Del: 8 Giugno 2018 Di: Giulia Giaume Commenti: 0

Francesca Bresciani era una tagliatrice di lapislazzuli del Seicento. Non sembrano le premesse di una donna memorabile.

Grazie agli studi di Assunta di Sante e Sante Guido, però, siamo in grado di strappare all’oblio della storia una visione più nitida di una figura forte ed estremamente dotata, meritevole di salvarsi dal soffocante mare di informazioni a portata di click.

Seconda metà del XVII secolo. Gian Lorenzo Bernini si vide assegnare – alla fine della sua lunga vita – la costruzione del tabernacolo del Santissimo Sacramento da Papa Clemente X, per l’omonima cappella vaticana. Si trovò a così dover scegliere un artigiano particolarmente esperto per il taglio delle pietre preziose. Il complicatissimo lavoro consisteva nel taglio delle pietre grezze – svariati chili acquistati con fatica sul mercato napoletano – secondo i disegni dei profili di ogni singola lastra, con attenzione assoluta a qualità ed omogeneità del colore. L’artigiano doveva inoltre avere la capacità di unire le lastrine per ottenere un effetto compatto e senza soluzione di continuità fra le vene della pietra.

In un ventaglio di uomini particolarmente abili, venne scelta Francesca Bresciani. Attiva a Roma nella seconda metà del secolo, la Bresciani era una self-made woman e imprenditrice del proprio talento – anche perché il mestiere se lo era scelto, senza aver ereditato la bottega da nessuno. Per due anni, fra il 1672 e il 1675, lavorò sul tabernacolo, un oggetto estremamente pregiato e simbolico facente riferimento al pontefice stesso – a maggior ragione per il fatto che conteneva lo stemma della famiglia di Clemente X, gli Altieri. Impegnata giorno e notte nel lavoro, si trovò a scontrarsi con Bernini, del quale criticò apertamente le conoscenze, non specifiche per il taglio delle pietre preziose.

 

Scelta in virtù di una comprovata abilità tecnica, per la propria tenacia e saggezza, e – possiamo dirlo – malgrado il proprio sesso, la Bresciani venne quindi chiamata a collaborare alla Fabbrica di San Pietro per uno degli oggetti più sacri, quello contenente l’Eucarestia.

E fin qui, tanto di cappello. Ma non è solo questo a renderla una insolita ignota da celebrare: è un episodio che potremmo dire personale a mostrarci la vera entità della sua autorevolezza. Quando l’ormai ottantenne Bernini decise di diminuirle il compenso per un lavoro perfetto, la Bresciani si oppose con calma e fermezza. E vinse.
Con una rivendicazione imprenditoriale fondata sulla consapevolezza del proprio operato, e del proprio nome, Francesca Bresciani è stata in grado, più di trecento anni fa, di farsi avanti ponendo sul piatto della bilancia centinaia di ore di lavoro e la propria reputazione. La sua buona nomea vinse su tutta la linea: si vide assegnare pochi anni più tardi la commissione per il fondo di lapislazzuli della croce fusa da Lucenti su disegno di Bernini – un altro lavoro di mirabile fattura.

Francesca Bresciani crea, il XXI secolo prende nota.

Giulia Giaume
Innamorata della cultura in ogni sua forma, lasciatemi in ludoteca con un barattolo di Nutella e sono a posto.