ormai da dieci giorni lasciano intendere, purtroppo, un’ammissione di colpa; se Vago volesse fornire delle spiegazioni (non vogliamo insinuare che voglia giustificarsi) sarebbe stato il primo a cercare il modo. Ma, esclusa una nebulosa dichiarazione lasciata a TGR, non l’ha fatto.

Tutto il dramma The Importance of Being Earnest di Oscar Wilde ruota intorno al tema della verità e, come suggerisce il titolo, sull’importanza di essere sinceri. Il protagonista, dopo varie vicissitudini, diventa un uomo onesto, come il suo nome suggerisce.

Vago è tale di nome e di fatto e sembra non accorgersi dell’importanza (e della gravità) di esserlo.

Pubblichiamo quindi l’unica dichiarazione rilasciata dal Rettore (ricordiamolo, tramite ufficio stampa e non di persona), in attesa di un confronto che possa rendere la questione tasse più chiara e nel rispetto della trasparenza (anche economica) che si dovrebbe mantenere con gli studenti.

Con riferimento alla nota UDU Statale – Sinistra Universitaria del 19 febbraio, riguardante il rapporto tra contribuzione studentesca e Fondo per il finanziamento ordinario, la Statale di Milano precisa quanto segue.

        L’assunto dal quale prende le mosse il comunicato UDU, secondo il quale le tasse per il 2018 ammonterebbero alla Statale di Milano al 32,8% del FFO, è manifestamente inesatto poiché il dato conteggia tutte le categorie che sono escluse dal parametro del 20%, come i contributi dei fuori corso, e si basa peraltro su una stima previsionale e non sugli incassi effettivi  e non considera i rimborsi derivanti da esonero. Si fa presente al riguardo che nell’anno  2017 il dato effettivamente  è dell’ordine  del 20%.

        Negli ultimi anni la Statale ha varato numerosi interventi volti a diminuire le tasse in funzione del reddito ma anche, con una scelta rivendicata con decisione, del merito degli studenti. La no tax area in Statale arriva ai 26.000 euro di reddito, raddoppiando i minimi stabiliti dalle legge di stabilità 2016.

        Malgrado la diminuzione delle tasse, grazie ad un bilancio in ordine e ad una precisa scelta di potenziamento del supporto alle condizioni di studio, la Statale fornisce attualmente vari servizi supplementari agli studenti, come le certificazioni linguistiche, fondi extra per le attività sportive, borse di studio e interventi per le residenze, integrando su proprio bilancio i finanziamenti ricevuti da Regione Lombardia destinati al diritto allo studio.

        Se la richiesta posta da UDU venisse accolta, la diminuzione della tassazione faciliterebbe in primis gli studenti più abbienti (sono circa 18.000 gli studenti della Statale che non presentano neanche la dichiarazione dei redditi perché in fascia massima), danneggiando gli studenti economicamente più deboli, che verrebbero privati di servizi che, in questo sistema di contribuzione, la Statale riesce a garantire gratuitamente a tutti i suoi iscritti.

Sheila Khan

Commenta