Del: 9 Maggio 2018 Di: Matteo Lo Presti Commenti: 0

L’elemento fondamentale, che accomuna una corposa percentuale di videogiochi tratti da film, è quella relativa al genere cinematrografico da cui sono tratti.

Numerosi videogiochi, infatti, sono tratti da saghe fantasy (Harry Potter, Le Cronache di Narnia…); da film d’azione (007, Mission Impossible, Scarface…) e da film Disney.

Tuttavia, molto spesso i videogiochi tratti da questi film si sono rivelati dei flop.

L’esagerata fedeltà alla trama, nonché la difficile immersione che ottiene il videogiocatore a causa del passaggio film-videogioco, hanno fatto sì che numerosi tra questi titoli non ottenessero lo stesso appiglio ottenuto dai film che li avevano ispirati.

Come sempre, però, esiste un’eccezione a questa “regola”. Nel 1995, in Giappone, viene rilasciato un gioco, ispirato ad un film, che ha riscosso grande successo. Si tratta di Clock Tower: the First Fear.

Pubblicato inizialmente per Super Nintendo, successivamente anche per Playstation 1 e pc, Clock Tower: the First Fear è il primo di quattro capitoli dell’omonima saga.
I generi della saga sono l’horror e il “punta e clicca”, dove il giocatore deve interagire a 360° con l’ambiente circostante, risolvendo enigmi e cercando di sopravvivere.
The First Fear fu rilasciato esclusivamente in Giappone, ma fu scoperto in Occidente soprattutto grazie al web, dove riscosse un ottimo successo. Non a caso, le sue rom scaricabili sono state tradotte in numerose lingue, fanart e altri prodotti sono state create parte del fandom (tra cui un fumetto leggibile su internet).

Il film che ha notevolmente influenzato il gioco è Phenomena di Dario Argento.

Non stiamo, perciò, parlando di un film d’azione oppure fantasy, bensì di un thriller fantascientifico, che comprende pochi personaggi, un’unica ambientazione, e che non fa parte di una saga.

Quali sono state, quindi, le mosse che hanno coniato il videogioco e che hanno evitato che fosse un prodotto prevedibile e noioso?
Aver estrapolato, dal film, quegli elementi che Argento ha voluto mettere in risalto; i personaggi principali del film e le rispettive personalità, le situazioni che mettono alla prova i nervi dello spettatore e le emozioni che si cerca di far suscitare in quest’ultimo.

Il primo degli elementi sopracitati è quello di cui si prende immediatamente conoscenza.
Entrambe le protagoniste, Jennifer Corvino nel film e Jennifer Simpson nel gioco, oltre ad essere omonime, sono identiche per quanto riguarda l’aspetto fisico. Identità simile anche per quanto riguarda le personalità, cui spiccano l’intrepidità, il saper uscire da situazioni spiacevoli tramite l’ingegno e senza ricorrere alla violenza (fatta eccezione per i finali di entrambi i prodotti).

Le due protagoniste: Jennifer Corvino e Jennifer Simpson

Anche gli antagonisti del film, Frau Brückner e il figlio deforme Patua, si rispecchiano nei due antagonisti del videogioco, Mary Barrows e il figlio, anch’egli deforme, Bobby.
Ancora una volta l’aspetto fisico molto simile salta immediatamente all’occhio, così come le personalità, caratterizzate da sadismo e da un istinto omicida immotivato.

Entrambe le protagoniste, riprendendo il secondo elemento estrapolato dal film, si troveranno ovviamente in situazioni spiacevoli. In particolare, i fattori in gioco sono: l’assenza di alleati, l’esplorazione di luoghi in cui vi è, apparentemente, assenza di persone; elementi macabri capaci di rendere inquietanti le situazioni.
Tutto ciò a beneficio dell’ansia dello spettatore/videogiocatore, conscio dell’arrivo imminente di qualcosa di spiacevole.

Marcatissima, invece, la differenza tra le due trame.
Elemento che la Human Entertaiment, la casa di produzione dei primi 3 capitoli della saga, non ha assolutamente preso in considerazione nella realizzazione del primo capitolo e che, qualora fosse stato inserito, non avrebbe dato i risultati ottenuti invece da un suo desistere.

Matteo Lo Presti
Calciofilo e meme lord, il tutto innaffiato da Poretti 9 luppoli. Amo i tatuaggi, la filosofia morale, la Liguria e scrivere. Sogno l'autarchia e l'atarassia.

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