Bohemian rhapsody secondo la classifica di Rolling Stones occupa la 166° posizione tra i migliori brani della storia e la sua genesi, come quella dei Queen è raccontata nel recentissimo film omonimo che sembra dividere critica e pubblico, proprio come la meravigliosa canzone di Freddie Mercury.
Il film non poteva che portarsi un carico di attesa enorme da rispettare non solo per il fatto che raccontava la storia di una delle band più amate di tutti i tempi ma anche perché di questo film se ne parlava già nel 2010 annunciato dallo stesso Bryan May, chitarrista dei Queen. Il front man della band e vero protagonista del film sarebbe dovuto essere interpretato da Sasha Baron Cohen che abbandonò il progetto nel 2013 dopo “divergenze artistiche” con i membri restanti dei Queen:
«I problemi sono sorti per il fatto che volevo entrare nei dettagli della vita di Mercury, compresa quella sessuale. Ci sono storie sconvolgenti su Freddie Mercury, era una persona selvaggia e aveva uno stile di vita estremo, dissoluto… Lo sai, ci sono storie di… come chiamarli? Persone di statura minuta con un piatto cosparso di cocaina che andavano su e giù durante i suoi party. E lo capisco, loro sono una band e vogliono difendere l’eredità della band, lo comprendo benissimo. Un membro della band, mi disse che sarà proprio un gran bel film, perché a metà succede qualcosa di sorprendente, muore Freddie. Così lo paragono a Pulp Fiction, dove il finale è a metà, l’intermezzo è alla fine, è un film spericolato, interessante. Poi mi viene detto che sarà un film normale. Così gli domando cosa succede nella seconda parte del film e mi dicono che si vede come la band va avanti facendosi forza, senza Freddie. Gli dissi che nessuno andrà mai a vedere un film dove il personaggio principale muore per AIDS e la band va avanti!»
Dopo anni però è Rami Malek a prendersi la responsabilità di interpretare Freddie Mercury e il suo lavoro è eccellente: non solo per la mimica e i movimenti, il leggendario cantante è ripreso sia sul palco che al di fuori. Bryan Singer alla regia ha ricostruito un profilo della super star molto emozionale.
Bryan May, Roger Taylor con Freddy Mercury e John Deacon hanno segnato per sempre la storia del rock e lo hanno fatto grazie alle loro personali doti musicali ma anche alle loro personalità restituite in maniera molto rispettosa e congruente a quella che la storia ci ha tramandato. Mercury è riportato come un giovane artista straripante che ha però dentro di sé molti demoni da gestire: tutto il film è incentrato sulla sua storia e gli altri membri della band sono stati messi più in secondo piano, anche se tutti portano nella pellicola qualcosa delle loro controparti reali (Taylor il donnaiolo, May come genio creativo, Deacon quello con i piedi per terra). Il film va oltre a essere documentaristico, non vi mostrerà il chitarrista suonare con le monete o Roger Taylor chiudersi in un armadio per far mettere I’m in love with my car sul lato B di A night at the Opera ma racconta la vera storia dell’immortale Freddy Mercury in un modo forse non nuovissimo ma emozionante. Chi ancora non conoscesse i Queen allora farà meglio a correre al cinema a prendere lezioni e chi invece fosse già dotto potrà godersi non solo un bel film, ma anche della fantastica musica; infine, per i fan più esigenti, negli ultimi venti minuti della pellicola viene riprodotto con una cura maniacale ogni dettaglio della performance della band al Live Aid – The Global Jukebox, uno degli eventi musicali più importanti e grandi della storia del Rock, restituendo non solo l’immagine ma l’energia che si può trovare in un vero concerto: Bohemian Rhapsody will rock you.