Lorenzo Rossi
Il governo di Giuseppe Conte ha cessato di esistere pochi giorni dopo essere stato creato.
L’ormai ex premier incaricato ha rimesso il mandato dopo una consultazione con Mattarella, in merito ai nomi per i ministri proposti da Lega e Movimento 5 Stelle, nella serata di Domenica 27 Maggio. Conte se n’è andato proferendo poche parole, ovvero che ha cercato di fare il possibile e ringraziando i due partiti per la nomina.
Il “Governo del cambiamento” è fallito così senza nemmeno vedere la luce e l’Italia si ritrova dopo più di ottanta giorni ancora senza uno dei suoi organi istituzionali più importanti. È un triste record per la storia e la politica del nostro Paese.
La causa che ha fatto accendere gli animi e crollare ogni possibilità del governo Conte di diventare effettivo è da ricercare nella figura di Paolo Savona, economista euroscettico proposto come ministro dell’Economia da Lega e M5S. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha, infatti, posto il veto su tale nomina, definendo inadatto Savona a ricoprire tale carica. Il Presidente ha spiegato i motivi della sua decisione, soffermandosi sul fatto che i mercati e l’economia italiana ne avrebbero pesantemente risentito della nomina di una figura anti euro.
“L’incertezza sulla nostra posizione nell’euro ha posto in allarme gli investitori e i risparmiatori, italiani e stranieri, che hanno investito nei nostri titoli di Stato e nelle nostre aziende”, ha riferito Mattarella.
Immediate sono state le reazioni di M5S e Fratelli d’Italia, i cui leader, rispettivamente Luigi Di Maio e Giorgia Meloni, hanno postato sui social video in cui proponevano la messa in stato di accusa del Presidente.
Contrari a tale ipotesi si sono dichiarati i costituzionalisti, come Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale. Egli esclama in un’intervista: “Macché impeachment, Mattarella ha applicato la Costituzione che in troppi non conoscono”.
La Lega non s’è espressa sulla questione, ma Salvini è parso molto alterato e insiste sulle prossime elezioni.
Mattarella ha poi convocato, nella mattinata di lunedì, Carlo Cottarelli, ex commissario alla spesa pubblica durante il governo Letta, affidandogli l’incarico di formare un nuovo esecutivo, temporaneo e composto da pochi ministri, che dovrà approvare la legge di bilancio e condurre l’Italia verso le elezioni nel 2019 se otterrà la fiducia, già dopo agosto nel caso contrario.
Ci troviamo di fronte ad un nuovo governo tecnico. Cottarelli garantisce una gestione prudente dei conti e sottolinea il ruolo dell’Italia nel dialogo con l’Unione Europea.
“Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici”, ha spiegato il neo premier incaricato.
Tuttavia, gli avvenimenti degli ultimi giorni paiono aver comunque influito negativamente sui mercati e lo spread si trova ai massimi dal 2013.
Sono giorni difficili per la politica e le istituzioni italiane, ogni ora che passa presenta nuove incognite. Di certo, il desiderio comune è quello di limitare i danni e trovare al più presto una soluzione a questa situazione di stallo.