Del: 22 Aprile 2018 Di: Giulia-Gloria-Chandal Costa Commenti: 0

Foto di copertina di Chiara Sardelli

Nati a Milano nel 2009, i Jaspers non smettono mai di stupire. La scoppiettante e talentuosa band  che prende il nome dal filosofo K. T. Jaspers   è formata da Fabrizio Bertoli (cantante), Giuseppe Zito (cantante), Erik Donatini (basso), Francesco Sgarbi (tastiera), Eros Pistoia (chitarra) e Joere Olivo (batteria). Nel 2012 esce il loro primo album, Mondocomio, ed entro fine anno assisteremo all’uscita del secondo, già preceduto da alcuni singoli, tra cui Mastica, Mr. Melody e l’ultimo, in ordine di tempo, Tonalità, senza dimenticare che sono la band ufficiale di Quelli che il calcio. Certo è che di strada ne hanno fatta e sicuramente non si fermeranno qui.

Come gruppo siete nati a Milano nel 2009: come e da cosa è nato il progetto?
Ci siamo conosciuti tra i corridoi del CPM (scuola di musica diretta da Franco Mussida, PFM). Fabrizio voleva creare una band dove tutti cantassero con sonorità ricercate, così tra conoscenze e incontri fortuiti ci siamo trovati in sala prove. Da lì le nostre diverse contaminazioni hanno creato il progetto Jaspers.

Vi chiamate Jaspers, che deriva dal filosofo tedesco Karl Theodor Jaspers (1883-1969): perché avete scelto proprio lui per il vostro nome?
Abbiamo scelto lui perché la nostra musica si è sempre ispirata “in senso giocoso” alla follia che è intrinseca nell’uomo. Anche le sonorità iniziali ricercavano elementi dissonanti, ritmiche intricate e armonie altisonanti.

Anche il vostro stile è particolare: come lo definireste?
Il nostro stile nel tempo si è evoluto: non ci siamo mai posti grandi problemi su come dovesse evolvere un brano, perché ci piace essere camaleontici e non chiuderci in un’unica espressione ed eclettici per assicurarci il divertimento live. Le nostre sei diverse influenze hanno marchiato quello che è oggi il progetto JASPERS.

E voi come vi definireste?
Non ci sono definizioni particolari se non JASPERS!

Nel gruppo ognuno di voi è un “personaggio” diverso: come li avete scelti?
È partito tutto dal live   dal primo per essere precisi   perché volevamo divertirci e stupire. Qualcuno tra noi ha avuto alle spalle esperienze di teatro e forse proprio per questo è scattata la scintilla che ha tirato l’intera band nel travestimento live.

Come prendete spunto per le vostre canzoni?
Lo spunto primo è sempre la vita.

Il 6 aprile è uscito il vostro nuovo singolo, Tonalità, che porterà al vostro secondo album: com’è nato? C’è qualcosa in particolare che vi ha ispirato per questa canzone?
Tonalità nasce dal bisogno di aiutare un amico che si sta perdendo nella selva oscura della vita e rifiuta di crescere e guardarsi dentro. Rifiuta il dialogo e vive una vita piena di eccessi che però lo porterà alla fine a riconoscere i suoi errori e cambiare prospettiva.

Un tematica che vuol analizzare la profondità e varietà di ogni essere umano in accordo o in dissonanza con gli altri che lo circondano, della scelta di essere intonati o stonanti rispetto al resto del mondo.

Inoltre avete cambiato team per questo nuovo lavoro…
Esatto, il nuovo team è composto da Jason Rooney (Giuseppe D’Albenzio, coproduttore dell’ultimo album dei Negramaro Amore che torni) e Fabio B (Fabio Bragaglia, Dj e conduttore radiofonico di Radio Deejay), i quali si sono occupati della produzione artistica di Tonalità e dei prossimi singoli in uscita.

Questo singolo è il primo passo verso il vostro secondo album previsto entro la fine dell’anno: cosa bisogna aspettarsi?
Sicuramente un cambio di “tonalità”.

In cosa si differenzia dal vostro primo album, Mondocomio, e dai i singoli Mastica e Mr. Melody?
Mastica e Mr. Melody   che sono stati prodotti da Cass Lewis (Skunk Anansie)   hanno comunque una impronta rock e in un certo qual modo British, mentre Mondocomio è la sintesi dell’impronta iniziale della band… Tonalità direi che può essere considerata invece la sintesi di tutto il nostro percorso fino ad oggi.

Siete cambiati in qualche modo in questi ultimi anni?
Fortunatamente sì, il cambiamento fa parte dell’evoluzione, della crescita, della vita.

Siete la band ufficiale di “Quelli che il calcio”, programma condotto da Paolo e Luca e con Mia Ceran in onda su Rai 2: come mai questa scelta o collaborazione?
Non è stata una scelta, ma una grande opportunità che ci ha dato la possibilità di farci conoscere dal grande pubblico.

Com’è e com’è stata come esperienza e cosa vi insegna o vi ha già insegnato?
Abbiamo imparato ad essere pronti, molto più di quanto i live nei locali insegnano, e abbiamo acquisito nuove esperienze e conosciuto un grande team di lavoro qual è la Rai.

Ultima domanda: progetti futuri?
Fare il botto! Scherzi a parte, prevediamo l’uscita di altri singoli e dell’album, nonché l’inizio di un tour per portare le novità anche sul palco, al nostro pubblico, che più ci sta a cuore.