Del: 27 Febbraio 2019 Di: Redazione Commenti: 0

La più estesa Ztl d’Italia (Zona traffico limitato) che copre circa il 72 % dell’intero territorio comunale non poteva che accendersi nella metropoli milanese a più alta temperatura europea.
Attivata ufficialmente il 25 febbraio 2019, l’Area B vieta l’ingresso ai veicoli benzina euro 0, diesel Euro 0, 1, 2, 3 e alle moto a due tempi Euro 0, 1 dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30 alle ore 19.30, esclusi i festivi.

Il secondo step è previsto per il primo ottobre 2019 con lo stop ai diesel Euro 4 (già vietati dal 2017 nell’Area C). L’obiettivo prefissato è chiaro: istituire e rispettare regole certe e progressive riguardanti la limitazione delle auto più inquinanti, fino al divieto di tutti i diesel nel 2030, al fine di abbattere le polveri nocive nella città di Milano e migliorare la qualità urbana.
Si contano 187 varchi, quindici dei quali già dotati di telecamere con apposito sistema informatico che permette di registrarsi e verificare se la propria auto è ammessa nella nuova Area B; sono inoltre consentiti a tutti gli autoveicoli limitati, nei primi dodici mesi di attivazione, non più di cinquanta giorni di libera circolazione – non necessariamente consecutivi – con lo scopo di facilitare l’adattamento degli automobilisti alla nuova regola. Dal secondo anno in poi saranno ridotti a venticinque, numero limite oltre il quale scatterà la sanzione.

L’attuazione del provvedimento ha naturalmente scatenato forti proteste, in atto da settimane e sfociate in raccolte firme, soprattutto da parte di determinate categorie produttive: era prevedibile, dal momento che la nuova Ztl copre un’area di quasi 1.400.000 abitanti, all’incirca il 97,6% dei residenti a Milano, e rischia di limitare in modo considerevole le innumerevoli persone che ogni giorno, con la propria auto, la raggiungono. L’infelicità aleggia non solo tra i commercianti: anche il centrodestra si schiera in opposizione al provvedimento dell’Area B della giunta Sala, e Forza Italia preannuncia una manifestazione ai varchi nei prossimi giorni.

La misura, dice l’assessore comunale Fabio Altitonante, “mette in difficoltà le fasce deboli, le persone anziane, chi magari usa l’auto solo per andare a far visite in ospedale”, e ancora “chi usa il proprio mezzo per lavorare, commercianti, piccoli imprenditori, artigiani”. Per chi non può osteggiare i limiti provocati dal provvedimento, quest’ultimo rappresenta un altro problema da affrontare, non un incentivo come reputano in molti.

È ad esso contrario il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto di Stefano, che sottolinea anche l’attuale mancanza di miglioramenti nel servizio dei mezzi di trasporto pubblici, una denuncia che ha ancora eco perché recentemente urlata in seguito alla decisione di aumentare il costo del biglietto ATM da 1.50 a 2 euro. Allo stesso modo il governatore della Lombardia Fontana esprime il suo disappunto sull’agire del Comune di Milano, reo di ragionamenti individualistici ed egoistici, poco “di sistema” che penalizzano i suoi cittadini.

Tocca al sindaco Giuseppe Sala difendere la propria decisione, e lo fa con un Tweet in cui scrive: “la mia Amministrazione guarda lontano e, soprattutto, ha a cuore come i milanesi respirano.” E conclude: “Meglio fare le cose con senso che ricercare ogni giorno il consenso.”

In effetti, i benefici della nuova Area B sono indiscutibilmente trasparenti: le emissioni atmosferiche da traffico si ridurranno, la lotta allo smog e il cambio d’aria saranno battaglie ogni giorno più consistenti nel fronteggiare le allerte inquinamento, lasciando sempre più spazio e tempo all’azione e ridefinizione degli spazi verdi, pubblici, che fioriscono.

Un’ultima svolta “green” a Milano, che ricorda quella avvenuta recentemente con la nascita della Biblioteca degli Alberi o il progetto di sviluppo del Bosco Verticale, è l’approvazione dell’emendamento firmato da Alessandro de Chirico, Forza Italia, che esige la piantumazione di due alberi per ogni nuovo posto auto in città, perché, afferma, “essere contro Area B non significa non avere a cuore la tutela ambientale”.

L’Associazione “Cittadini per l’aria” onlus ha misurato lo scorso autunno il particolato atmosferico in città con una ciclostaffetta e ha lanciato l’allarme: chi vive, studia, lavora a Milano respira quotidianamente concentrazioni di particelle inquinanti che raggiungono livelli superiori rispetto a quelli stabiliti dalla legge e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. A questo proposito, un’altra soluzione adottata al fine di rendere più impellenti le tematiche ecologiche e di controllare le emissioni di Co2 è stata proposta e attuata l’iniziativa di bike sharing, un servizio a flusso libero che ha ottenuto come risultato anche un miglioramento delle condizioni di viabilità.
Un veloce tuffo nel passato può riportare alla mente le proteste simili a quelle dei giorni nostri da parte di produttori e negozianti scoppiate in seguito all’attivazione nel gennaio 2012 dell’Area C, ormai oggi conosciuta e, per così dire, accettata.
Eppure, le polemiche contro la “congestion charge” erano molto più infuocate di quelle attuali; si ricordi l’episodio che ha come protagonista una residente, colpita come molti dal provvedimento, che decise di legarsi al Municipio con una catena, ogni giorno, dalle 7.30 alle 19.30, finché non avesse ottenuto ciò che esigeva: un incontro con il Sindaco di allora, Giuliano Pisapia, per giungere a compromessi.

Chi lo sa, è possibile (e si spera) che la nuova Area B, la Ztl più grande d’Italia, in realtà non sia altro che un piccolo passo verso la rinascita, la libertà, la pulizia dell’aria di Milano, affinché torni a respirare. E che, presto, qualche altra città italiana la emulerà, per superarla.

Articolo di Vittoria Amico 

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