Si sono dati appuntamento domenica 15 aprile a mezzogiorno, davanti all’ingresso pedonale di City Life, artisti italiani e internazionali, appassionati d’arte, rappresentanze istituzionali e semplici curiosi, per l’inaugurazione del progetto artistico ArtLine Milano. Presenti alla manifestazione il coordinatore Roberto Pinto, l’assessore alla cultura Filippo Del Corno e Roberto Russo che hanno presentato l’idea del parco d’arte contemporanea come un’occasione per rendere l’area verde, che contorna la nuova zona residenziale e commerciale, non solo un luogo di passaggio, ma anche uno spazio dedicato alla cultura a “cielo aperto”.
Del Corno, assessore alla cultura, il curatore Roberto Pinto e Roberto Russo (City Life)
Entro due anni si prevede l’installazione di 26 opere fruibili a tutte le ore, senza nessun costo aggiuntivo a quello di una semplice passeggiata tra le architetture, divenute ormai simbolo della fermata metro “Tre Torri”, che portano la firma di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind.
Accanto alle opere di artisti di fama internazionale si affiancheranno inoltre otto creazioni under 40, selezionate tramite una mostra indetta appositamente a palazzo Reale nel 2015-2016.
Tra i lavori che si possono già ammirare all’ingresso del percorso pedonale spicca Daily Desiderio di Riccardo Benassi, un’enorme struttura con un messaggio testuale LED che l’artista stesso s’impegna a rinnovare giorno per giorno. Come descritto da Benassi stesso l’opera è di estetica povera e il suo fine non è sicuramente quello di mettere in luce l’arte come eccezione, ma come già presente nella nostra quotidianità. L’impegno costante dell’artista e dei suoi collaboratori è fare in modo che la vita entri nell’oggetto, di per sé inanimato, in tutte le sue forme possibili. Dopo la loro morte verrà data comunque continuità al lavoro facendo ripartire i messaggi da capo, in loop.
Riccardo Benassi, autore dell’opera Daily Desiderio
Presenti all’inaugurazione anche gli artisti internazionali Judith Hopf, autrice delle due sagome anatomiche di mattoni raffiguranti una mano e un piede e Pascale Marthine Tayou, autore dell’opera Coloris che si fa carico d’un forte messaggio sociale. Tayou infatti, attraverso un’installazione composta da pali metallici multicolor, ha voluto portare al centro della sua opera ogni essere umano definendo ciascuno come una “scatola piena di colori diversi” e proponendosi come “Terrorista dell’amore e non della guerra”.
Judith Hopf e una delle sue due sculture anatomiche in mattoni
Durante il percorso è stato inoltre possibile dissetarsi e ammirare le vedovelle (nome utilizzato per indicare le fontanelle dell’acqua potabile milanesi) con le bocchette in bronzo realizzate da Serena Vestrucci che ha voluto fare della sua opera un punto di raccordo tra tradizione e innovazione. Il suo lavoro si basa sulla scelta voluta di non introdurre ulteriori elementi urbanistici all’area di per sé già popolata, ma di modificare quelli già esistenti. Elementi tradizionali sono stati ripresi anche nel lavoro di Ornaghi e Prestinari che, attraverso un abbraccio in alluminio rivolto verso i grattacieli di City Life, richiama il mito di accoglienza di Filemone e Bauci. Sul pavimento della piazza principale invece, Matteo Rubbi ha riprodotto con un accostamento di colori, l’esatta congiunzione astrale della primavera del 600 a.C., data in cui Tito Livio fa risalire la fondazione di Milano da parte del principe Belloveso.
Per scelta e non per casualità la mostra si è tenuta proprio al termine di una settimana carica di eventi culturali dislocati in tutta la città in occasione della MiArt: vetrina di promozione e di visibilità per artisti emergenti.
Ad accompagnare il calendario di eventi che vedrà la crescita e il completamento del progetto ArtLine non mancheranno, secondo Pinto, visite guidate, workshop e perché no anche incontri in prima persona con gli autori delle opere, a sostegno dell’idea di arte condivisibile e aperta al dialogo.
Maggiori informazioni sul sito del progetto: www.artlinemilano.com