Del: 30 Gennaio 2019 Di: Lorenzo Rossi Commenti: 0

Che probabilità abbiamo di vivere millenni? Secondo Aubrey de Grey, biochimico con onorificenza a Cambridge, anche più del 50%, dipende dai finanziamenti destinati alla ricerca e alla scienza.
 Numerose dichiarazioni di questo genere si possono trovare nell’ultimo libro del giornalista Mark O’Connell, Essere una macchina (2018), che propone un viaggio tra i seguaci del transumanesimo.

Probabilmente alcuni avranno già letto di questa “filosofia”, ma per coloro che la notano per la prima volta solo ora la si può descrivere come una corrente di pensiero che ritiene le macchine capaci, un giorno, di fondersi con le persone e di riscrivere le capacità fisiche di quest’ultime, fino ad alterare il confine tra vita e morte.

In poche parole, si sta parlando di rimettere in discussione il concetto di essere umano.

O’Connell la definisce addirittura una nuova religione, una religione che già vanta una cospicua quantità di seguaci. Quella che infatti può sembrare una setta per tecno-invasati — capaci di spendere decine di migliaia di dollari per ibernarsi — è in realtà sostenuta dai tycoon e dagli imprenditori di mezza Silicon Valley e non solo. Tra i vari nomi si può citare Ray Kurzweil, Peter Thiel e ovviamente Elon Musk.

L’idea di migliorare il nostro corpo tramite la tecnologia non è nuova, anzi.

Protesi di legno o fibra di carbonio, apparecchi per l’udito, denti artificiali, sono oggetti già presenti nella quotidianità, usati però per sopperire a disabilità e danni fisici. 
Il concetto a cui vogliono tendere i transumanisti è invece nuovo: fondersi con le macchine per creare esseri umani capaci di intelligenza smisurata, capacità fisiche nettamente superiori alla media e aspettative di vita virtualmente illimitate. Insomma, creare degli dei.
 Già in molti casi odierni sostanze o apparecchiature che dovrebbero essere d’aiuto a persone con malattie o altri problemi fisici sono utilizzate da individui sani. Esempi possono essere gli esoscheletri che si pensa un giorno saranno in dotazione ai soldati o la eritropoietina, una sostanza prescritta ai malati di anemia che viene utilizzata pure dagli atleti, fungendo da “steroide”.

Qui si solleva il dilemma etico: è giusto permettere ad atleti in salute di sostituire i propri arti con protesi solo per vincere medaglie d’oro? 
Blay Whitby, un esperto di intelligenza artificiale della Sussex University, ritiene che ci sarebbero molti atleti capaci di fare tale richiesta, anche se egli non appoggerebbe l’idea, e che ci stiamo avvicinando ad un momento in cui gli impianti artificiali supereranno le capacità naturali delle persone.

Ma il fine ultimo per i transumanisti si trova ancora più in alto.

Il più visionario è la totale rimozione della parte fisica degli esseri umani, impiantando la propria coscienza in qualche programma di intelligenza artificiale o in un mondo virtuale per essere “libera di creare il suo universo”,

Questo sostiene Kurzweil, che ritiene ciò possibile entro il 2030.

Chi ha visto la trilogia di Matrix potrà cogliere degli elementi in comune.
 Non per nulla è da citare la 2045 Initiative, un progetto finanziato dal multimiliardario russo Dmitry Itskov, che ha investito una cospicua parte del proprio patrimonio solo per questo fine.
 Inoltre, lo stesso Musk ritiene necessario che gli esseri umani si fondano con le macchine per migliorare il loro intelletto.

Non tutti però concordano con questa filosofia. Diversi scienziati sono contrari a questo tipo di interventi. Li ritengono degli obiettivi da fanatici, da visionari senza coscienza della realtà. Saranno necessari infatti molti anni e cospicui finanziamenti per raggiungere, probabilmente, i traguardi desiderati.

Per esempio, l’astronauta Royal Martin Rees preferirebbe passare i suoi ultimi giorni nel giardino di una chiesa che essere un “peso per le future generazioni”
.

Inoltre, non c’è solo un aspetto etico, ma anche di classe.

Il fatto che i principali sostenitori di tale pensiero siano dei grandi magnati e imprenditori, specialmente stanziati nella Silicon Valley — una delle regioni più ricche al mondo — la può dire lunga sulle possibilità che la gente comune avrà di accedere a tali tecnologie. Potrebbe darsi che un giorno il divario non sia più tra ricchi e poveri ma tra immortali e mortali.

Come riferisce O’Connell: “In questo senso il movimento è il frutto di un’ideologia conservatrice (non dal punto di vista politico, ma biologico): i transumanisti sembrano fermi alla metà del secolo scorso, quando si riteneva che la scienza potesse permettere qualsiasi cosa. Dio oggi è sostituito dalla tecnologia.”
Qualsiasi cosa sì, ma al giusto prezzo.

Lorenzo Rossi
Politicamente critico. Fieramente europeista.
Racconto e cerco risposte in quel che accade nel mondo.

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