Il comitato di direzione della facoltà di SPES (Scienze Politiche, Economiche e Sociali) è stato chiamato, la settimana scorsa, ad esprimere un parere su tre proposte di nuovi corsi di laurea.
La prima proposta, International Politics, law and economics (IPLE), è l’unica a essere presentata congiuntamente dai tre dipartimenti della facoltà (Studi internazionali, giuridici e storico-politici, dipartimento di scienze sociali e politiche, dipartimento di economia, management e metodi quantitativi) ed è anche l’unica attinente ad un corso di laurea triennale. Inoltre, era già stata presentata alla commissione didattica del senato nel luglio 2018. Si presenta come un eccezionale unicum nel suo genere: risponde pienamente agli obiettivi di miglioramento della facoltà e, con la sua istituzione, porterà alla chiusura di un curriculum del corso di laurea triennale in scienze politiche. La proposta si riferisce, quindi, a un corso totalmente impartito in lingua inglese e interdipartimentale: il primo esempio in ateneo. Inoltre, la progressiva disattivazione del corso impartito in lingua inglese a SPO contribuisce attivamente alla sostenibilità del nuovo percorso. L’obiettivo è lanciare delle nuove figure nel mondo lavoro con una formazione sia in ambito economico, sia giuridico – politologico, sia storico-sociologico. Gli studenti saranno in grado di comprendere più a fondo la dimensione internazionale della politica, del diritto e dell’economia; con risultati visibili soprattutto nella lettura della realtà mondiale attuale attraverso un’attenzione speciale ai processi che la caratterizzano. Dopo un anno e mezzo di insegnamenti comuni, gli studenti sceglieranno in cosa concentrarsi, due le proposte: International Politics and Law oppure International Politics and Economics.
Il secondo corso presentato è invece una laurea magistrale: Politics, Philosophy and Pubblic Affairs. La peculiarità risiede nel suo essere interdipartimentale con la facoltà di filosofia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. L’obiettivo, delineato da Antonio Maria Chiesi (Direttore di SPS), è fornire strumenti per un’analisi prettamente critica dei recenti fenomeni politici e socio-economici ai loro sviluppi nel medio e lungo periodo. Dal secondo anno, gli studenti potranno scegliere dove orientare il loro percorso: Technology, science and society o Prosperity, peace and international affairs. Le figure che si creeranno si potranno inserire fondamentalmente in quattro settori: quello della ricerca; nelle istituzioni come consulenti o analisti di politiche pubbliche; interpretazione di tendenze globali; editoria, informazione e industria culturale.
La terza proposta, Global Politics and Society, anch’essa magistrale del dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, si inserirebbe al progetto di eccellenza e proprio per questo, secondo il consiglio, andrebbe valutata al di fuori del numero massimo di proposte, pari a tre, che l’ateneo può presentare per il successivo anno accademico. Il corso intende creare laureati magistrali con un bagaglio metodologico solido; questo rende gli insegnamenti proposti in linea con le offerte formative di analisti dei processi globali delle più prestigiose università internazionali.
Dal consiglio del comitato emerge un’attenzione particolare per un’internazionalizzazione della facoltà. Gli studenti di SPES, già ampiamente inseriti un contesto cosmopolita, potranno, nel corso dei prossimi anni, aprire ancora di più i loro mindsets. La possibilità di confrontarsi con persone provenienti da ogni angolo del mondo garantisce sempre maggior preparazione all’adattamento e al problem solving, competenze ampiamente richieste nel mondo lavorativo in costante cambiamento in cui viviamo.